Home restaurant, cosa fare per avviare l’attività

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Le ingenti imposte sugli immobili e le difficoltà del mercato immobiliare, magari unite alla necessità di trovare o ritrovare un impiego in tempi di crisi, sono leve motivazionali importanti che stanno spingendo molte persone a sviluppare iniziative legate alla gastronomia domestica.

Proseguendo il nostro viaggio all’interno del libro “Home restaurant & dintorni”, che spiega tutto ciò che bisogna sapere per avviare un’attività in questo affascinante mondo, ci occupiamo adesso degli adempimenti burocratici. In sostanza, dobbiamo chiederci quali pratiche presentare per l’avvio di un’attività di gastronomia domestica.

Cosa accade se un privato cittadino, interessato ad avviare un’attività di gastronomia domestica, si rivolge al proprio Comune per sapere quali pratiche deve presentare?

Nella stragrande maggioranza dei casi, otterrebbe risposte di questo tipo: “In casa non si può fare, occorre un locale a destinazione diversa”. Oppure: “Non ne sappiamo nulla, è la prima volta che qualcuno ce lo chiede”. O invece: “Sì, ne abbiamo sentito parlare, ma dobbiamo documentarci”. O ancora: “La normativa non è completa per tutti i casi, per cui per adesso non si può fare nulla, aspettiamo che esca una Legge o una Circolare”.

C’è però anche chi una soluzione l’avrebbe trovata: “I requisiti sono gli stessi che occorrono per la ristorazione tradizionale, altrimenti sarebbe discriminatorio nei confronti dei negozi e dei locali pubblici tradizionali”. Fino a maggio 2017, lo scenario era ulteriormente offuscato dalla mancanza di una modulistica che contemplasse espressamente l’attività di home restaurant e di produzione laboratoriale domestica.

E invece, anche in mancanza di una legge specifica, le attività di gastronomia domestica sono del tutto lecite nel rispetto di alcune condizioni.

Al fine di costituire uno strumento di immediata utilità e applicazione per i futuri cuochi domestici, il volume indica le soluzioni più aderenti allo stato attuale della disciplina, che per quanto lacunosa e criticabile, costituisce un punto di riferimento imprescindibile per evitare problemi in sede di controllo. Lo sanno bene quegli operatori che sono stati sanzionati a seguito di un controllo dei NAS per mancanza della notifica sanitaria e del manuale di autocontrollo.

Documentazione da presentare

Dunque, ad oggi, per aprire un home restaurant occorre presentare al SUAP comunale una “Segnalazione certificata di inizio attività” (Scia), accompagnata dalla notifica sanitaria, che il SUAP dovrà inviare al l’Azienda Usl.

Ma perché per aprire un home restaurant occorre inviare una Scia al Comune? L’adempimento è necessario in quanto per il nostro ordinamento si tratta di attività di somministrazione, anche se, contrariamente all’interpretazione ministeriale, l’abitazione privata non può essere considerata alla stregua di un “pubblico esercizio”.

La notifica per l’Ausl è invece necessaria perché il cuoco domestico rientra a pieno titolo nella figura di “operatore del settore alimentare” prevista dal “pacchetto igiene”, quell’insieme di norme europee finalizzate a tutelare l’igiene degli alimenti e la sicurezza.

Del resto, anche i maggiori rappresentanti del settore, in alcuni gruppi social sull’argomento, hanno ammesso che aprire un home restaurant senza Scia e notifica espone i cuochi domestici al concreto rischio di essere sanzionati e anche pesantemente.

L’autore non manca tuttavia di rilevare come molti degli adempimenti e dei requisiti previsti dalle attuali norme sono criticabili o comunque non applicabili alla gastronomia domestica perché sproporzionati, anche se la sicurezza dei consumatori e l’igiene alimentare vanno tutelate con priorità.

Tra le tante critiche mosse all’impostazione restrittiva che caratterizza l’attuale proposta di legge ferma in Senato, ricordiamo il divieto di abbinare l’offerta gastronomica alla ricettività, essendo ben possibile che alla domanda di cibo offerto in località spesso fuori mano, si abbini l’esigenza di alloggiare almeno per una notte. Come ha ben rilevato l’Autorità antitrust, si tratta di limitazioni ingiustificate e discriminatorie.

Nuova modulistica

Da luglio 2017 è operativa la nuova modulistica unificata standard per Scia e notifica, uguale e obbligatoria per tutti i Comuni. La nuova Notifica sanitaria riporta anche la voce “Home restaurant” all’interno della tipologia “Ristorazione”, mentre per le produzioni laboratoriali domestiche, nella modulistica unica è presente la voce “Produzione di alimenti in cucina domestica (home food)”.

Le attività di gastronomia domestica, oltre all’home restaurant, comprendono anche laboratori, home catering, cuoco a domicilio, eventi di social eating.

Per saperne di più sulle varie attività di gastronomia domestica e i vari requisiti consigliamo la lettura di

 

Michele Deodati

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