Il decreto parametri forensi è realtà. Dopo una concertazione durata oltre un anno, iniziata, cioè, dal febbraio 2013, quando la riforma forense entrò definitivamente in vigore, si è conclusa la trattativa tra avvocatura e ministero per l’aggiornamento dei compensi spettanti ai professionisti legali e il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 aprile 2014, entrando in vigore il giorno successivo, 3 aprile 2014.
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Il decreto era stato firmato ai primi di marzo dal neo Guardasigilli Andrea orlando, che ha sbloccato la situazione di stallo, protrattasi oltre i tempi previsti per via delle forti frizioni tra avvocati e l’ex ministro Anna Maria Cancellieri. Negli ultimi dodici mesi, il Consiglio nazionale forense e il ministero della Giustizia si sono rimpallati a più riprese il provvedimento che avrebbe dovuto rivedere i compensi degli avvocati una volta per tutte, fino al bollino, prima, del Consiglio di Stato, del terzo inquilino di via Arenula, oltre a Orlando e Cancellieri. Infatti, il dossier delle tariffe forensi era partito sotto l’era di Paola Severino, all’epoca del governo tecnico di Mario Monti, con il primo regolamento sui parametri, che il nuovo testo abroga solo parzialmente.
La felice conclusione delle trattative ha consentito all’avvocatura di ottenere un generale rincaro delle tabelle di contribuzione, non rigido – il giudice può intervenire per modificare l’esborso – mentre dovrebbero essere garantito un livello di trasparenza nei confronti dei clienti assai più elevato che in precedenza.
Ecco cosa cambia dal momento dell’entrata in vigore del decreto parametri
Casi in cui ricorrere ai vecchi parametri
liquidazione del compenso da parte del giudice
compenso non definito in forma scritta
assenza di accordo tra le parti
prestazione professionale nell’interesse di terzi
prestazioni d’ufficio previste dalla legge
Cosa incasseranno gli avvocati
Per i professionisti del foro, sono in arrivo diversi riconoscimenti in base al nuovo decreto sui parametri:
prestazione professionale;
rimborso spese documentate;
rimborso per spese generali come forfait, pari al 15% del compenso, che dovrebbe coprire i costi non documentabili. Rimane la possibilità di accordarsi con il cliente per un’entità diversa – anche pari a zero – delle spese a forfait.
Le fasi del decreto parametri
Non vige più, con il nuovo provvedimento, il sistema di retribuzione per la singola attività sostenuta, ma si passa a un regime inerente la prestazione nel suo complesso, scandita in fasi specifiche:
_studio della controversia
_introduttiva del giudizio
_istruttoria
_decisionale
_studio e introduttiva (procedimento esecutivo)
_istruttoria e trattazione (procedimento esecutivo)
Naturalmente, le varie fasi verranno soppesate in base al valore riconosciuto alla causa, che coincide con quanto indicato dal decreto parametri 2012, modificando, però, le tranche progressive. Ad esempio, l’atto di precetto subisce le seguenti modifiche:
da 0 a 5milae 200 euro, passa da 135 a 225 euro
da 5mila e 200 euro a 26mila euro, il compenso è di 225 euro
da 26mila a a 52mila euro, si percepiranno 315 euro
da 52mila a 260mila euro, l’onorario ammonterà a 405 euro
fino a 520mila, si arriverà a 540 euro
Infine, viene prevista la possibilità di accedere a una maggiorazione di un quarto, qualora si pervenga a una conclusione sotto forma di conciliazione, mentre l’adozione di atti o comportamenti volti a prolungare la durata del processo viene letta come possibile penalizzazione, che interverrà per un valore del 50%.
Soccombenza qualificata: si tratta della possibilità di ottenere un terzo in più del compenso spettante a norma di legge, qualora un avvocato abbia vinto la causa, dimostrando compiutamente la fondatezza della pretesa verso la controparte.
Class action: il compenso triplica
I parametri per uscire dalle tabelle
Il giudice può incrementare il dovuto dell’80% o ridurlo della metà, mentre per la sola fase istruttoria, le percentuali crescono al 100% per l’aumento e al 70% per la decurtazione. La disposizione è attiva sia per l’attività penale, che per quella giudiziale e stragiudiziale. Per definire con esattezza il compenso spettante di diritto all’avvocato impegnato nella causa, l’autorità giudiziaria deve considerare alcuni parametri.
Relativamente all’attività giudiziale e stragiudiziale:
caratteristiche, urgenza e pregio dell’attività
importanza, natura, difficoltà e valore dell’affare
condizioni soggettive del cliente
risultati
numero e difficoltà delle questioni giuridiche sotto esame (contrasti in materia di giurisprudenza, contatti con il cliente e con altri soggetti coinvolti)
Nel caso di attività penale:
caratteristiche, urgenza e pregio dell’attività
importanza, natura, difficoltà e valore dell’affare
gravità delle imputazioni e loro numero
numero e difficoltà delle questioni giuridiche sotto esame
Praticanti e società
Per i praticanti, nel nuovo decreto parametri, si enuncia la metà della tariffa riservata a un professionista con regolare iscrizione all’albo, mentre per le società di avvocati, eventualmente coinvolte in una causa, si vedranno riconoscere la tariffa base per un singolo professionista.