Elezioni regionali 2013: Risultato clamoroso nel Lazio avanti il Pdl

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In questi giorni non si è fatto altro che parlare della Lombardia, di quanto fosse importante nella corsa alla vittoria per ottenere la maggioranza in Senato e questo ha oscurato inevitabilmente la situazione riguardante un’altra regione spesso nevralgica nello scacchiere politico italiano, il Lazio. Qui la partita delle regionali doveva essere scontata perché, come in Lombardia, il peso degli scandali avrebbe dovuto schiacciare il centro destra e spalancare la vittoria al centro sinistra.

Al momento non è così, anzi, Storace resiste in testa, un risultato a dir poco impensabile partendo dalle proiezioni che lo davano in un baratro di oltre dieci punti prima, e di 6 subito dopo l’inizio dello scrutinio. Ora è vero che mancano ancora numerose sezioni, la stragrande maggioranza, ma il fatto che continui a stare davanti e a farlo in modo costante (margine di 700 voti stabile) lascia pensare che si possa aprire uno scenario che nessuno aveva ipotizzato.

Sarebbe la vera e assoluta sorpresa delle elezioni regionali la vittoria del centro destra nel Lazio che, alla luce dello scrutinio, in ogni caso, qualsiasi sarà il risultato recupera credibilità politica almeno nei consensi, lasciandosi così alle spalle la sanguinosa parentesi di “Er – Batman” e giunta Polverini che aveva fatto pensare ad una vera e propria impresentabilità del Pdl alle elezioni regionali.

Le cose, invece, stanno andando diversamente e complice quel dispiegarsi di liste civetta, che raccolgono voti che alla fine non diventano marginali ma rappresentano contributi preziosi, così i 12 partiti che si presentano a sostegno di Storace si fanno inevitabilmente sentire sul piano numerico a fronte dei soli 5 che supportano Zingaretti. Questa situazione ricorda, a parti invertite, quella delle elezioni in cui l’Unione, nella sorpresa generale, vinse le elezioni sul filo di lana contro la Casa delle Libertà grazie a quella costellazione di alleati che portarono quelle percentuali necessarie per strappare la leadership del Paese a Berlusconi.

 

Alessandro Camillini

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