Bonus e detrazioni 2020: quali sono, chi ne ha diritto, come richiederli

Paolo Ballanti 11/12/19
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La fine dell’anno è l’occasione per i dipendenti di valutare se nel 2020 potranno godere o meno di una serie di benefici fiscali. Stiamo parlando di bonus 80 euro e detrazioni d’imposta. Sia pure con finalità diverse, i due elementi citati hanno in comune l’essere legati al reddito complessivo: gli importi sono inversamente proporzionali a quello che è il reddito complessivo dell’anno.

Inoltre, bonus e detrazioni vengono anticipati mensilmente salvo un conguaglio nel cedolino di dicembre quando è noto il reddito effettivo dell’anno.

Per evitare brutte sorprese in sede di conguaglio o di dichiarazione dei redditi, i lavoratori, una volta ricevuta la busta paga di dicembre 2019, dovranno verificare se e in che misura potranno richiedere bonus e detrazioni 2020. Ed è proprio da quest’ultimo che parte la nostra analisi.

Bonus Renzi: come cambia nel 2020

Bonus e Detrazioni 2020: Bonus Renzi

All’inizio dell’anno il dipendente dovrà valutare se chiedere il bonus Renzi, rinunciarvi, continuare a percepirlo o, infine, ottenerne l’erogazione solo in sede di conguaglio di fine anno.

La decisione dipende da quello che si presume sarà il reddito complessivo ai fini fiscali del 2020, valore di riferimento per stabilire la spettanza o meno del bonus pari a 960 euro annui:

  • se il reddito complessivo è pari o inferiore a 8.000 euro il bonus non spetta;
  • tra 8.000 e 24.000 il bonus spetta in misura pari a 960 euro annui;
  • tra 24.600,00 e 26.600,00 euro il bonus viene riproporzionato in base al seguente calcolo 960 * (26.600,00 – reddito complessivo) / 2.000,00;
  • se il reddito supera i 26.600,00 il bonus Renzi non spetta.

Per “reddito complessivo” si intendono i redditi di ogni categoria al netto di quello derivante dall’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze.

Al fine di capire a gennaio quale sarà il reddito complessivo dell’anno si può prendere in considerazione il dato relativo al 2019 e chiedersi se nel 2020 ci saranno:

  • aumenti di stipendio (passaggi di livello, superminimi);
  • aumenti contrattuali;
  • straordinari o particolari indennità legate alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa (ad esempio indennità di cassa o maneggio denaro).

Il dato relativo al 2019 lo si può reperire nella busta paga di dicembre alla voce “reddito complessivo”. Se questo è pari ad esempio ad euro 22.000 significa che il dipendente nell’anno in questione ha diritto al bonus Renzi. Ipotizzando che nel 2020 la situazione sarà la medesima lo stesso lavoratore potrà continuare a percepire gli 80 euro.

Discorso diverso se si pensa che nel 2020 saranno richieste più ore di lavoro e di conseguenza un aumento degli straordinari. In questo caso, il reddito potrebbe alzarsi ad euro 26.700 obbligando prudenzialmente il lavoratore a rinunciare già da gennaio del prossimo anno al bonus o chiederne l’erogazione in sede di conguaglio di fine anno.

Vediamo nel dettaglio le varie opzioni a disposizione del dipendente.

Richiesta del bonus

E’ la scelta di chi finora non ha percepito il bonus e pensa che il suo reddito nel 2020 non sarà superiore ad euro 26.600,00. In questo caso è consigliabile attivarsi già dopo la busta paga di dicembre, inoltrando apposita richiesta scritta del bonus (con decorrenza 1° gennaio 2020), da consegnare all’ufficio personale, amministrativo o al datore di lavoro. