Jobs Act: precari per sempre. Così cambiano i contratti dal 2015

Redazione 19/02/15
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Jobs Act, siamo alle battute finali. Ancora poche ore e poi il Consiglio dei ministri approverà in via definitiva i testi dei primi due decreti che apriranno la strada della riforma del lavoro.

Arrivano le prime, importanti conferme in merito ai contratti a termine, veri indiziati per scomparire a seguito della riforma, almeno secondo gli annunci dello scorso autunno, mentre in piazza scendeva la protesta dei sindacati e di alcune frange della maggioranza in disaccordo con la linea del governo.

Ora, dunque, siamo alla resa dei conti: i contratti a termine spariranno come promesso? Ci sarà davvero un ricorso di massa al contratto a tempo indeterminato, pur con le “tutele crescenti” di cui ha sempre parlato l’esecutivo? Ecco le indicazioni emerse dopo l’incontro con sindacati, che fanno da prodromo alla presentazione del testo definitivo in Consiglio dei ministri.

I contratti dopo il Jobs Act

A sentire le parole del ministro del Lavoro Poletti, non ci sarà alcuna cancellazione totale dei contratti a tempo determinato. Anzi, il limite per le proroghe viene spostato a 5 rinnovi massimi, per un totale di 36 mesi di rapporto di lavoro precario.

A sparire, secondo le direttive del decreto che cambierà i contratti di lavoro, dovrebbero essere essenzialmente le forme di collaborazione atipica, come i co.co.co. e i co.co.pro. mentre resteranno in auge i voucher, per i quali è in arrivo una nuova disciplina ad hoc. Niente da fare anche per l’addio al lavori a chiamata e a quello interinale: saranno ancora in vigore e dunque pienamente utilizzabili dai datori di lavoro.

Per la cancellazione definitiva dei contratti instabili, si attende un ulteriore decreto che dovrebbe sancire tappe e divieti per scongiurare il ricorso a queste forme di inserimento dei dipendenti, abusate negli ultimi anni anche per lavoratori qualificati e con anni di esperienza alle spalle.

Ora, dunque, l’orizzonte per le nuove assunzioni – le uniche a essere coinvolte nel ricambio di contratti – è quello di poter rimanere per un totale di 36 mesi appeso al filo dei rinnovi, per poter poi vedersi riconosciuto, al termine del periodo di “rodaggio” il contratto a tempo indeterminato, ma a tutele crescenti, che porterà a maggiori garanzie per il lavoratore solo dopo anni di ulteriore inserimento in azienda.

Il che, in sintesi, significa: per parecchi anni, la posizione dei nuovi assunti rimarrà sfavorita rispetto a chi è assunto con il vecchio tempo indeterminato e gode, sin dalla firma del contratto, di maggiori tutele sul posto di lavoro.

IL TESTO DEL DECRETO SUI LICENZIAMENTI

Vai al testo definitivo del Jobs Act

 

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