Imu: Possibile l’incostituzionalità. Come fare ricorso in 3 tappe

Redazione 08/01/13
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Forse non tutti sanno che l’Imu, la tassa che nell’immaginario collettivo più facilmente si associa all’ultimo Governo Monti, non nasce dall’ultimo Governo ma è frutto di una collaborazione precedente, risalente al 2011, tra l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il leghista Roberto Calderoli. 

Proprio come un padre a cui viene sottratto un figlio, Tremonti sta portando avanti una battaglia, come si evince dal sito internet della sua lista “3L”, contro la costituzionalità dell’Imu che ritiene, dopo le modifiche apportate dal Governo tecnico, essere diventata incostituzionale, quindi indica al cittadino le tappe e il metodo per poter far ricorso e percepire un rimborso di quella che, comunemente, viene percepita come la tassa più ingiusta.

Tremonti ha definito l’attuale tassa sugli immobili “irriconoscibile” rispetto a quella indetta nel 2011 che era funzionale al federalismo fiscale, ecco perché l’ex ministro dell’economia si fa portavoce e promotore di questa sorta di crociata contro l’Imu. Come detto, sul suo sito spiega, analizzando nel dettaglio uno step dopo l’altro, il modo per poter ricevere un indennizzo, sperando che questo possa portare dalla sua parte un grande numero di cittadini, che vista la vicinanza delle elezioni potrebbero esprimergli la loro riconoscenza con il voto alle politiche 2013.

Se il tentativo di Tremonti andasse a buon fine, e incontrasse il favore del pubblico, cosa che non è da escludere, la Consulta si vedrebbe subissata di domande di rimborso, il che metterebbe la Consulta nella scomoda posizione di valutare la costituzionalità o meno della tassa che ha aumentato del 60% le rendite catastali e innalzato al 10,6 per mille l’aliquota sulla seconda casa. 

In attesa di questa decisione, l’ex  ministro dell’Economia del governo Berlusconi ha già dichiarato a La 7 i suoi dubbi sulla incostituzionalità dell’Imu “ è disuguaglianza tra cittadini; viola la capacità contributiva, non è un’imposta sulla proprietà, ma contro la proprietà“. Ricevere il rimborso, tuttavia, non è così semplice come ipotizzato, va seguito un iter specifico e preciso che andiamo qui di seguito a spiegare nel dettaglio.

La prima tappa di questo iter è, dunque, la richiesta di rimborso da inviare al comune. Il contribuente dovrà spiegare le motivazioni per cui rivuole quanto erogato con le rate della tassa, per fare ciò è necessario compilare un modulo che indica una sintetica elencazione di tutti i profili di incostituzionalità su cui si fonda l’Imu nella versione dl Salva Italia (dl 201/2011). La crepa principale della struttura fiscale dell’imposta è costituito dalla rivalutazione della base imponibile realizzata “senza alcun collegamento con i valori economici reali e sottostanti”.

I criteri di flessibilità non potevano essere omessi come è stato fatto, sono necessari per una imposta patrimoniale permanente quale l’Imu è, inoltre bisognava tenere conto che invece i valori immobiliari possono crescere ma anche scendere e precipitare visto il periodo di recessione economica. La conseguenza di questa rigidità è che chi ha un reddito adeguato potrà permettersi di pagare, chi non ce l’ha si vedrà praticamente costretto a vendere.

Il secondo passo del rimborso, decorsi 90 giorni dalla proposizione dell’istanza ai Comuni, è il ricorso alla Commissione tributaria, che può avvenire anche qualora il comune non abbia risposto. Ciò che si deve richiedere alla Commissione è l’incostituzionalità dell’Imu e chiedere la remissione degli atti alla Corte Costituzionale. 

Secondo Tremonti, le norme giuridiche infrante sono 3articolo 3 (principio di uguaglianza), articolo 47 (tutela del risparmio) e articolo 53 (principio di capacità contributiva). L’imposta sarebbe incostituzionale, per l’articolo 3, poiché “colpisce la titolarità dei beni immobili, in modo erratico e casuale, senza considerare correttamente il loro valore e la situazione personale dei soggetti passivi”. Il nucleo di questa poca ragionevolezza starebbe nelle sperequazioni inserite nelle valutazioni catastali che, effettivamente, come è stato appurato dai dati di gettito, per una stessa tipologia immobiliare, hanno reso molto più caro il conto per i contribuenti del Nord e dei grandi centri urbani.

L’Imu in versione Monti, per Tremonti, non tiene conto del fatto che una tassa sugli immobili può essere imposta solo nella misura in cui un soggetto può permettersi di pagarla “forme di tassazione patrimoniale immobiliare sono tollerabili” dichiara l’ex ministro dell’economiasolo se commisurate a valori immobiliari ragionevoli, e se di entità moderata, tenendo conto tanto della situazione del soggetto passivo , quanto della congiuntura economica”.

Alla luce di quanto detto l’Imu sarebbe illegittima anche per violazione del principio di capacità contributiva (art. 53 Cost.) in base al quale i cittadini hanno il dovere di concorrere alle spese pubbliche in ottemperanza alle proprie risorse. L’Imu, invece, si fonda su un altro parametro in quanto la sua base imponibile è rappresentata dalle rendite catastali rivalutate che però presentano “rilevantssime e irragionevoli sperequazioni trra territori diversi e addirittura nell’ambito dello stesso territorio“. (centro e periferia per intendersi).

Infine, l’Imu del governo Monti, infrange il principio costituzionale di tutela del risparmio e accesso alla proprietà immobiliare perché colpisce il risparmio investito in immobili, creando due pericolose conseguenze; il crollo delle quotazioni e la corsa alla vendita delle abitazioni, agevolando così solo la speculazione contro ogni logica di efficienza economica.

Redazione

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