Riforma del condominio: arrivano le critiche sugli animali in casa

Redazione 08/10/12
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Animali in appartamento, quella norma va cambiata subito”. A lanciare il grido d’allarme è la Sivae – Società Italiana Veterinari Animali Esotici – secondo cui la novità che, allegata alla riforma del condominio, bandisce qualsiasi tipo di divieto per la detenzione di animali tra le mura casalinghe, anche nelle strutture a residenza plurima, in realtà potrebbe sortire effetti tragicomici, quando non nulli o, peggio ancora, dannosi.

“Non si tratta, infatti, di una vera conquista né per gli animali né per milioni di famiglie che già oggi vivono con innocui (e silenziosi) criceti, pesci e rettili legalmente detenuti”: questa, in sintesi, la presa di posizione dei veterinari della Sivae, che denunciano come dalla legge siano esclusi canarini e cocorite, ma possano essere inclusi maiali o altri animali da fattoria.

Il parere della Sivae, infatti, non esclude a situazioni al limite dell’assurdo, del tipo: “Porto la mia capretta al piano terra, la faccio brucare un’oretta in cortile”. Una situazione che, alla luce del “vietato vietare” imposto sulla legge ora al Senato per l’ok definitivo, potrebbe riaccendere più di qualche malumore tra i più litigiosi dirimpettai.

Fuor di paradosso, l’inghippo sta tutto nella dicitura “domestico“, laddove, nella riforma del condominio, si prevede che: ““Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.

Una terminologia impropria, dettata più dal senso comune che dalle disposizioni giuridiche, in quanto, ricorda la Sivae “la definizione “domestico” non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l’uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall’ancestrale selvatico. In questo senso sono sì “domestici” il cane ed il gatto, ma lo sono anche l’asino e la capra che senz’altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento”.

Insomma, in linea teorica non dovrebbe esserci nulla di illecito nel prendere l’ascensore con il proprio asinello. E, cosa ancor più inattesa, la categoria non include altri animali come il criceto “appena incamminato sulla strada della domesticazione rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici: un furetto, che per tutti i non addetti ai lavori è “un animale selvatico che dovrebbe stare libero nei boschi” è invece un animale domestico a tutti gli effetti, con chiare differenze dovute a selezione artificiale rispetto all’ancestrale selvatico, la puzzola europea”.

Insomma, dall’intento libertario alla confusione bio-anatomica il passo è davvero breve: ” Non si può, infatti, dire che abbia vinto il principio “vietato vietare” – fa notare la Sivae – perché molte comunissime specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate per colpa del dichiarato intento, del Legislatore e del Governo, di impedire la detenzione di animali “esotici” d’affezione. Che nell’immaginario comune sono pericolosi“.

Allora, ecco che andrebbe seguita una linea più severa, che tenga conto dei cosiddetti animali esotici d’affezione: “Il Legislatore associa l’aggettivo “esotico” – per retaggi culturali atavici – al concetto di “strano e sconveniente”. Il pregiudizio è evidente nel banale esempio del serpente, riecheggiato in Aula per una biblica memoria che lo vuole “pericoloso”.

Insomma, la mano delle Commissioni che hanno modificato e poi approvato la norma in oggetto sarebbe stata guidata da un eccesso di leggerezza. “Il Parlamento non dovrebbe legiferare sulla base di luoghi comuni e preconcetti – dicono i veterinari – ma dovrebbe affidarsi ad un maggiore rigore scientifico; se lo facesse saprebbe che il criceto non è domestico, che i serpenti possono essere detenuti legalmente senza presentare il minimo profilo di innocuità”.

Ciò che non è stato preso in considerazione dai legislatori è invece che “gli animali “esotici” d’affezione sono i meno frequentemente citati nelle controversie condominiali, perché silenziosi nella stragrande maggioranza dei casi e privi di rischi per l’incolumità pubblica“.

Leggi il testo integrale della riforma del condominio

Redazione

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