Partita IVA: come funziona? Quali alternative per i liberi professionisti?

Partita Iva: ecco come i giovani professionisti possono aprirla, come funziona, quali sono le spese e dove si può risparmiare.

Rosa Leone 18/05/17
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Aprire la Partita IVA.

I liberi professionisti che aprono la Partita Iva non sono tenuti all’iscrizione nel Registro delle Imprese, ma devono presentare all’Agenzia delle Entrate il modello AA9, cioè il modello di inizio attività.

INPS o Cassa previdenziale.

Per quanto riguarda la copertura previdenziale dipende se il professionista è iscritto all’albo o meno:

– se il professionista è iscritto all’albo si iscriverà alla cassa previdenziale dell’albo di appartenenza;

– se il professionista non è iscritto all’albo si iscriverà alla Gestione Separata dell’Inps con il modello SC04.

Regimi fiscali.

Una volta scelto il codice ATECO, cioè la classificazione delle attività economiche adottata dall’ISTAT, si decide il regime fiscale da adottare per il professionista.

Regime forfettario: è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2016 e i professionisti possono adottarlo se non hanno un reddito superiore a 30000 euro. Non si scaricano i costi e l’imposta sostitutiva è il 15% dell’imponibile stesso.

Regime di contabilità semplificato: tutti i professionisti che non rientrano nel regime forfettario.

Regime ordinario: è a scelta del professionista, chi opta per questa opzione deve compilare il quadro VO nella dichiarazione IVA annuale.

Costi deducibili.

Sono totalmente deducibili le spese per prestazioni di lavoro dipendente, i compensi a terzi, gli interessi passivi, i software, le polizze assicurative, i costo dei beni strumentali. I costi ad uso promiscuo sono parzialmente deducibili, rientrano in questa categoria: le spese per l’acquisto dell’ autovettura e quelle per la manutenzione riferite ad un solo veicolo (deducibile al 20%), gli immobili (deducibile al 50%), le spese telefoniche (deducibile all’80%), le spese di rappresentanza (deducibile all’1%), le spese per omaggi (fino a 50 euro sono totalmente deducibili, oltre i 50 euro sono deducibili all’1%), i convegni, i congressi e i corsi di aggiornamento (deducibile al 50%), gli alberghi e i ristoranti (deducibile al 75% per un ammontare non superiore al 2% dei compensi percepiti).

Costi da sostenere per aprire la partita IVA.

L’apertura della partita IVA non ha costi di per se, ma ci sono altri oneri da sostenere.

Si deve tener conto dell’onorario del commercialista, dei costi della cassa previdenziale di riferimento o della gestione separata e gli adempimenti da sostenere in base al regime fiscale di appartenenza.

A chi rivolgersi?

Per aprire la partita IVA si può ricorrere ai patronati, ai professionisti abilitati (commercialisti o consulenti del lavoro) o in maniera autonoma tramite i canali telematici dedicati, messi a disposizione dalle istituzioni, gestibili attraverso PIN o SMART CARD.

Normativa.

Il regime forfettario è stato introdotto nel nostro ordinamento con la Legge n. 190/2014 o Legge di Stabilità 2015 ed è stato oggetto di alcune modifiche con la Legge n. 208/2015 o Legge di Stabilità 2016. Il Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR) o D.P.R. del 22 Dicembre 1986 n. 917 Titolo 1 Capo V disciplina il Reddito di lavoro autonomo.

Rosa Leone

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