Detrazioni figli a carico 2020: cosa sono, limiti di reddito, nucleo familiare

Paolo Ballanti 25/02/20
Scarica PDF Stampa
Le detrazioni hanno lo scopo di abbattere le tasse che il contribuente deve pagare all’Erario. Ne esistono di diversi tipi, ognuna determinata da uno scopo preciso.

Le detrazioni da lavoro dipendente ad esempio vengono riconosciute per il semplice fatto che il dipendente recandosi al lavoro sostiene delle spese, quali possono essere quelle per il trasporto pubblico o il carburante.

La legge riconosce anche detrazioni per spese che il contribuente deve sostenere per eventuali familiari che sono economicamente a suo carico. Tra queste, spiccano le detrazioni per figli a carico.

Vediamo nel dettaglio gli importi spettanti nel 2020.

=> Familiari a carico: chi sono, limiti reddito, importo detrazioni <=

Figli a carico 2020: reddito complessivo

Le detrazioni per figli a carico variano in ragione del reddito complessivo, costituito dalla somma dei redditi percepiti dal contribuente:

  • Escludendo il reddito dell’abitazione principale e relative pertinenze;
  • Escludendo i premi di risultato soggetti all’imposta sostitutiva del 10%;
  • Al lordo degli oneri deducibili;
  • Includendo il reddito dei fabbricati in locazione soggetti a cedolare secca.

Figli a carico 2020: età

L’ammontare delle detrazioni varia non solo in funzione del reddito complessivo ma anche dell’età del figlio.

Per chi ha un solo figlio a carico di età inferiore ai 3 anni spetta una detrazione annua pari a:

1220*[(95 mila – Reddito complessivo)/95 mila].

Al contrario, in caso di età superiore ai 3 anni la detrazione ammonta a:

950*[(95 mila – Reddito complessivo)/95 mila].

Pensiamo a un dipendente con un reddito complessivo pari ad euro 32 mila e con a carico da gennaio a dicembre 2019 un figlio di 2 anni. La detrazione 2019 sarà pari di:

1220*[(95 mila – 32 mila)/95 mila] = 809,10 euro equivalenti a 67,43 euro mensili (809,10/12).

Figli a carico 2020: numero

I contribuenti che hanno a carico due o più figli, vedono aumentarsi di 15.000 il valore fisso di 95.000 per ognuno di essi con esclusione del primo.

Di conseguenza, in presenza di due figli il valore fisso per calcolare le detrazioni spettanti per entrambi passa da 95.000 a 110.000. Se i figli sono tre il parametro sarà 125.000. Se sono quattro 140.000 e così via.

Figli a carico pari o superiori a quattro

Se i figli a carico sono più di tre per ognuno di essi la detrazione di 950 o 1.220 aumenta di 200 euro, passando rispettivamente a 1.150 e 1.420 euro.

In questo caso la formula da utilizzare per determinare la detrazione di ciascun figlio è:

  • Se di età inferiore a 3 anni 1.420*[(140.000 – Reddito complessivo) / 140.000];
  • Se di età superiore a 3 anni 1.150*[(140.000 – Reddito complessivo) / 140.000].

Quando i figli sono cinque il calcolo è il seguente:

  • Età inferiore a 3 anni 1.420*[(155.000 – Reddito complessivo) / 155.000];
  • Età superiore a 3 anni 1.150*[(155.000 – Reddito complessivo) / 155.000].

Se il dipendente ha più di cinque figli a carico il valore fisso di 155 mila continua ad aumentare di 15 mila per ogni figlio, mentre le detrazioni di 1.420 e 1.150 restano invariate.

In presenza di almeno quattro figli è riconosciuta un’ulteriore detrazione pari a 1.200 euro all’anno. Il valore non subisce variazioni se i figli sono cinque, sei, sette e così via.

Figli a carico: portatori di handicap

Per ogni figlio portatore di handicap la detrazione (pari a 1.220, 950, 1.420 o 1.150) è aumentata di 400 euro. Si intendono tali coloro che sono affetti da minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che causa difficoltà di apprendimento o di attività lavorativa.

