Incubo Spagna: Rajoy taglia le tredicesime ai deputati, Madrid piena di sangue

I miliardi dell’Eurogruppo, ben 30 e destinati alla ricapitalizzazione degli istituti di credito, stanno per arrivare , ma la Spagna sta pagando carissimo il prezzo degli aiuti, mostrandosi in mondovisione come mai l’avevamo vista dopo il secondo dopoguerra. La crisi è arrivata veramente a livelli insostenibili, e come successe in Grecia nell’immediata precedenza delle elezioni il rischio di guerra civile, alla lunga, è abbastanza elevato.

Chissà se anche in Italia bisognerà arrivare alle pietre e ai bastoni in piazza, prima di prendere provvedimenti impopolari ma forse necessari tipo quelli che ha ‘ordinato’ Mariano Rajoy, solamente un paio di domeniche fa felice e inneggiato assieme a Iniesta, Xavi e tutta la “Roja” con la Coppa di campioni d’Europa in mano e adesso ferocemente contestato, in particolare dai minatori delle Asturie che da oltre un mese sono in sciopero per i tagli contro i sussidi per le miniere del carbone. Ma stavolta le bandiere, i cori e gli striscioni, hanno lasciato spazio ad una vera rivolta popolare. E vedere Madrid piena di sangue – 76 persone ferite tra le quali 33 agenti di polizia – va troppo oltre alle nostre rappresentazioni da “Ramblas” e “Tapas”, o al massimo da Plaza de Toros. Questo è un nuovo confine fisiologico ma al quale non eravamo più abituati. Scene assieme tremendamente crude e altrettanto tremendamente reali, che forse non pensiamo ancora possano succedere a Roma, a Genova o a Torino ma che per forza di cose devono proporre un confronto e un’approfondita analisi, anche in termini di riforme, tra Italia e Spagna.

E allora via con le domande economiche: basterà l’aumento di 3 punti percentuali dell’Iva, dal 18 al 21%, appena deliberato da Rajoy? E la soppressione della tredicesima mensilità agli statali, che comprendono però non solo gli impiegati comuni, come da noi, ma anche i parlamentari e le alte cariche pubbliche? Non solo: nella spending review iberica c’è spazio per una drastica riduzione delle ferie e dei permessi sindacali, così come scenderà del 30% il numero dei consiglieri locali e diminuiranno le indennità per i sindaci. Entro il 2014, questa forma pesante di asuterity dovrà far risparmiare ai “campioni” 65 miliardi, contro i 25 previsti da Mario Monti per il Belpaese. Certo, il debito è diverso, e la Spagna non produce perché non ha mai avuto ne probabilmente mai avrà un tessuto imprenditoriale come il nostro, che però ultimamente usiamo poco e molto male.

Il parallelo tra Mario Monti e Mariano Rajoy quindi non sarà forse ancora così immediato, ma poi leggi i virgolettati e ti rendi conto che tutta questa distanza non c’è. “Viviamo in un momento cruciale che determinerà il nostro futuro e quello dei nostri giovani, del nostro welfare. Dobbiamo uscire da questa voragine. E dobbiamo farlo il prima possibile: non c’è spazio per fantasie o improvvisazioni a braccio, perché non c’è scelta”, ha detto il capo dell’Esecutivo spagnolo. Se pensiamo che in Italia c’è anche qualche deputato che si è lamentato per dover restare al lavoro a Ferragosto, beh, significa o che siamo messi molto meglio di loro o che non ci rendiamo conto di come siamo messi. Considerando la nostra storia, così simile per certi versi a quella dei cugini che ci hanno tolto da sotto il naso la Coppa, c’è da aver paura per davvero.

Matteo Peppucci

Classe ’78, mi sono laureato in Economia Aziendale nel 2003 ma la mia sterminata, totale e viscerale passione per il giornalismo e la comunicazione (sono giornalista pubblicista dal 2008) mi hanno ben presto portato a un determinante cambiamento di rotta, che io preferisco comunq…Continua a leggere

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento