Unico 2013: la coincidenza con l’Imu potrebbe valere la proroga

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Una proroga per la scadenze di versamento concernenti il modello Unico 2013 e all’Imu, sarebbe assolutamente necessaria e non sarebbe sicuramente dettata semplicemente da tattiche dilatorie ma costituirebbe un enorme vantaggio per l’interesse generale. La richiesta effettuata coralmente da oltre 60 Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili  ancora attende una risposta formale da parte del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

In una articolata lettera gli Ordini principali e più importanti, per mezzo dei loro presidenti hanno esposto le ragioni sostanziali di primaria importanza che li spingono a richiedere a gran voce la proroga. In realtà la richiesta non ha un carattere conflittuale ma è volta a migliorare una possibile collaborazione tra istituzioni, Mef e Agenzia delle Entrate, e Ordini.

L’istanza proposta dagli ordini si basa su constatazioni di natura oggettiva in merito al corretto espletamento di tutte le procedure, soprattutto dalla costatazione che, a meno di un mese dalla data di scadenza ” i commercialisti non dispongono degli strumenti necessari per liquidare correttamente le imposte dovute”. Le preoccupazioni principali sono destinate all’assenza della versione finale, quella fornita degli ultimi  correttivi agli studi di settore, del software Ge.Ri.Co che non è stata ancora licenziata  dall’Agenzia delle Entrate.

Questa situazione come sottolineato nella lettera “rende quanto mai problematica la determinazione definitiva e puntuale  delle imposte, in quanto le risultanze degli studi di settore determinano, sovente, scelte del contribuente che influiscono sulla quantificazione dei tributi dovuti”. In pratica gli ordini hanno voluto identificare  un contesto critico e problematico, con ostacoli obbiettivi, nonostante l’intendo di voler svolgere la propria professione di cerniera tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria.

La scadenza del 17 giugno, tra l’altro, coincide con quella per il versamento  dell’acconto dell’Imu che, come è noto, anche per effetto della sospensione del pagamento per determinate tipologie di immobili, non ha un quadro applicativo chiaro. La possibilità di una proroga, fosse anche di soli 20 giorni, posticipando così all‘8 luglio la scadenza, sarebbe già sufficiente a garantire un punto di equilibrio. Del resto sarebbe una soluzione in linea  con quanto già fatto nel passato quando sono state messe in atto altre proroghe rispetto ai termini ordinari.

La realtà si presenta comunque molto complessa, i commercialisti di fatto non hanno gli strumenti per lavorare e hanno cercato con la lettera di sensibilizzare  il ministro compiendo un gesto responsabile. L’importanza della richiesta inoltrata è evidente anche dallo spazio che l’iniziativa ha trovato nella carta stampata e presso gli organi di informazione che, con ogni probabilità, hanno capito l’importanza della questione.

L’intento degli Ordini dei commercialisti è quello di assicurare in una fase difficile del Paese la certezza degli strumenti mirati a determinare il dovuto, l’auspicio dunque è quello che la decisione non arrivi troppo a ridosso della scadenza ma il prima possibile, perché mentre si attende il rinvio molti commercialisti si stanno già sottoponendo ad un intenso lavoro per tentare di rispettare la scadenza iniziale.

 

Alessandro Camillini

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