Canone Rai in bolletta da luglio, non più così? Cosa cambia con il NO del Consiglio di Stato

Redazione 14/04/16
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Circa l’arrivo, previsto per luglio, dell’addebito del canone Rai in bolletta elettrica con i primi 70 euro, il Consiglio di Stato boccia il decreto del Governo per via dei troppi punti critici chiedendo di ristudiare il regolamento e, di conseguenze, sospendendo il parere richiesto dal ministero dello Sviluppo economico.

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La sezione consultiva di Palazzo Spada ora attende che sia l’Amministrazione ad integrare il testo in cui i giudici hanno riscontrato evidenti “profili di criticità”. Ma vediamoli nel dettaglio.

CANONE RAI IN BOLLETTA: MANCA LA DEFINIZIONE DI CHE COS’È UN APPARECCHIO TELEVISIVO

Chiamato ad esprimere un parere sull’atto precedentemente alla promulgazione, il Consiglio di Stato ha trovato diverse criticità tra cui si evidenzia, in particolare, la mancanza di “un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo”.

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I device disponibili in commercio per la ricezione dei programmi, infatti, sono molto numerosi potendo anche gli smartphone o i tablet prestarsi alla ricezione di programmi tv.

Per cui il Consiglio di Stato, nel suo parere, ha affermato che “precisare che il canone di abbonamento è dovuto solo a fronte del possesso di uno o più apparecchi televisivi in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare direttamente o tramite decoder costituirebbe un elemento informativo particolarmente utile”, con riferimento ai doveri contributivi dei cittadini.

Il Consiglio di Stato, inoltre, circa le mancanze riscontate ha anche precisato come nessun riferimento sia stato fatto allo scambio dati, necessario per l’addebito, tra i diversi enti.

CANONE RAI IN BOLLETTA: QUALI SONO GLI ALTRI PUNTI CRITICI

Tra gli altri punti critici, nel parere espresso il Consiglio ha sottolineato che “l’adozione del decreto non è avvenuta nel rispetto del termine previsto dalla norma di riferimento e che non risulta espresso il concerto del Ministro dell’Economia e delle Finanze” (così come previsto dalla legge di Stabilità 2016) e “con il concerto il Ministro partecipa dell’iniziativa politica, concorrendo ad assumerne la responsabilità: pertanto, il concerto può essere manifestato da un funzionario soltanto per espresso incarico o per delega del Ministro e non sotto la forma di semplice nulla osta al prosieguo dell’iter procedurale”.

 

 

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