Carceri, un disegno di legge a settembre?

Redazione 21/08/12
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Agenda già fitta per settembre in Parlamento: oltre alla seconda fase della spending review, l’unificazione dei testi pro esodati e le misure di abbattimento del debito pubblico, tra gli impegni già fissati per fine estate ai nostri rappresentanti piomba anche un disegno di legge per sbloccare la melmosa situazione delle carceri italiane. 

La conferma è arrivata dal ministro della Giustizia Paola Severino che, in visita in uno dei luoghi simbolo del sistema carcerario italiano, il complesso di Regina Coeli a Roma, ha aggiunto una nuova, importante tappa al suo tour nelle carceri, per constatare di persona le condizioni dei detenuti. E in occasione di uno degli istituti più famosi d’Italia è stato confermato per l’autunno l’atteso progetto di riforma dei penitenziari italiani, vessati da sovraffollamento, condizioni spesso precarie per i detenuti e percorsi riabilitativi spesso abortiti.

E proprio per sanare queste ferite dovrebbe essere messo a punto, secondo gli auspici del ministro Severino, un testo finalmente attento alle esigenze della folta popolazione carceraria. L’annuncio del Guardasigilli, secondo i resoconti della visita, è stato preceduto (e seguito) da un’ovazione da parte dei detenuti, che hanno inneggiato al pragmatismo dell’ospite d’onore, in particolare quando ha promesso di voler agire soltanto nei confronti dei carcerati nell’esclusivo nome della “concretezza“.

Aspetto certamente prioritario della riforma delle carceri, come ha avuto modo di riconoscere la stessa Severino nella sua visita a regina Coeli, è mettere a punto un sistema sanitario efficiente nelle case circondariali di tutto il Paese. Problemi di malattie depressive, dovute alla condizione di prigionia e di distacco dalla società e dagli affetti, sono solo la punta dell’iceberg per stutture che, in molti casi, non riescono a rispondere neanche alle esigenze più comuni dei detenuti in fatto di salute.

Ne è un esempio proprio Regina Coeli, istituto che si fregiava di un centro clinico dotato di ben due sale operatorie, oggi non attive, ma che dovrebbero ripartire con la nuova legge. A fianco a questi servizi di medicina, poi, verranno approntate pratiche di assistenza e di sostegno psicologico per i detenuti, spesso provocati dalla lentezza del sistema giustizia che lascia tanti imputati dietro le sbarre in attesa di una sentenza che non arriva mai. Una condizione di assoluta incertezza, che molti detenuti devono vivere nell’ambiente carcerario pur non avendo ottenuto condanna formale per le accuse ricevute.

Per chi, invece, la condanna l’ha ricevuta e sconta la pena in attesa di ritornare un libero cittadino, il ministro della Giustizia ha chiarito come il progetto di riforma dell’ordinamento carcerario non potrà prescindere dall’inserimento di strumenti alternativi alla mera detenzione in cella, che prevedano anche periodi di prova presso i servizi sociali e, naturalmente, gli arresti domiciliari. Questo, è facile prevedere, porterà anche a una riduzione dei detenuti in carico al sistema carcerario italiano, soprattutto per quanto concerne le pene più brevi.

Per saperne di più, non resta che aspettare la fine di settembre, termine entro il quale Paola Severino ha assicurato che verrà predisposto e mandato all’esame delle Camere il disegno di legge promesso.

Redazione

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