Concorsi, cosa studiare: novità normative su eutanasia, cannabis, eredità digitale

Gli aggiornamenti normativi in vista delle prove concorsuali

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Per aiutare i candidati alla preparazione delle prove concorsuali, proponiamo un approfondimento sugli ultimi aggiornamenti normativi e giurisprudenziali che potrebbero essere oggetto d’esame. Di seguito, dunque, ecco tutte le novità normative utili per organizzare e aggiornare il proprio materiale di studio in vista delle prove di selezione dei concorsi pubblici.

In questo appuntamento settimanale di aggiornamento normativo e giurisprudenziale, ci occuperemo, in particolare, di un provvedimento e di quattro pronunzie giurisprudenziali, che incidono sulle materie interessate ai concorsi pubblici, e in particolare:

  • diritto penale,
  • diritto civile,
  • diritto costituzionale,
  • diritto amministrativo,
  • diritto commerciale,
  • ordinamento giudiziario.

Nei seguenti paragrafi e nel video proposto a fine articolo cerchiamo di spiegare quali cambiamenti sono stati apportati nelle materie sopra elencate dagli aggiornamenti normativi e giurisprudenziali che potrebbero interessare gli aspiranti candidati dei concorsi pubblici.

Aggiornamenti normativi concorsi: risorse utili per lo studio

Per ulteriori chiarimenti e per approfondire gli aggiornamenti normativi elencati nell’articolo, consigliamo la visione del seguente video, in cui spiegheremo nel dettaglio tutte le novità apportate dal Decreto Milleproroghe, dal Disegno di legge e dalla Sentenza della Corte Costituzionale in materia di Eutanasia, dalla Sentenza sulla Cannabis e dalla Sentenza del Tribunale di Roma in tema di eredità digitale:

Le novità nel Decreto Milleproroghe

Le modifiche apportate dall’art. 3, comma 1, del Decreto Milleproroghe, vanno ad incidere sul codice civile (in particolare sulla disciplina relativa alle società).

In particolare l’articolo estende il termine di applicabilità delle norme sullo svolgimento delle assemblee ordinarie delle S.p.A. e s.r.l. disposte dall’articolo 106 del decreto legge n. 18 del 2020, includendo le assemblee sociali tenute entro il 31 luglio 2022.

La disposizione apporta, di conseguenza, modifiche al Decreto antiriciclaggio (D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 23). Nello specifico, dunque, viene identificata una nuova fattispecie al ricorrere della quale l’obbligo di adeguata verifica si considera assolto, anche senza la presenza fisica del cliente e viene rafforzata la tutela del segnalante di operazioni sospette.

Decreto Milleproroghe 2022, ok definitivo al Senato: le novità della conversione in legge

Eutanasia legale: il Disegno di legge

Nella seduta del 10 marzo 2022, la Camera ha approvato il Disegno di legge recante “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”. Il provvedimento dovrà ora passare all’esame del Senato.

Nello specifico, quindi, la normativa è finalizzata all’esercizio della facoltà di richiedere – da parte di una persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile – assistenza medica, allo scopo di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita, purché ricorrano specifici presupposti e condizioni, individuando le modalità con le quali deve avvenire la morte volontaria medicalmente assistita, ossia “il decesso cagionato da un atto autonomo, con il quale si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e sotto il controllo del Servizio sanitario nazionale”.

Eutanasia legale: la sentenza della Corte Costituzionale

Nuovi aggiornamenti sul fronte dell’eutanasia legale anche da parte della Corte Costituzionale. Con la Sentenza n. 50 del 2 marzo 2022, infatti, che ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia, si incide sul codice penale e sui principi relativi agli atti di disposizione del proprio corpo laddove afferma che “l’eventuale l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p., rendendo lecito l’omicidio di chiunque abbia prestato a tal fine un valido consenso, priverebbe la vita della tutela minima richiesta dalla Costituzione”.

In altre parole non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.

Cannabis: gli aggiornamenti della Corte Costituzionale 

Le ultime novità circa la legalizzazione della cannabis provengono dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 51 del 2 marzo 2022, che ha dichiarato inammissibile il relativo referendum ad incide sul testo unico degli stupefacenti. Questo perché, secondo la Corte, in esso si fa riferimento a sostanze che includono papavero e coca, le cosiddette droghe pesanti.

E questo è sufficiente a farci violare obblighi internazionali. Basti dire che il quesito è articolato in tre sotto-quesiti. Il primo, relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga, prevedeva che scomparisse tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, quelle che includono il papavero e la coca, le cosiddette droghe pesanti, mentre la cannabis è alla tabella 2.

Questo affermano i giudici è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum portando a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito.

Le ultime novità sulla Responsabilità dei magistrati

Riguardo la Responsabilità dei magistrati, invece, la Corte Costituzionale si è espressa tramite la Sentenza n. 49 del 2 marzo 2022, che ha dichiarato l’illegittimità del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati ed incide sulla legge n. 117 del 1988.

Secondo i giudici una prima ragione di inammissibilità del referendum attiene al suo carattere manipolativo e creativo, e non meramente abrogativo.

Altre ragioni di inammissibilità del quesito concernono la sua scarsa chiarezza e ambiguità la sua idoneità a conseguire il fine di dare vita ad un’autonoma azione risarcitoria, direttamente esperibile verso il magistrato.

Eredità digitale: gli aggiornamenti del Tribunale di Roma

I parenti di una persona scomparsa possono rivendicare l’accesso alla memoria del dispositivo elettronico all’interno del quale siano conservate fotografie ed immagini di cui si desideri mantenere la titolarità come ricordo del defunto.

In questo caso, non rileva il fatto che il proprietario del dispositivo elettronico abbia firmato un contratto d’acquisto nelle cui condizioni generali sia stabilito che non è consentito l’accesso alle informazioni archiviate nel dispositivo.

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Luigi Tramontano

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