Busta paga: pagamento domenica festiva 1° maggio 2022. Come aumenta

Paolo Ballanti 19/05/22
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Lasciato alle spalle il mese di aprile con i ponti di Pasquetta e del 25 aprile, festività cadenti entrambe di lunedì, maggio è iniziato, per buona pace di tutti, con la Festa del lavoro domenica 1° maggio. Stessa sorte toccherà al prossimo 25 dicembre. Una consolazione arriva però dal riconoscimento, previsto nell’ordinamento italiano, di un importo aggiuntivo in busta paga a titolo di festività non goduta.

Tale somma, ha appunto lo scopo di ristorare il dipendente per il disagio subìto a causa di una giornata di riposo (retribuita) che non ha potuto sfruttare, in quanto cadente in un altro giorno di assenza (la domenica).

L’effetto in busta paga della festività non è tuttavia identico, dal momento che varia per tutta una serie di fattori e, soprattutto, se il dipendente nella giornata interessata ha o meno lavorato.

Analizziamo la questione in dettaglio.

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Busta paga:  festività del 1° maggio non lavorata

La prima ipotesi che analizziamo è quella di chi il 1° maggio non ha lavorato. In tal caso, le conseguenze in busta paga cambiano a seconda che il dipendente sia pagato in misura fissa mensile (cosiddetti “mensilizzati”) o in base alle ore lavorate nel mese (“lavoratori a paga oraria”).

Lavoratori mensilizzati

I lavoratori mensilizzati riceveranno per la giornata del 1° maggio, oltre al normale compenso, un’ulteriore quota di retribuzione giornaliera.

Quest’ultima è di norma calcolata dividendo la retribuzione mensile lorda per 26.

Ipotizziamo il caso di un impiegato, il cui compenso sia pari a:

  • Euro 1.500,00 a titolo di paga base e contingenza;
  • Euro 200,00 a titolo di superminimo non assorbibile;

per un totale di 1.700,00 euro lordi.

A maggio, riceverà in aggiunta al compenso di 1.700,00 euro lordi anche l’equivalente di 1.700,00 / 26 = 65,38 euro lordi, per la festività non goduta del 1° maggio.

Lavoratori pagati ad ore

Quanti percepiscono una retribuzione variabile in quanto legata alle ore lavorate (ed alle assenze retribuite) nel mese, percepiranno per il 1° maggio, in aggiunta alla retribuzione giornaliera, un importo pari di norma ad 1/6 dell’orario settimanale.

Pensiamo ad un lavoratore con orario part-time 25 ore settimanali e una retribuzione oraria di 9,90 euro lordi.

L’equivalente della festività del 1° maggio corrisponderà a 4,17 ore (25 / 6).

Nel mese ha lavorato 110 ore, di conseguenza la sua busta paga conterrà:

  • Euro 1.089,00 (110 * 9,90) per compenso ore lavorate;
  • Euro 41,28 (4,17 * 9,90) a titolo di festività non goduta del 1° maggio.

Busta paga: festività del 1° maggio lavorata

Le conseguenze in busta paga per quanti hanno lavorato la festività del 1° maggio variano se è prevista o meno una giornata di riposo compensativo.

Assenza di riposi compensativi

Nel caso in cui, a fronte della prestazione lavorativa svolta il 1° maggio, al lavoratore non vengano riconosciuti riposi compensativi, gli spetterà:

  • La retribuzione per la festività non goduta, come calcolata poc’anzi;
  • La maggiorazione per lavoro festivo straordinario.

Quest’ultimo importo è determinato aggiungendo alla retribuzione – base (oraria) la maggiorazione della stessa, secondo la percentuale prevista dal CCNL applicato in azienda.

Ipotizziamo che quest’ultima corrisponda al 30% della retribuzione oraria (9,90 euro).

Pertanto, a fronte delle 8 ore di lavoro prestate il 1° maggio, il dipendente riceverà il compenso per la festività non goduta e quello per lavoro straordinario, composto da:

9,90 (retribuzione – base) + 2,97 (maggiorazione della retribuzione – base per lavoro straordinario 30%) = 12,87 euro.

L’importo appena ottenuto dovrà essere moltiplicato per le ore prestate il 1° maggio pari ad 8.

Pertanto il totale sarà:

12,87 * 8 = 102,96 euro.

Presenza di riposi compensativi

Se a fronte dell’attività resa il 1° maggio il lavoratore usufruisce di riposi compensativi, gli spetterà la retribuzione per la festività non goduta e la sola maggiorazione per lavoro festivo (senza il compenso – base).

Innanzitutto, cosa intendiamo per “riposi compensativi”? Sono delle ore di assenza retribuite pari alla prestazione svolta nel corso della festività.

Essendo destinati a compensare ore lavorate in più, i riposi compensativi non intaccano le ferie e i permessi a disposizione del lavoratore.

Pertanto, riprendendo l’esempio del lavoratore con maggiorazione straordinario festivo 30%, oltre alla retribuzione per la festività, gli spetterà un compenso di:

2,97 (maggiorazione straordinario 30%) * 8 ore lavorate il 1° maggio = 23,76 euro.

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Busta paga: riposi compensativi si o no?

Alla luce dei riflessi in busta paga, analizzati nei paragrafi precedenti, la scelta se concedere o meno i riposi compensativi spetta al datore di lavoro, tenuto conto di:

  • Disposizioni interne derivanti da accordi sindacali, regolamenti o prassi;
  • Richieste o preferenze del lavoratore interessato;
  • Casi simili verificatisi in passato, con riferimento a lavoratori occupati con le stesse mansioni o nel medesimo reparto, ufficio o sede.

Festività del 1° maggio: quali trattenute in busta paga?

Gli importi corrisposti a titolo di festività cadente di domenica, lavoro straordinario o maggiorazione per lavoro festivo sono a tutti gli effetti imponibili ai fini INPS ed IRPEF.

Questo significa che si sommeranno alle altre voci della busta paga e saranno pertanto soggetti alle trattenute per:

oltre a far parte del reddito complessivo ai fini fiscali del beneficiario.

L’impatto effettivo delle trattenute per INPS ed IRPEF varierà in base al singolo lavoratore, essendo condizionato dalle altre voci presenti in busta paga.

Busta paga: festività del 1° maggio nel cedolino 

Le competenze riconosciute al dipendente per la festività del 1° maggio saranno indicate nel cedolino paga. Documento, quest’ultimo, da consegnare obbligatoriamente al lavoratore all’atto dell’erogazione del compenso.

Pertanto, unitamente all’accredito dello stipendio di competenza del mese di maggio (calcolato sulle presenze dello stesso periodo) sarà consegnata anche la busta paga con gli importi in parola.

Questi ultimi occuperanno la parte centrale del documento, quella in cui sono riportate le somme variabili di mese in mese.

Al contrario, è utile ricordarlo, le voci fisse della busta paga (quelle previste dal contratto collettivo e le altre eventualmente assegnate in sede di assunzione o in un momento successivo) interesseranno la parte alta del cedolino, mentre la zona inferiore conterrà i calcoli di contributi e tasse.

Leggi anche “Superminimo in busta paga: cos’è, come funziona, dove leggerlo”

Paolo Ballanti

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