Iva agricoltura: cessioni bovini e suini. Confermate le percentuali di compensazione 2021

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Il decreto ministeriale 10 febbraio 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  n. 73 del 25.3.2021, conferma anche per l’anno 2021 l’elevazione delle percentuali di compensazione che i produttori agricoli applicano sulle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina, la cui la norma agevolativa originaria è rappresentata dall’art. 1, comma 506, della L. 27.12.2017, n. 205, e dal conseguente d.m. 26.1.2016. Con effetto dal 1° gennaio 2021 sulle cessioni di animali vivi della specie bovina gli allevatori continuano ad applicare, in detrazione, la percentuale di compensazione forfetaria del 7,65% e del 7,95% su quelle della specie suina.

L’applicazione delle percentuali di compensazione

Il produttore agricolo che osserva il regime speciale IVA previsto dall’art. 34 del d.p.r. 26.10.1972, n. 633, conteggia la detrazione dell’IVA applicando le percentuali di compensazione forfetaria sulle cessioni dei prodotti indicati nella prima parte della Tabella A allegata al d.p.r.

In pratica, sulle cessioni di beni va applicata l’aliquota ordinaria, ma la normativa consente al produttore agricolo di beneficiare della detrazione forfetaria da applicare sulle cessioni dei “beni agevolati”, prescindendo, quindi, dall’operare la differenza tra l’imposta relativa alle cessioni e quella assolta sugli acquisti che costituisce la regola da seguire per i settori non agricoli ovvero per i produttori agricoli che abbiano rinunciato ad osservare l’art. 34 citato. Ad esempio, se in un mese le cessioni di animali vivi della specie suina ammontano a € 20.000, il calcolo del tributo è così articolato:

IVA sulle cessioni                                      20.000×10%   =                   2.000-

IVA detraibile forfetariamente                    20.000×7,95% =                  1.590=

IVA dovuta                                                                                             410

A regime, la percentuale di compensazione è del 7,30% per la specie suina (d.m. 23.12.2005) e del 7% per quella bovina (d.m. 30.12.1997). La modifica in argomento, quindi, aumenta la detrazione, riducendo l’esborso finanziario.

Le percentuali di compensazione costituiscono anche “aliquota IVA” quando la cessione è fatta dal produttore agricolo esonerato di cui al sesto comma dell’art. 34: l’acquirente deve emettere l’autofattura elettronica applicando non l’aliquota IVA ma la percentuale di compensazione e deve consegnarne copia al cedente.

Inoltre, le percentuali di compensazione vanno considerate per i conferimenti alle cooperative e loro consorzi, le associazioni e loro unioni costituite  e riconosciute ai sensi della vigente legislazione che effettuano cessioni di beni prodotti prevalentemente dai soci, associati o partecipanti nello stato originario o previa manipolazione o trasformazione. Sono interessati dalla norma anche gli enti che provvedono, per legge, anche previa  manipolazione o trasformazione, alla vendita collettiva per conto dei produttori soci.

La decorrenza del d.m. 10.2.2021

Il d.m. non è stato adottato entro il 31.1.2020 bensì il 10.2.2021 ed è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25.3.2021, ma ha efficacia retroattiva dal 1°.1.2021.

In altri termini le suddette percentuali di compensazione si applicano, retroattivamente, dal 1°.1.2021. La procedura, però, non è automatica poiché vanno considerate le regole che identificano il momento di effettuazione delle operazioni applicando l’art. 6 del D.P.R. 26.10.1972, n. 633, cioè secondo quanto è stato espresso con la circolare 6.5.2016, n. 19. Più in particolare la cornice operativa è così riassunta:

  1. conferimenti fatti da produttori che applicano il regime speciale alle cooperative (e organismi associativi): rileva il pagamento del prezzo all’associato, fatta eccezione per il pagamento di acconti o l’emissione anticipata della fattura.
  2. cessioni: rileva il momento della consegna o spedizione se la fattura è immediata; se la consegna è comprovata dal documento di trasporto, rileva il momento di emissione della fattura.
  3. somministrazione: rileva il momento del pagamento e non la consegna del bene.

Se il produttore agricolo, cautelativamente in assenza del d.m. 10.2.2021, ha applicato le percentuali previgenti, cioè quelle in vigore fino al 31.12.2015 anteriormente alla pubblicazione del d.m. 26.1.2016, ora deve riliquidare l’IVA dovuta per i mesi da gennaio a febbraio (poiché per il mese di marzo l’operazione di liquidazione versamento dell’IVA va effettuata entro il 16.3.2021) applicando le nuove misure percentuali.

Il maggior credito potrà essere recuperato con la dichiarazione annuale. Nessun adempimento deve osservare chi liquida trimestralmente l’imposta poiché, relativamente al periodo da gennaio a marzo, la posizione finanziaria IVA già considera la detrazione indicata nel d.m. 10.2.2021.

Invece, per le cessioni fatte dal produttore esonerato, l’acquirente che ha applicato cautativamente le aliquote precedenti, inferiori, deve emettere una nota di variazione, ai sensi dell’art. 26 del d.p.r. 26.10.1072, n. 633, per l’addebito della differenza di aliquota.

Libri utili

 

Sergio Mogorovich

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