Bollo e targa per le biciclette: perché i ciclisti italiani non ci stanno

Redazione 03/12/15
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Continua la bufera scatenata dalla proposta del capogruppo PD, Marco Filippi, che con un emendamento al Ddl di riforma del Codice della Strada presentato in Commissione Lavori Pubblici del Senato, ha previsto di introdurre targa e bollo anche per le biciclette.

Nonostante la proposta di Filippi sia limitata ai soli veicoli utilizzati per scopi commerciali, alcuni commi hanno fatto pensare alla possibilità che possano essere introdotti targa e bollo a tutti i veicoli a pedali. I dubbi non sono stati ancora chiariti e la polemica dunque non accenna a placarsi.

Ma imporre il pagamento di un bollo come quello a cui sono sottoposte le auto anche alle biciclette non rischia di cozzare con l’obiettivo, più volte rimarcato dallo stesso Governo, di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, oltre che di ridurre la tassazione?

Ne sono sempre più convinti i ciclisti italiani che, a colpi di tweet, continuano a protestare contro l’emendamento al grido dell’hastag #LaBiciNonSiTocca.

LE MODIFICHE DELL’EMENDAMENTO AL CODICE DELLA STRADA

Più precisamente, l’emendamento introduce nella riforma al Codice della Strada, sotto la classificazione di veicoli sottoposti a idonea tariffa:

1) le motoslitte, regolamentandone caratteristiche costruttive e funzionali, nonché la circolazione con adeguato contrassegno identificativo, documenti di circolazione e di guida e l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi;
2) le biciclette e i veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone, stabilendo modalità e regole d’identificazione delle stesse bici nel sistema informativo del Dipartimento per i Trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale.

IDONEA TARIFFA: COSA IMPLICA?  

Sulla questione è intervenuto lo stesso Senatore Filippi precisando che non si tratterebbe di una tassa o un balzello per le biciclette dei privati, bensì di una tariffa esclusivamente destinata a chi utilizza questo mezzo per lavoro, ossia per il trasporto di persone o cose, andando così, come spiegato da Filippi, a disciplinare un ambito in cui attualmente vige un assoluto vuoto legislativo.

A ciò si aggiunge l’obiettivo, attraverso l’emendamento, di concedere ai ciclisti la possibilità di iscrivere le proprie due ruote in un registro nazionale specificatamente adibito alle biciclette, pensato per limitarne i furti. In questo modo, infatti, le bici verrebbero dotate di un numero di telaio non cancellabile, mediante cui poter risalire al legittimo proprietario. Anche in questo caso, tuttavia, il popolo delle due ruote è insorto criticando un sistema che andrebbe comunque a disincentivare l’utilizzo di un mezzo che invece è da sempre un simbolo di libertà e tutela per la salute e l’ambiente.

Redazione

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