Imu 2013: è il giorno del decreto. Letta “niente miracoli”

Redazione 17/05/13
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Abitazioni principali con le relative pertinenze, cooperative edilizie a proprietà indivisa, gli Iacp e gli immobili rurali; queste sono le categorie a cui è riservato lo stop dell’acconto di giugno dell’Imu. E’ facile dedurre dal precedente elenco che non godono invece dello stesso privilegio proprietari di ville, castelli e di immobili signorili. Questi provvedimenti saranno fortemente correlati a una clausola precisa di salvaguardia, ossia entro il prossimo 31 agosto il Governo deve aver compiuto la riforma dell’imposizione sui patrimoni immobiliari all’insegna della “service tax”.

Dunque tutti i contribuenti dovranno tornare alla cassa entro il 16 settembre 2013 per corrispondere l’Imu sospesa a giugno, anche se va detto che il termine potrebbe essere posticipato ad ottobre come ha affermato il ministro Delrio alla conclusione del summit di ieri tra Anci e Governo in merito al testo del decreto. Dunque sono quelle precedenti le indicazioni principali sui cui si strutturerà il decreto legge con cui oggi il Governo bloccherà il pagamento dell’imposta municipale anche se come ha tenuto a sottolineare il premier Letta “il decreto di oggi non sarà il decreto dei miracoli”.

Il Dl dovrebbe comunque avere il merito di aprire la strada alla deducibilità dalle imposte dirette, Ires e Irpef, dell’Imu versata dalle imprese sui beni strumentali, inoltre, avrà sicuramente il compito di rifinanziare la Cig in deroga e taglia l’indennità ai parlamentari che sono entrati nella squadra di Governo.Un taglio che vale 600 mila euro impiegato per coprire gli interessi spettanti ai Comuni per il mancato incasso dell’Imu.

Fino all’ultimo, invece, si discuterà sulla possibilità di riservare l’esenzione dell’acconto di giugno ai capannoni industriali anche se è difficile pensare che ci siano sorprese eclatanti in merito, le aziende tuttavia conservano un briciolo di speranza perché l’ultima parola in merito toccherà al Consiglio dei ministri di oggi.

Come ha affermato ieri lo stesso viceministro all’Economia, Stefano Fassina “il Governo sta cercando di fare un intervento realistico sull’Imu, nella consapevolezza delle difficoltà che stanno attraversando adesso le famiglie e le imprese. Credo – ha proseguito – che non verrà dimenticata la parte che riguarda le imprese anche se può essere affrontata con modalità diverse rispetto a quelle previste per la prima casa”. Dello stesso avviso è anche Renato Brunetta, il capogruppo del Pdl alla Camera  che senza giri di parole ha dichiarato “non sarà fatta la riforma complessiva della tassazione immobiliare, compresi i capannoni”.

Sicuro e garantito il blocco dell’Imu di giugno per le cooperative edilizie a proprietà indivisa e per gli alloggi assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o degli enti di edilizia residenziale pubbliche hanno la stessa finalità degli Laep. Dunque il governo ha optato, privilegiando l’equità fiscale, per un intervento selettivo escludendo dalla sospensione gli immobili classificati A/8, abitazione in ville, e A/9, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici. Questa esclusione con ogni probabilità riguarderà anche le abitazioni di tipo signorile classificate A/1.

Il decreto che sarà varato oggi resta comunque “preliminare” della riforma vera e propria dell’imposizione sugli immobili che dovrà essere portata a termine entro il 31 agosto. Una delle ragioni, chiaramente fissate dal Dl, è riconducibile al rispetto degli obiettivi determinati dal Def e in coerenza con gli impegni presi con la Ue. 

Per velocizzare la procedura non è da escludere che il decreto approvato oggi possa intraprendere già la prossima settimana una corsia preferenziale per essere così licenziato a tempo di record dal Parlamento; la maggioranza avrebbe già verificato l’ipotesi di trasferire il Dl Imu – Cig con un emendamento nel decreto sblocca – debiti della PA così da averlo in vigore già l’8 giugno prossimo, bloccando la strada a possibili modifiche in ordine sparso su temi sensibili come l’imposta sugli immobili e la Cassa integrazione tali da cambiare gli equilibri finanziari del provvedimento.

Per quanto concerne, infatti, le risorse necessarie per il rinvio compensando però i Comuni della perdita di gettito di metà giugno, il Governo ricorre a un’anticipazione di tesoreria per circa 2 miliardi pari al 50% dell’imposta sugli immobili versata nel 2012 per le abitazioni principali ad aliquota agevolata del 4 per mille o maggiorata se deliberata dai Comuni. Le somme previste per ciascun municipio saranno comunque riportate in allegato al decreto.

La questione più complicata per il Governo è quella che si affronterà oggi quando dovrà essere avviata la riforma della tassazione dei patrimoni immobiliari che , come sottolinea il decreto legge, dovrà mirare all’inserimento di un prelievo complessivo che consideri anche la Tares e che dovrà rivedere l’intera struttura dell’imposizione fiscale sia a livello statale sia locale. Un impegno ufficiale, dopo gli annunci dei giorni scorsi, di una rivisitazione della “service tax”.

In attesa che la riforma riveda anche il prelievo sui beni delle imprese il Governo promette la deducibilità ai fini dell’Ires e dell’Irpef dell’imposta municipale dovuta da imprese a autonomi sui beni impiegati per attività produttive.

Redazione

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