Nuove regole sui finanziamenti: la Regione Sicilia faccia un passo indietro!

Redazione 15/12/15
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In queste ore in Sicilia si discute la mozione di sfiducia presentata contro il Presidente della Regione, Rosario Crocetta.

E, tuttavia, mentre l’intera attenzione dei media è rivolta verso questo momento, indubbiamente importante, nelle stesse ore migliaia di imprese siciliane si interrogano sulla propria esistenza in vita.

Non sono parole di circostanza, ma il risultato di una scellerata decisione presa da questo Governo, in danno delle Amministrazioni locali siciliane e delle imprese.

E’ per questo che oggi firmiamo il seguente appello, io a nome dell’Associazione di imprese e professionisti Impresa Europa e l’attento sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, nella qualità di vice presidente di ANCI Sicilia, l’associazione rappresentativa dei Comuni siciliani.

Di seguito, il testo integrale del Comunicato appena diramato.

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Al Presidente della Regione Sicilia

 All’Assessore Regionale dell’Istruzione della Formazione Professionale

 Al Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale

(nella qualità di Autorità di gestione del PO FSE 2007-2013 della Regione Sicilia)

Finanziamenti: la Regione non cambi le regole!

 In data 10 novembre 2015, la Regione Sicilia, tramite il Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione professionale, Dott. Gianni Silva, nella sua qualità di Autorità di gestione del PO FSE 2007-2013, ha emanato il decreto n. 8451, con cui sono state modificate le regole per la rendicontazione e per l’erogazione dei finanziamenti contenute nel Vademecum per gli operatori in attuazione del PO FSE (versione n. 4 del 23 giugno 2011). Al DDG ha fatto seguito un comunicato, contenente le direttive per la chiusura delle operazioni finanziate a valere sul PO FSE Sicilia 2007/2013, nel quale sono state esplicitate le modifiche introdotte.

A un mese e mezzo circa dalla scadenza del termine, la suddetta modifica ha inspiegabilmente posto a carico di tutti i soggetti beneficiari dei finanziamenti – e in primis­ a enti locali, cooperative e imprese del terzo settore – l’obbligo di anticipare e rendicontare tutte le spese relative ai progetti finanziati entro e non oltre il 31 dicembre 2015, anche in assenza e a prescindere dal trasferimento delle somme dovute da parte della Regione, a pena della non ammissibilità delle spese sostenute dopo tale data.

E tale obbligo è stato previsto come presupposto per entrambe le modalità di erogazione del saldo previste dal Vademecum, ovvero sia per l’erogazione previa presentazione di polizza fideiussoria, sia per l’erogazione senza presentazione della polizza.

Appare evidente che siffatta previsione, introdotta in maniera improvvisa e finalizzata a colmare le gravi inadempienze della Regione nella gestione dei fondi strutturali dell’Unione Europea, scarica sui beneficiari dei finanziamenti l’onere, a dir poco gravoso, di reperire e versare le ingenti somme necessarie a procedere alla rendicontazione in un lasso di tempo assolutamente insostenibile, mettendo a serio rischio l’intero settore di riferimento (che costituisce buona parte del tessuto produttivo della Regione), e dunque l’economia generale dell’isola.

Tutto ciò è ulteriormente aggravato dalla circostanza che banche e istituti di credito non sono più disposti a concedere prestiti e finanziamenti alle imprese, proprio perché i crediti vantati nei confronti delle Pubbliche amministrazioni non sono in grado di costituire, allo stato, un’idonea garanzia.

In una situazione economica già di per sé estremamente critica, la richiesta di un’incombenza tanto ineseguibile quanto ingiustificata quale quella prevista dal DDG n. 8451, costituirà dunque il colpo di grazia definitivo per la sopravvivenza stessa dei soggetti interessati, tra cui centinaia di imprese – e con esse i lavoratori e le rispettive famiglie – che erogano servizi alle Pubbliche Amministrazioni, e dunque alla collettività, o che operano nei cantieri aperti in questi anni con i fondi europei.

Entro tale contesto dai risvolti di per sé devastanti, si aggiunge il fatto che le risorse che la Regione si è obbligata ad assicurare ai soggetti beneficiari sono già state versate dall’Unione Europea alla Regione e, probabilmente, utilizzate per far fronte alle spese correnti della Regione stessa. Ciò comporterebbe che a enti ed imprese sarebbe richiesto di anticipare somme dal valore oggettivamente insostenibile, in assenza di alcuna garanzia che le stesse siano poi effettivamente rimborsate dalla Regione alle stesse condizioni ab origine previste.

Ed inoltre, è d’obbligo considerare che la decisione della Regione, proprio per l’enorme difficoltà – se non impossibilità – che enti ed imprese registreranno nel chiudere le rendicontazioni, porterà quasi certamente a dover restituire le somme all’Unione Europea (oltre un miliardo e 200 milioni di euro), concretizzando il collasso generale del sistema.

E’ dunque chiaro che la salvezza del sistema economico siciliano richiede senza alcun dubbio che la Regione trasferisca al più presto ai Comuni e alle imprese, che sono già da tempo prive di liquidità, le somme in conto capitale e quelle relative al fondo di riequilibrio del personale, e soprattutto che richieda con la dovuta determinazione una proroga della data di scadenza per la rendicontazione dei fondi europei, evitando così il rischio della restituzione delle somme all’UE.

In assenza di tali necessari interventi, si prospetta dunque un’inevitabile pioggia di ricorsi avverso l’illegittimità della previsione in oggetto, al fine di far emergere tutte le responsabilità che (solo) la Regione ha in questa partita. Ricorsi che, peraltro, andranno ad aggiungersi al sempre più probabile contenzioso tra stazioni appaltanti, imprese e professionisti per il pagamento di quanto dovuto, nonché al blocco delle opere attualmente in fase di realizzazione.

Gli scriventi chiedono pertanto alla Regione Sicilia di rivalutare le proprie posizioni alla luce di quanto in sintesi evidenziato e di muoversi con decisione e chiarezza, anche coinvolgendo il Governo nazionale, per far sì che la situazione possa rientrare alla normalità senza conseguenze dannose per gli enti locali, per le imprese e per l’intera economia siciliana.

Palermo, 15 dicembre 2015

Paolo Amenta – sindaco di Canicattini Bagni
vicepresidente di ANCI SICILIA – Associazione dei Comuni Siciliani

Avv. Carmelo Giurdanella
presidente di Impresa Europa – Associazione di imprese e professionisti

 

 

 

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