Abusivismo record in sicilia, ma i comuni non hanno i soldi per le demolizioni

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L’abuso e la disubbidienza alla legge, non può essere impedita da nessuna legge” (Giacomo Leopardi, Zibaldone).
L’abuso edilizio in Sicilia, però, è diventato la norma. In due anni, dal 2011 al 2012, ne sono stati scoperti sette mila. Ad essere stati costruiti illecitamente si presume siano stati più di un milione e mezzo di metri cubi.
I Comuni, rispetto a quest’ampiezza del fenomeno, non sono in grado di dare seguito agli accertamenti delle inottemperanze con l’esecuzione delle ordinanze di demolizione e con la messa in pristino dei luoghi. Quasi mai gli Enti Locali provvedono alla trascrizione delle opere abusive ed a prenderne possesso.
A rivelarlo è lo stesso Dipartimento di Urbanistica dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, nel suo “Rapporto sull’abusivismo edilizio e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria edilizia”.
Il documento disegna un quadro generale dello stato dell’arte in questo settore e sarà utilizzato come strumento di valutazione e di supporto alle decisioni per quanto concerne gli interventi legislativi e la programmazione regionale.
I Comuni siciliani hanno l’obbligo di trasmettere all’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente, ogni quindici giorni, l’elenco delle ordinanze di sospensione dei lavori, delle ingiunzioni alla demolizione, degli accertamenti dell’inottemperanza all’ingiunzione a demolire, delle immissioni nel possesso, nonché delle ordinanze di demolizione, disposti nei quindici giorni.
Il quadro che ne emerge è preoccupante.
Nei 186 Comuni siciliani su 390 (47,6% del totale) presi in esame dal Rapporto, si registra una volumetria abusiva complessiva di mc 500.752,01 di cui 348.531,03 mc per quanto riguarda la cubatura realizzata nelle aree sottoposte a vincolo sismico e per mc 75.072,58 idrogeologico. Seguono mc 32.673,95 realizzati nella fascia dei 150 m dalla battigia e nella zona di limitazione dell’edificabilità costiera, mc 14.389,55 nelle aree d’interesse ambientale e SIC e ZPS, mc 9.429,71 nelle aree d’interesse archeologico e sottoposte a vincolo archeologico.
Al primo posto della non onorevole classifica dei territori provinciali con maggiori abusi si collocata Catania (1.686), seguita da Palermo (1.233) e Messina (1.106). Nella provincia messinese diminuiscono il numero degli abusi (612 nel 2011 e 494 nel 2012) ma cresce la volumetria (63.427 mc nel 2011 e 75.612 mc nel 2012). Meno abusi ma più rilevanti.
I dati del “Rapporto”, tra l’altro, non possono essere considerati esaustivi per descrivere la complessità del fenomeno dell’abusivismo. Essi si basano, infatti, esclusivamente sulle informazioni fornite dai Responsabili degli Uffici Tecnici Comunali.
Rispetto a 3.097 abusi, i Comuni siciliani hanno emesso 1.211 ordinanze di demolizione e rimessa in pristino (pari al 39,1%) ma, poi, solo in 98 casi (0,8%) è stato possibile verificare la reale ottemperanza alle ordinanze di demolizione, mentre le immissioni in possesso sono state in totale sette (tre in provincia di Catania, tre in quella di Palermo ed una in quella di Siracusa).
Molti dei procedimenti penali riguardanti gli illeciti edilizi sono giunti, dopo decine di anni, a sentenza definitiva e, quindi divenuti irrevocabili. Il relativo procedimento amministrativo non risulta più rinviabile.
I Comuni avrebbero dovuto dare seguito alle ordinanze di demolizione e di ripristino dei luoghi nel rispetto dell’ambiente e acquisire le opere abusive al patrimonio comunale, purtroppo così non è avvenuto, in moltissimi casi per gli elevati costi di demolizione.
Il costo stimato per demolire 181 immobili, compreso il trasporto a discarica dei materiali inerti, è di sette milioni di euro.
Un forte impulso a dare esecuzione alle ordinanze è arrivato adesso dalla Regione e dalla Procura della Repubblica attraverso i propri Tribunali distrettuali. Questi, infatti, stanno potenziando il loro intervento nei confronti dei Comuni inadempienti affinché concludano i procedimenti relativi agli illeciti edilizi eseguendo le demolizioni o, in alternativa, le acquisizioni degli immobili abusivi.
In alcuni casi, l’Autorità Giudiziaria (vedi i Tribunali di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti), di fronte all’ingente quantità di opere abusive da demolire, ha stipulato appositi protocolli d’intesa con i Comuni per definire le modalità d’intervento e fissare le priorità nelle demolizioni.
Il Tribunale di Trapani ha avviato una ricognizione preliminare per verificare lo stato dell’arte delle esecuzioni delle demolizioni.
Dall’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente è, intanto, partita una circolare indirizzata a tutti i Comuni siciliani che sancisce l’obbligo di accelerare le operazioni di acquisizione al demanio delle strutture abusive. In caso contrario saranno i competenti uffici regionali a denunciare omissioni e inadempimenti all’autorità giudiziaria. Previsto anche il commissariamento per i Comuni che non si rispettano le norme sulla tutela dell’ambiente.
Intanto, il Comune dell’agrigentino che, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Difesa, sta perfezionando una convenzione per avviare le procedure per accedere alle risorse finanziarie necessarie per le demolizioni di 181 immobili e per il trasporto a discarica degli inerti che ammonta a circa 7 milioni di euro.

Luciano Catania

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