“L’ultimo hacker” di Giovanni Ziccardi

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Quando leggerete “L’ultimo hacker” un intimo e profondo senso di inquietudine vi accompagnerà dalla prima all’ultima pagina.

E quando avrete chiuso il libro (cartaceo) o il file del vostro e-book reader non potrete fare a meno di guardarvi attorno con il giusto sospetto di non essere al sicuro, di sentirvi spiati, vittima di un gigantesco ed orwelliano grande fratello.

Senza volere anticipare nulla del gustoso thriller di Ziccardi, che merita di essere letto a fondo, possiamo dire che il libro, all’apparenza innocente, vi fa penetrare con la giusta e concreta durezza in una sorta di universo parallelo con personaggi e realtà inquietanti come il fantomatico Giudice che incontrerete fin dalle prime pagine.

Il protagonista del romanzo, Alessandro Correnti, un avvocato “multidimensionale” ed un marcato io-narrativo, vi farà da inconsapevole guida in un mondo che, se non siete profondi conoscitori della materia, vi lascerà a bocca aperta.

Correnti è, all’apparenza, un avvocato che, dopo mille esperienze decide di attraccare nell’affollato panorama giudiziario milanese. Non è e non si sente un primo attore. Piuttosto, dà l’idea di un personaggio che aspira ad una discreta quotidianità, dopo un vissuto personale che pare avere voglia di dimenticare.

Ma l’avvocato Correnti è uno a cui codici e procedure stanno stretti. In maniera lenta e prepotente con lo scorrere delle pagine emerge la vera natura di Alessandro Correnti, un idealista a tutto tondo che lo porta ad inseguire il suo ideale di giustizia e di libertà. Con lui il lettore viene catapultato nel cyberspazio in cui le regole sono scritte dal potere dell’informazione, comunque e dovunque recuperata. Niente scoraggerà l’avvocato Correnti, né le distanze fisiche e geografiche, né le modalità ipertecnologiche di un delitto misterioso che lo tocca nel vivo e che lo motiva a scoprire la trama finissima di un progetto globale di controllo dell’umanità.

Deus, questo l’avatar di Alessandro Correnti, non solo riesce a contrastare il progetto criminale, ma riesce persino a sfruttarlo a vantaggio di vittime innocenti destinate ad un sacrificio assurdo. Per fare giustizia.

Uno strano contrasto tra Alessandro Correnti e Deus, a tinte forti, che coinvolge e sconvolge il lettore. Ecco un passo che testimonia, meglio di ogni altro, il conflitto interiore del protagonista: “ripenso a God, ovviamente, e al fatto che si sia trovato coinvolto in un piano criminale così importante. Alla fine, per quello che può contare, è stato vendicato e, soprattutto, ha visto il suo progetto andare a buon fine. Non mi sono comportato da avvocato. Avrei dovuto consegnare il killer alla giustizia, come nei migliori legal drama. Avrei dovuto rispettare la sacralità della toga. Ma non mi sento in colpa. Perché le sue idee comunque rimarranno, e anche i suoi insegnamenti.

Quelli dell’ultimo, vero hacker”.

Il finale, quello vero, lo leggerete nell’ultima pagina del romanzo.

Alessandro Correnti metterà a nudo se stesso e voi.

Che guarderete con angoscioso sospetto alla webcam che troneggia sul vostro monitor.

Michele Barbera

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