Daniele Lavore

Daniele Lavore

Quando, all’età di quasi quatto anni, a bordo della mia automobilina a pedali porto il panettone al vigile urbano assiso sulla pedana nella piazza del mio paese (Vittoria, in provincia di Ragusa) in occasione della “strenna del vigile” (giorno dell’epifania del 1959), mio nonno vicesegretario comunale (poi segretario comunale) mi accompagna con lo sguardo d’amore misto a stupore propri dei nonni e, forse, immagina già per me un cammino sulla via del Comune.
Dopo gli studi classici, mio grande debito-legame con mio padre Virgilio, e la laurea in giurisprudenza, la mia “automobile a pedali” mi porta a Bergamo, dove scopro il mondo dei Comuni. Da segretario comunale mi appassiona, da quel momento, l’Odissea degli enti locali e, iscritta in essa, quella della categoria dei segretari. Lo scorso anno, dopo un viaggio durato più di trent’anni nella bergamasca, sono approdato sulla sponda milanese dell’Adda.
Il Comune più piccolo tra le mie sedi di lavoro: Cassiglio (141 abitanti), prima sede di lavoro. Il Comune più grande: Cassano d’Adda (quasi 19.000 abitanti), sede attuale di servizio.

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