Spesometro 2013-2014: date, cosa inserire nella polivalente e deroghe

Redazione 28/03/14
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Si avvicina a grandi passi la doppia scadenza per lo spesometro 2014, relativo, ovviamente, alle operazioni svolte nel corso del 2013. In realtà, si tratta della seconda incombenza con lo strumento di rilevazione degli investimenti effettuati, a seguito della proroga degli invii per l’anno passato, terminata proprio lo scorso 31 gennaio.

Dunque, ora il calendario dello spesometro è tornato nelle sue abituali scadenze, con le due prossime date che interessano contabili, operatori e  i soggetti passivi ai fini di Iva, che sono, come noto, il prossimo 10 e 22 aprile.

Nello specifico, la prima data è il termine ultimo per l’invio delle comunicazioni polivalenti all’Agenzia delle Entrate per tutti quei soggetti che liquidino l’imposta con cadenza mensile, mentre la seconda, il 22 aprile riguarda coloro che svolgano gli adempimenti relativi all’imposta ogni 90 giorni.

Le regole però, anche nel 2014, non saranno uguali per tutti, dal momento che per commercianti e agenzie viaggi rimarranno valide le modalità di semplificazione già sperimentate con gli invii relativi alle spese del 2012.

A essere vagliate dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di queste categorie, comunque, saranno solo le spese a partire da 3600 euro Iva inclusa, a meno che il saldo non sia stato effettuato ricorrendo a carte di credito o prepagate.

L’emissione della fattura non esime dall’obbligo di comunicazione senza tenere conto dell’entità dell’importo, benché, per queste categorie, sia ancora vigente, come detto, il minimo di 3600 euro per i controlli del fisco. Dal prossimo anno, invece, anche a agenzie viaggio e commercianti toccherà inviare tutte le comunicazioni sulle operazioni svolte ai fini di Iva, come per gli altri soggetti interessati dallo spesometro.

Cosa accade, invece, in caso di operazioni non soggette a regime di Iva per ragioni territoriali, ma pur sempre da rendicontare tramite fattura e dichiarazione alle Entrate? Al momento, l’Agenzia non si è espressa ufficialmente su tale argomento. In linea di massima, anche se per evitare ravvedimenti postumi da parte del fisco – tutt’altro che imprevedibili – si consiglia di inserire anche questo genere di investimenti, come import-export, cessioni di beni e prestazioni di servizi, o, ancora, gli importi oltre i 3mila e 600 euro ma saldati tramite pagamento elettronico, benché, tecnicamente, non vagliabili da parte dello spesometro.

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