Figli a carico 2020: limiti di reddito

Per essere considerati a carico i figli fino a 24 anni devono avere un reddito personale annuo (al lordo degli oneri deducibili) non superiore a 4 mila euro. Dal compimento del 25º anno di età l’asticella scende a 2.840,51 euro.

Nel calcolo si considerano tutti i redditi percepiti dal figlio, cui si aggiungono:

cui si aggiungono:

  • Le locazioni tassate con la cedolare secca;
  • I redditi di lavoro autonomo o d’impresa soggetti al regime forfettario;
  • La quota esente (pari a 7.500 euro) delle retribuzioni percepite all’estero dai frontalieri e da coloro che lavorano a Montecarlo e a San Marino;
  • Le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, dalla Santa Sede e da Enti gestiti direttamente dalla stessa.

Attenzione. La vivenza a carico non può essere parziale. Se nel corso dell’anno il figlio supera i limiti di reddito non viene considerato a carico per l’intero periodo d’imposta.

Ipotizziamo che il dipendente abbia goduto per il figlio 23enne di detrazioni pari ad euro 150,00 da gennaio ad aprile. Se a maggio il figlio supera il limite di 4 mila euro non viene considerato a carico per l’intero anno compresi i periodi arretrati.

Al dipendente verranno pertanto trattenuti 150,00 euro a titolo di tasse non pagate, in sede di conguaglio di fine anno o di dichiarazione dei redditi.

È pertanto necessario valutare con attenzione all’inizio dell’anno se considerare uno o più figli a carico.

Ripartizione della detrazione 

In base alla situazione familiare dei genitori, la detrazione spettante per il figlio può essere ripartita tra gli stessi o imputata interamente ad un solo:

  • Se i genitori non sono separati, la detrazione spetta a ciascuno in misura pari al 50% ovvero previo accordo tra loro è attribuita interamente a chi possiede il reddito più elevato;
  • Se i genitori sono separati (o in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio) la detrazione spetta in base alle modalità di affidamento;
  • Se i genitori non sono coniugati le detrazioni si ripartiscono in base al provvedimento di affidamento (se manca la detrazione dev’essere ripartita al 50% fatto salvo l’accordo per attribuire la detrazione a chi possiede il reddito più elevato);
  • Se il coniuge manca perché deceduto (o non ha riconosciuto il figlio) la detrazione spetta interamente al coniuge vivente o che ha riconosciuto il figlio.

Documenti da presentare per detrazioni figli a carico

Le detrazioni per figli a carico possono essere richieste nel corso dell’anno presentando l’apposita documentazione al sostituto d’imposta / datore di lavoro ovvero in sede di dichiarazione dei redditi.

Per includere il figlio è sufficiente fornire:

  • Cognome e nome;
  • Codice fiscale;
  • Se è ripartito al 50% o posto interamente a carico del richiedente;
  • Se disabile;
  • La data a decorrere dalla quale dev’essere considerato a carico.

I lavoratori dipendenti ed assimilati devono consegnare all’azienda / committente il modello D23, compilato in ogni sua parte, datato e firmato dall’interessato. La stessa dichiarazione dev’essere utilizzata per comunicare eventuali variazioni.

Rapporto con la riduzione del cuneo fiscale 2020

Le detrazioni per figli a carico si aggiungeranno, nel corso del 2020, alle misure previste dalla Legge di bilancio per la riduzione del cuneo fiscale (in partenza a luglio) che prevedono sostanzialmente una rimodulazione del bonus Renzi e delle detrazioni per lavoro dipendente.

In particolare, come previsto dal decreto attuativo (decreto legge n. 3/2020), dal 1° luglio a coloro che possiedono un reddito annuo compreso tra 8.200 e 28.000 euro spetterà un credito fiscale pari a 100 euro netti mensili.

Chi ricade nella fascia tra 28.000 e 35.000 euro percepirà invece una detrazione d’imposta pari a 100 euro che decrescerà fino ad arrivare ad 80 euro per chi ha un reddito di 35.000 euro.

Infine, oltre i 35.000 euro spetteranno 80 euro che andranno ad azzerarsi per chi totalizza redditi pari a 40.000 euro.

Paolo Ballanti

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento