Un anno di (pochi) libri

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Outside of a dog, a book is man’s best friend. Inside of a dog it’s too dark to read (All’infuori del cane, il libro è il migliore amico dell’uomo. All’interno di un cane è troppo scuro per leggere). Groucho Marx

Un mio collega una volta mi disse che i professori universitari (almeno quelli che insegnano materie giuridiche) non si limitano a non leggere libri di diritto. No, fanno di più. Non leggono e basta.

Raccolgo, allora, l’invito dell’amico Carmelo Giurdanella e provo a smentire questa opinione, purtroppo solo in parte falsa. Da sempre sono convinto che le valutazioni imposte dal Ministero non dovrebbero fondarsi solo su quanto scriviamo, ma soprattutto su quanto leggiamo.

Raccolgo l’invito anche per un altro motivo. Qualche tempo fa, occasionalmente, scrivevo un blog. Nulla di paragonabile a quanto fanno altri, aggiornatissimi sulle novità e attentissimi ad aggiornarci sulle loro. No, il mio era un diario più tradizionale, personale, alle volte perfino intimo (ma erano messaggi lanciati nella bottiglia e scritti in una sorta di lessico familiare). E ogni pagina del blog si chiudeva con un consiglio di lettura.

Ho visto che il primo ad essersi cimentato con questa piccola impresa è stato Giovanni Ziccardi. Ma Zic è un lettore serio, attento, pignolo, rigoroso, costante. Tutte doti che mi mancano. Per cui – metto le mani avanti – il mio elenco sarà molto meno ordinato e molto più anarchico del suo. E, soprattutto, molto più povero: ho letto non più di 30/40 libri; Giovanni ne ha letti 100. Non c’è partita.

Citerò i libri come mi vengono in mente, sicuramente dimenticandone qualcuno.

Ricordo che l’anno si è chiuso con la lettura dell’ultimo libro di Aldo Nove. Un pugno in pancia, ma Nove è nella top 5 degli scrittori italiani. Bravissimo e libro da leggere assolutamente. In questa immaginaria top list (una cosa un po’ alla Nick Hornby, per rimanere in campo letterario), rientra sicuramente Ammaniti, che, invece, ha aperto il mio anno. Anche il suo ultimo libro è un piccolo (forse neanche così piccolo) capolavoro: peccato che intorno ad Ammaniti vi sia uno strano e un po’ perfido snobismo. Sempre ad inizio d’anno, ricordo di aver letto “Momenti di trascurabile felicità” di Piccolo: un gioiellino, molto divertente (ma, apprezzata l’intuizione iniziale, forse un po’ furbetto).

Nello stesso periodo ho letto Cristo col fucile in spalla di Kapuscinski. Probabilmente il suo libro che ho apprezzato di meno, ma bisogna suggerire Kapuscinski a chi ancora non l’ha letto.

Alcuni libri in inglese (che però trovate anche in italiano). Disgrace di Coetzee, che ho letto per un tempo immemorabile (c’ha messo meno lui a scriverlo che io a leggerlo): dieci e lode. One Day di David Nicholls, diventato un best seller mondiale: ricordo solo di averlo acquistato a marzo, mentre ero perso nella stazione di Francoforte. Sempre in quel periodo ho acquistato, ma non ho finito di leggere, The Damned Utd (o era il 2010?).

A differenza di Ziccardi, non mi appassionano i legal thriller o i libri in cui ci sono giudici e avvocati. Però ho letto, per la prima volta, un libro di Carofiglio e mi è piaciuto molto. Dubito che ne leggerò altri.

Allo stesso modo, non parlerò di libri giuridici. Ma faccio volentieri un’eccezione per la traduzione italiana del libro di Toni Fine sul diritto americano, curato dalla mia grande amica Alessandra Pera. Peccato solo che sia edito da un editore “minore” e che non abbia avuto la diffusione che probabilmente avrebbe meritato.

Quest’estate due libri sulla censura. L’importante è proibire, sulla musica, e Il cinema come nessuno ve l’ha mai raccontato: in entrambi aneddoti molto divertenti. Poi, sempre d’estate, un libro sul mondo del gioco: Lo Stato bisca, interessante, ma un po’ manicheo.

Marias, All Souls: chi ha vissuto qualche tempo a Oxford – a me è capitato qualche anno fa – non può che riconoscersi appieno nella vita un po’ fusty e un po’ fake della (bellissima) cittadina universitaria.

Una biografia strana di Gigi Meroni: poche cose posseggono la poesia del calcio. Poi un libro sulla Bauhaus e un altro sull’arte viennese di inizio secolo. Ho riletto alcune poesie da una raccolta Einaudi sui poeti italiani del novecento: Gatto e Cardarelli, in questo periodo, i miei preferiti. Un altro libro “ripreso” è La mia Australia, di Sally Morgan. Così come Bar dello sport di Benni, che mia sorella mi consigliava di leggere da almeno quindici anni.

Alcune guide e libri sui viaggi, soprattutto dei posti visitati. Segnalo il migliore e il peggiore: un libro di fotografie sull’Australia (il titolo non lo ricordo, ma in copertina c’è Ayers Rock) e una guida sul Canada, che credo di aver abbandonato volentieri sul volo di andata (National Geographic, non c’è neanche la cartina).

Ho letto due volte Quest’estate forse non vado al mare di Gianfranco Marziano. Marziano è salernitano come me, ma, a differenza mia, è un genio. Assoluto. Puro.

Forse ricordiamo gli ultimi libri che leggiamo come i più belli. Non lo so, sinceramente. Ma “Lettera a D. Storia di un amore” di Gorz, uscito qualche anno fa, è uno scritto in cui intensità e delicatezza si coniugano con perfetta armonia. Compratelo, regalatelo, fatevelo regalare: insomma, leggetelo e fatelo leggere.

Adesso sto finendo un libro di Petroni, Il nome delle parole, dove si parla anche dell’amore per la lettura.

Mi fermo qua. Non sono riuscito a smentire la diceria: leggo poco e cose molto ordinarie.

Carmelo, la prossima volta chiedi a mia moglie Adriana, che legge, come Ziccardi, 150 libri all’anno, o al mio amico Corrado De Rosa, che non cambia casa perché altrimenti smetterebbe di comprare libri (ecco un altro libro letto: i suoi I medici della camorra, splendido esempio per gli appassionati di letteratura sulla camorra).

Mi ero ripromesso di finire l’elenco prima di Natale. Ce l’ho fatta per l’Epifania. La befana, si sa, ama regalare libri.

Auguri a tutti.

Giovanni Maria Riccio

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