Recovery Fund: cosa prevede per la scuola, concorsi rapidi e valutazione dei titoli

Elena Bucci 18/05/21
Scarica PDF Stampa
Lo scorso 30 aprile è stato inviato a Bruxelles il testo definitivo del Recovery Fund (Piano nazionale di Ripresa e resilienza), che prevede una serie di investimenti e riforme formulate allo scopo di migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese, della formazione e dell’istruzione e di creare un Fondo di recupero volto ad arginare l’impatto devastante del coronavirus.

Come si legge nel testo: “L’attuale sistema di reclutamento degli insegnanti richiede una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità e stabilità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. Tale misura ha l’obiettivo strategico di comportare un significativo miglioramento della qualità del sistema educativo del nostro Paese che non può non passare attraverso un innalzamento delle professionalità del personale scolastico. Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022.”

Recovery, il testo in Parlamento: cosa prevede, progetti e numeri del Piano

Tra le varie misure previste dal Recovery Fund, vi è anche un significativo rafforzamento del sistema educativo: a partire dagli asili nido e dai servizi di educazione e cura per la prima infanzia, proseguendo con il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante. Vediamo ora nel dettaglio di cosa si tratta.

Recovery Fund: reclutamento docenti

Riguardo il fronte dell’istruzione vi sono tre punti fondamentali a cui il testo fa riferimento:

  • ridefinizione delle procedure concorsuali per l’immissione in ruolo del personale docente secondo modalità innovative;
  • un anno di formazione e prova mediante un’efficace integrazione fra formazione disciplinare e laboratoriale con l’esperienza professionale;
  • un sistema di formazione continua in servizio.

Attualmente il governo sarebbe al lavoro su un maxi-piano di assunzioni di insegnanti per tentare di coprire quante più cattedre possibili delle 112mila oggi libere. Dal testo si legge: “Il rafforzamento dell’offerta formativa presuppone un miglioramento delle competenze del corpo docente in servizio, a partire dal suo reclutamento. A tal fine, la riforma del sistema di reclutamento dei docenti ridisegna le procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli del personale docente rafforzando, secondo modalità innovative, l’anno di formazione e prova, mediante una più efficace integrazione tra la formazione disciplinare e laboratoriale con l’esperienza professionale nelle istituzioni scolastiche. Completa il processo di rafforzamento delle competenze una riforma che introduce un sistema di formazione continua in servizio. Questo, insieme ad una migliore pianificazione del bisogno di insegnanti, consentirà di affrontare il cronico mismatching territoriale“.

Per quanto riguarda la il reclutamento, sarà il principale obiettivo semplificare le attuali procedure di concorso pubblico. Il governo, nell’allegato presentato alla Commissione europea, spiega come: sulla base della valutazione dei titoli e dei servizi e dell’effettuazione di una prova computer based, sarà:

  • stilata una graduatoria che viene utilizzata per coprire tutti i posti vacanti e disponibili;
  • i candidati idonei dovranno svolgere un anno di prova;
  • dovranno poi affrontare una prova finale, che non altera la graduatoria (è solo di idoneità), in modo che il docente sia confermato nel posto in cui è stato immesso, poiché deve rimanervi per almeno tre anni.

Infatti, come si evince dal testo: “L’attuale sistema di reclutamento dei nuovi docenti richiede una profonda revisione. Il primo obiettivo è quello di mettere in atto un meccanismo selettivo che consenta di ricoprire i posti attualmente disponibili con incarichi di ruolo”.

In sostanza, il governo punta ad assumere:

  • 20 mila docenti con le procedure ordinarie, quindi attingendo dalle graduatorie a esaurimento (“Gae”) e da quelle di merito dei vecchi concorsi;
  • 26-28mila docenti vincitori del concorso straordinario (riservato a precari con almeno 36 mesi di servizio), che il ministero dell’Istruzione prevede di completare entro l’estate;
  • una quota di precari sul sostegno, che rappresenta l’urgenza nei posti scoperti;
  • una quota sui posti comuni.

Recovery Fund: formazione docenti

La riforma prevista dal testo del Recovery Fund richiede la costruzione di un sistema di formazione di qualità per il personale della scuola, in linea con un continuo sviluppo professionale e di carriera con l’istituzione di un nuovo organismo di formazione gestito a livello nazionale, deputato alle linee di indirizzo della formazione del personale scolastico in linea con gli standard europei attraverso, corsi erogati on line, alla selezione e al coordinamento delle iniziative formative, che saranno collegate alle progressioni di carriera, come previsto nella riforma relativa al reclutamento.

A questo proposito nel documento si spiega che la Scuola di Alta Formazione avrà lo scopo di soddisfare tale proposito di miglioramento della qualità del personale scolastico: sarà infatti una struttura leggera e sarà funzionale all’erogazione on line dei corsi di formazione dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale (Presidenti di INDIRE, INVALSI, Accademia dei Lincei, rappresentanti OCSE e UNESCO, direttori dei Dipartimenti universitari di pedagogia che partecipano in ragione del loro incarico e senza oneri ulteriori).

La Scuola dovrà occuparsi delle funzioni di indirizzo e del coordinamento dell’attività formativa, che si svolgerà solo on line, per tutto il personale scolastico. Saranno coinvolti non solo Indire e Invalsi ma anche Università italiane e straniere.

Recovery Fund: i nuovi concorsi

Nel paragrafo dedicato alla riforma del reclutamento il governo sottolinea l’azione di semplificazione che i concorsi a cattedra subiranno, attraverso:

  • una prima scrematura sulla base di titoli culturali, servizio svolto e prova computer based;
  • un anno di prova di insegnamento;
  • un test finale per la conferma in servizio sullo stesso posto assegnato, con l’obbligo di restarci per almeno tre anni.

Il processo di riforma dei concorsi inizierà nel 2021 e si prevede che il primo concorso pubblico, che applica il sistema di selezione innovativo venga applicato nel 2022, quando la legge di riforma verrà applicata per la prima volta.

Scarica il testo del Recovery Fund.

Elena Bucci

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento