Stabilità 2016, scuola: oltre agli investimenti quali sono i tagli

Redazione 16/10/15
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Tirato dentro alla nuova manovra di Stabilità, tramite una serie di provvedimenti interni, anche il settore della scuola.

INVESTIMENTI ALLA SCUOLA

Nel provvedimento di bilancio approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, saranno stanziati 5 milioni di euro per il concorso a cattedra (LEGGI QUI PER APPROFONDIRE) che potrebbe partire entro il primo dicembre 2015. Sempre ieri, a margine della conferenza stampa di presentazione della legge, si è appresa la notizia sulla possibile evenienza di non avviare il concorso per le classi di concorso con soprannumerari.

Notizia che ha sollevato non poche perplessità in considerazione soprattutto delle difficoltà di attuazione. Nonostante alcune fonti governative abbiano fatto riferimento a 90mila posti banditi, non è ancora certo il numero previsto. Al momento, quello che si sa è che la disponibilità dei posti del bando copre un range che va dai 60mila fino ai 90mila.

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A meno di eventuali dietrofront, verrà poi abolita la norma che pone divieto di supplenza per gli ATA durante i primi sette giorni di assenza. La disposizione varrà 30 milioni di euro. L’interdizione rimarrà valida per il divieto di chiamare a supplenza docenti per il primo giorno di assenza e per gli assistenti tecnico-amministrativi.

TAGLI ALLA SCUOLA

All’interno della nuova finanziaria sono previsti anche tagli per il sistema scolastico che pare ammontino a 350 milioni di euro. Una parte, si parla di 150 milioni, sarà dedotta dal fondo stanziato a seguito dei tagli effettuati dall’allora Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che sono destinati alla valorizzazione della carriera dei docenti.

Sembra che l’Esecutivo ritenga superato il fondo per via dello stanziamento effettuato per il merito, pari a 200 milioni di euro, nella legge 107/2015 (detta La Buona Scuola). Altri fondi, invece, dovrebbero provenire dalle risorse non utilizzate per le supplenze. Un taglio che dovrebbe ammontare a circa 32 milioni di euro, infine, potrebbe derivare da tagli alla formazione dei docenti e alle spese per l’informatizzazione (anche’esse considerate superate a seguito della legge della Buona Scuola).

Redazione

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