Cannabis terapeutica, la Toscana approva la prima legge italiana. Il testo

Redazione 04/05/12
Scarica PDF Stampa
Facilitare l’accesso in tutta la Toscana ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e anche in altri tipi di terapie.

E’ l’obiettivo di una legge, la prima del genere in Italia, approvata il 2 maggio scorso a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana.

Un decreto del ministro della Salute del 2007 rende infatti possibile l’utilizzo dei principi attivi della cannabis nella terapia farmacologica, ma tali farmaci sono di difficile accesso sia per le procedure burocratiche richieste sia perché è necessario acquistarli all’estero (ad esempio in Olanda dove l’uso della cannabis a fini terapeutici è generalizzato).

Il provvedimento prevede la somministrazione dei farmaci cannabinoidi presso le strutture del servizio sanitario regionale, le Asl, e le strutture private (che erogano prestazioni in regime ospedaliero). Per garantire la continuita’ terapeutica e’ previsto che il trattamento possa proseguire anche in ambito domiciliare, dopo che il paziente viene dimesso.

I farmaci sono acquisiti tramite le farmacie ospedaliere, “nei limiti del budget aziendale”, e tramite le unità sanitarie locali. L’approvazione è stata salutata con un applauso da parte del pubblico in aula appartenente ad alcune associazioni.

La Toscana è la prima regione in Italia ad approvare una legge che facilita l’uso della cannabis a scopo terapeutico. La scelta di utilizzare farmaci cannabinoidi o preparazioni “magistrali” per curare malattie gravi e molto dolorose come, ad esempio, la sclerosi multipla, anche grazie all’assunzione della sostanza attraverso una semplice tisana, come sperimentato in Puglia, finora è stata fatta in Italia da un numero limitato di persone che si sono imbattute spesso in problemi burocratici e tempi molto lunghi, quelli che la Toscana intende ora abbattere.

Quello della Regione Toscana è un atto di civiltà per il riconoscimento della libertà di cura e per superare il divorzio tra scienza e potere. Il divieto è follia figlia dell’ideologia proibizionista“, ha detto Mario Staderini, segretario di Radicali italiani, commentando la nuova legge regionale della toscana . “Vietare e ostacolare l’uso terapeutico della cannabis e’ una follia figlia dell’ideologia proibizionista, la stessa che rincorre politiche criminogene che fanno di un problema sanitario una questione di ordine pubblico“, ha continuato il segretario dei Radicali.

Positivo anche il giudizio del presidente della Regione Enrico Rossi secondo il quale si tratta di un provvedimento “giusto“. Grazie alla normativa, spiega l’assessore alla sanità Daniela Scaramuccia, si potrà anche “verificare meglio l’uso e monitorare costantemente il fenomeno“.

La legge regionale toscana accende però le polemiche a livello nazionale: se per il capogruppo dei senatori Pdl Maurizio Gasparri la legge toscana “é poco meno di carta straccia” che non troverà “alcun tipo di seguito a livello nazionale“, il segretario del Prc Paolo Ferrero invita le altre regioni a seguire l’esempio della Toscana.

L’utilizzo dei cannabinoidi per uso terapeutico è già realtà in diversi paesi del mondo. In California, ad esempio, di recente anche uno spot televisivo ha spiegato gli aspetti positivi dell’uso in alcune malattie. A Vancouver, in Canada, solo una decina di giorni fa si è tenuto un megaraduno a favore della somministrazione gratuita di cannabis terapeutica.

Qui il testo approvato dal Consiglio regionale, con la relazione illustrativa.

 

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento