Agenzia Entrate, dirigenti illegittimi: testo integrale della sentenza

Redazione 20/03/15
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Continua a far discutere la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi 767 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, aggiungendo a questi ulteriori manager di agenzie fiscali pubbliche, per un totale che supera 1000 nomine da considerarsi non valide stabilite negli ultimi anni.

Ma, come ovvio, a tenere banco è l’Agenzia delle Entrate, con il suo esercito di “generali” senza le necessarie stelline, in questo caso da intendersi cmoe il bollino della legittimità di legge.

Non appena si è diffusa la notizia della bocciatura di tre dirigenti su quattro nell’ente guidato da Rossella Orlandi, infatti, si è scatenata la caccia al dirigente che ha firmato gli avvisi da cui sono partite le cartelle di Equitalia.

I dirigenti bocciati dalla Consulta, infatti, sono in carica da almeno tre anni e hanno firmato numerose notifiche di accertamento, a cui hanno fatto seguito le cartelle ricevute dai contribuenti in debito con il fisco.

Provvedimenti che hanno rischiato – e rischiano – di mandare sul lastrico famiglie, di provocare la chiusura di aziende e di lasciare senza stipendio tantissimi lavoratori. Insomma, per chi non ha le possibilità di ripianare al propria situazione contabile, la sentenza dei giudici costituzionali è davvero una manna dal cielo.

Ma sarà davvero così? In proposito, abbiamo dedicato uno speciale approfondimento sulla possibilità in capo ai contribuenti di avanzare ricorso contro l’atto che ha dato origine alla cartella esattoriale a loro rivolta.

Cosa dice la sentenza

Non va, comunque, dimenticato il tenore della sentenza, che era stata richiesta dal Consiglio dei Stato dopo che anche il Tar del Lazio avesse certificato come la norma contenuta nel decreto semplificazioni 2012 varato dal governo Monti, conferisse incarichi dirigenziali a soggetti privi della relativa qualifica.

Insomma, si sono dichiarate ininfluenti le delibere dell’Agenzia delle Entrate che aveva coperto, con proroghe a non finire, le vacanze nelle posizioni dirigenziali con contratti individuali di lavoro a termine stipulati con funzionari interni, con trattamento economico a livello dei dirigenti.

La Corte costituzionale ha infine affermato che “nessun dubbio può nutrirsi in ordine al fatto che il conferimento di incarichi dirigenziali nell’ambito di un’amministrazione pubblica debba avvenire previo esperimento di un pubblico concorso”. Ciò che si è verificato, segnala la Corte, non è altro che “l’indefinito protrarsi nel tempo di un’assegnazione asseritamente temporanea di mansioni superiori, senza provvedere alla copertura dei posti dirigenziali vacanti da parte dei vincitori di una procedura concorsuale aperta e pubblica. Per questo, ne va dichiarata l’illegittimità costituzionale per violazione degli artt. 3, 51 e 97 Cost.”.

QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

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