Tubercolosi al Gemelli, il Consiglio di Stato si schiera con il Policlinico

Redazione 02/04/12
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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Codacons sulla vicenda della tubercolosi fra i neonati del Policlinico Gemelli.

La terza sezione dell’organo di appello della giustizia amministrativa ha infatti respinto, con ordinanza n. 1293 depositata lo scorso 30 marzo, l’istanza promossa dal Codacons nei confronti del Policlinico Gemelli con la quale si chiedeva che fosse data esecuzione all’ordinanza cautelare n. 4985 dell’11 novembre 2011 adottata dalla stessa sezione. In quest’ultima, i giudici di Palazzo Spada, in parziale riforma dell’ordinanza del T.A.R. Lazio n. 3539 del 2011, ritenevano che “sulla base delle disposizioni contenute nelle Linee Guida e degli accertamenti fino ad oggi compiuti sui bambini nati nel reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli, i test di controllo dovranno essere effettuati, su base volontaria, su tutti i bambini nati nei tre mesi antecedenti la data di nascita della bambina risultata certamente affetta da TBC e, nel caso fossero accertati ulteriori casi di positività, anche nei confronti dei bambini nati nei tre mesi precedenti l’ultimo caso di infezione eventualmente accertato estendendo l’indagine, sempre nel rispetto dei criteri dettati nelle indicate Linee Guida, al massimo fino alla data in cui l’infermiera risultata colpita dall’infezione ha preso servizio nel reparto”.

La stessa sezione del Consiglio di Stato, con l’ordinanza n. 5568 del 16 dicembre 2011, aveva già respinto un’analoga richiesta del Codacons sulle presunte inadempienze della Regione Lazio e del Policlinico e sulla necessità di procedere ulteriormente a ritroso nell’esecuzione dell’indagine epidemiologica a suo tempo avviata per il caso dell’infermiera del reparto di neonatologia affetta da Tbc in assenza di evidenze di casi di infezione accertati.

Ma il Consiglio di Stato ancora una volta ribadisce che la Asl ha operato correttamente nella gestione della situazione e dei controlli per individuare i neonati positivi al batterio. Operazioni che “l’amministrazione – scrivono i magistrati – ha in gran parte eseguito e, per la residua parte, ha dimostrato di voler eseguire correttamente”.

Riprendendo le conclusioni alle quali era già arrivata nell’ordinanza precedente, la terza sezione afferma che “non risulta giustificata … la possibile estensione dei test nei confronti dei bambini nati prima del 22 dicembre 2010, tenuto anche conto che, come emerge dagli atti, la positività accertata in alcuni bambini con il metodo Quantiferon non risulta poi confermata dagli altri accertamenti ai quali gli stessi bambini sono stati sottoposti con metodi di indagine più affidabili”. Fermo restando, aggiungono i giudici, “che qualora dovesse essere confermata, anche ai successivi test, la positività di qualcuno dei bambini ancora non negativi al Quantiferon, l’amministrazione dovrebbe procedere ad ulteriori test sui bambini nati nei 3 mesi precedenti“.

Per il Codacons, il Consiglio di Stato ha dunque chiarito il principio secondo cui, in caso di positività ai test sulla Tbc, i controlli sui bambini devono andare indietro di 3 mesi. “Ciò significa che la retrodatazione dei test va obbligatoriamente eseguita in caso di positività e non di infezione conclamata“, affermano i legali dell’associazione dei consumatori.

Il Policlino Gemelli sottolinea invece il fatto che, secondo il Consiglio di Stato, “nessun caso ulteriore di malattia è stato accertato; tutti i bambini positivi al Quantiferon sono stati poi sottoposti a profilassi e che l’interruzione delle terapie è stata subordinata all’accertata negatività a tutti i test effettuati; solo pochi bambini, pur essendo risultati non positivi ai diversi accertamenti compiuti, sono risultati ancora positivi al Quantiferon e per questo saranno sottoposti a altri controlli”. Non solo quindi, ricorda il Gemelli, viene ribadito come a tutt’oggi il solo caso di tubercolosi accertata resti quello della bambina nata il 22 marzo 2011, non solo poi viene riaffermato che la positività al Quantiferon non consenta di pervenire all’automatica dimostrazione di una condizione di infezione tubercolare accertata per i neonati dal 22.12.2010 al 28.07.2010, ma viene riconosciuta la giustificazione della profilassi quale misura adottata a scopo cautelativo a beneficio dei soli bambini risultati positivi al test Quantiferon. E quindi, concludono dal Gemelli, “le scelte eseguite dalla Regione Lazio e dal Policlinico Gemelli sulla vicenda Tbc si sono rivelate fin qui corrette“.

Qui il testo integrale dell’ordinanza del Consiglio di Stato n. 1293 depositata lo scorso 30 marzo

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