Assegni familiari erogati dai Comuni: i nuovi importi 2020 e come chiederli

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Fanno capolino nel welfare comunale i nuovi importi degli assegni familiari concessi dai Comuni (con almeno tre figli minorenni) e dell’assegno di maternità comunale. Gli importi, per l’anno 2020, hanno tenuto conto della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo (FOI), che per l’anno 2019 è risultato pari allo 0,5%.

Dunque, per quest’anno, entrambi gli importi hanno subito un lieve rialzo per effetto del predetto indice. In particolare:

  • l’assegno per il nucleo familiare concesso dai Comuni (con almeno tre figli minorenni) è passato da 144,42 euro a 145,14 euro mensili;
  • l’assegno di maternità è passato da 346,39 euro a 348,12 euro mensili.

A darne notizia è il comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia – pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 40 del 18 febbraio 2020, recante la “Rivalutazione, per l’anno 2020, della misura e dei requisiti economici dell’assegno per il nucleo familiare numeroso e dell’assegno di maternità”.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i limiti ISEE da rispettare per le prestazioni sociali in trattazione e le modalità d’invio delle domande.

Vedi anche “Assegni familiari 2020: i nuovi limiti di reddito ed importi Inps”

Assegni familiari erogati dai Comuni: cosa sono

L’assegno per il nucleo familiare comunale è un assegno, concesso in via esclusiva dai comuni e pagato dall’INPS, rivolto alle famiglie che hanno almeno tre figli minori e che dispongono di patrimoni e redditi limitati. Da notare che si tratta di una prestazione differente e alternativa dall’ANF dipendenti. Per l’ANF comunale, infatti, non è richiesto lo status di lavoratore come requisito, bensì il possesso di requisiti legati all’ISEE e al nucleo familiare.

Assegni familiari erogati dai Comuni: a quanto ammontano nel 2020

Per l’anno 2020, come anticipato in premessa, l’assegno mensile è pari a 145,14 euro (che corrisponde a un importo complessivo di 1.886,82 euro, in quanto l’assegno è erogato per 13 mensilità). Inoltre, per averne diritto è necessario possedere un ISEE, per l’anno 2020, non superiore a 8.788,99 euro.

La prestazione sociale decorre dal 1° gennaio dell’anno in cui si verificano le condizioni prescritte, salvo che il requisito rappresentato dalla presenza di almeno tre figli minori si sia verificato successivamente. In quest’ultimo caso decorre dal primo giorno del mese in cui il requisito è stato soddisfatto.

Vedi anche “Assegni familiari 2019-20: domande dal 1° luglio. Rinnovo, arretrati, erogazione”

Come vengono pagati gli Assegni familiari dai Comuni 

Quanto alla liquidazione, l’Inps provvede al pagamento con cadenza semestrale posticipata (entro il 15 luglio e il 15 gennaio). I dati del mandato di pagamento devono essere ricevuti almeno 45 giorni prima della scadenza del semestre.

Attenzione: il diritto all’assegno cessa dal 1° di gennaio dell’anno in cui viene a mancare il requisito economico e dal primo giorno del mese successivo a quello in cui viene a mancare il requisito della composizione del nucleo.

Assegni familiari comunali: a chi spettano 

L’assegno al nucleo familiare dei Comuni spetta ai:

  • nuclei familiari residenti, composti da cittadini italiani e dell’UE;
  • nuclei familiari composti da cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo, nonché dai familiari privi di cittadinanza di uno stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • nuclei familiari composti almeno da un genitore e tre figli minori (appartenenti alla stessa famiglia anagrafica), che siano figli del richiedente, del coniuge o ricevuti in affido preadottivo;
  • nuclei familiari con risorse reddituali e patrimoniali inferiori a quelle previste dall’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) valido per l’assegno (per l’anno 2020 pari a 8.788,99 euro);
  • cittadini stranieri titolari dello status di rifugiato e di protezione sussidiaria;
  • cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo.

Assegni familiari erogati dai Comuni: come fare domanda

La domanda, corredata dalla dichiarazione sostitutiva unica (DSU) in corso di validità relativa alla situazione economica del nucleo familiare, deve essere presentata al Comune entro il termine perentorio del 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale è richiesto l’ANF. Il comune, riscontrata la sussistenza di tutti i requisiti, dispone mandato di pagamento all’INPS dandone contestuale comunicazione al richiedente.

Il comune che ha concesso il beneficio è competente per i controlli e per gli eventuali provvedimenti di revoca.

Assegno di maternità comunale: cos’è

L’assegno di maternità comunale (chiamato anche “assegno di maternità di base”) è un assegno che la madre non lavoratrice può chiedere al proprio Comune di residenza per la nascita del figlio oppure per l’adozione o l’affidamento preadottivo di un minore di età non superiore ai 6 anni (o ai 18 anni in caso di adozioni o affidamenti internazionali).

In caso di madre lavoratrice, invece, l’assegno può essere richiesto se la stessa non ha diritto all’indennità di maternità dell’INPS oppure alla retribuzione per il periodo di maternità. Se l’importo dell’indennità o della retribuzione è inferiore all’importo dell’assegno, la madre lavoratrice può chiedere al Comune l’assegno in misura ridotta.

Assegno di maternità erogato dai Comuni: a quanto ammonta 

Per l’anno 2020, l’assegno mensile è pari a 348,12 euro mensili (per un importo complessivo di 1.740,60 euro, in quanto è concesso per cinque mensilità). Il valore ISEE da tenere in considerazione è pari a 17.416,66 euro. La domanda va presentata negli uffici del Comune di residenza entro sei mesi dal parto o dall’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o avuto in affidamento.

Assegno di maternità erogato dai Comuni: a chi spetta?

L’assegno di maternità erogato dai Comuni spetta alle:

  • cittadine italiane o comunitarie residenti in Italia al momento del parto o ingresso in famiglia del minore adottato/affidato;
  • cittadine non comunitarie residenti in Italia al momento del parto o ingresso in famiglia del minore adottato/affidato in possesso della carta di soggiorno o del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Il figlio di cittadina non comunitaria nato all’estero deve essere in possesso dello stesso titolo di soggiorno della madre. In alcuni casi particolari, se la madre non può richiedere l’assegno, il beneficio può essere richiesto, a seconda dei casi, dal padre del bambino, dal genitore della madre, dall’adottante, dall’affidatario preadottivo o dall’affidatario non preadottivo.

Assegno di maternità comunale: come fare domanda 

La domanda deve essere presentata al proprio Comune di residenza necessariamente entro sei mesi dalla nascita del figlio o dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato. In genere, gli uffici dei Comuni rendono disponibili i modelli di domanda che possono essere utilizzati per la richiesta dell’assegno.

Daniele Bonaddio

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