Rosa Frullone

Rosa Frullone

Mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, spinta dall’immenso amore e dal profondo rispetto per i miei meravigliosi genitori, accettando così, con ben poca convinzione e tanto senso del dovere, il loro suggerimento. La mia vera vocazione era un’altra: diventare psicologa ma, a quei tempi sembrava, a torto, una professione con poche prospettive. Ragazza giudiziosa e studiosa, forse un “tantino secchiona”, mi sono laureata con lode e dopo aver collaborato per un po’ con la Cattedra di Diritto Privato dell’Università di Salerno, ho intrapreso sia la pratica forense, presso lo studio del mio futuro suocero, che quella notarile, continuando, nel tempo libero, a divorare manuali di psicologia. Gli affetti, nella mia vita, sono sempre stati al primo posto, perciò, dopo aver coronato il mio “sogno d’amore”, quando, nel maggio ’91, ho sostenuto gli orali dell’esame di avvocato (allora di procuratore) alla proclamazione ho ricevuto dalla commissione auguri doppi perché era evidente che “la cicogna” fosse prossima alla consegna ed infatti, dopo solo due settimane, è arrivata la mia bella principessina (il mio principe sarebbe nato tre anni dopo). La professione di mamma è la più bella del mondo, così, accantonato il concorso notarile (senza averlo mai sostenuto), ho iniziato a frequentare, con più assiduità ,lo studio legale di famiglia, dove mio marito lavorava già da qualche anno e… oltre ogni più rosea previsione quel lavoro ha cominciato ad appassionarmi; ho scoperto presto che in questa professione la mia passione per la psicologia sarebbe stata appagata. Da vent’anni mi occupo di diritto di famiglia, una materia in cui procedo sempre in punta di piedi per il doveroso rispetto per i sentimenti, la sensibilità e la dignità di clienti e controparti, cerco sempre attraverso il dialogo di comprendere e sostenere, riconducendo il rapporto ad una “dimensione umana”.

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