Ocse:48 milioni di disoccupati in UE. L’italia è al 9,9%

Redazione 10/07/12
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La disoccupazione in Italia salirà al 9,9%, parola dell‘Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Il dato, già di per sè preoccupante, lo risulta ancora di più se si pensa che è in aumento, le previsioni per il 2013/14 ipotizzano infatti lo sfondamento della doppia cifra percentuale, ma c’è di più, tutti, quanto meno larga parte dei paesi monitorati dall’Ocse presentano situazioni difficili per non dire drammatiche rispetto all’occupazione.

La maglia nera della disoccupazione se la merita la Spagna, è addirittura il 24,6% della popolazione ad essere disoccupata e per quanto lo sia solo dello 0,3% in più rispetto al recente passato,  è un dato in crescita. Le fanno triste compagnia Portogallo ( 15,2%) e Irlanda (14,6%), l’Italia con il suo 9,9% si pone ancora in una posizione mediana, quasi di spartiacque, perché se la situazione è difficile non è compromessa come sembra altrove. Il paese con il tasso più basso di disoccupazione resta la Korea del Sud (3,2%) ma anche qui è in salita e soprattutto ci sono condizioni governative nettamente diverse rispetto all’Europa.

Quello che colpisce però che i più colpiti da questa assenza di lavoro siano i giovani, sono sconfortanti i dati a riguardo, la forbice percentuale di giovani senza lavoro oscilla da un minimo dell’8% in Germania ad un massimo (e che massimo!) del 50% in Spagna e Grecia, praticamente il collasso del mercato del lavoro. Secondo l’Ocse senza una ripresa congiunta delle economie, il dato relativo alla disoccupazione, soprattutto quello pertinente i giovani è destinato a salire senza arrestarsi, anche chi non dispone di competenze specifiche o titoli di studio fatica ad inserirsi nel mondo del lavoro più di quanto non accadesse in precedenza.

Dal momento che la creazione di posti di lavoro nell’area dell’Ocse, sottolinea il rapporto, «continuerà a restare debole in molti paesi dell’Ocse»  il tasso di disoccupazione è destinato a salire in modo sempre più preoccupante sia per i giovani, ma in generale per un mercato del lavoro che non conosce ricambio e che sta diventando sempre più asfittico poichè non ha proposte di lavoro ma solo tagli da fare.

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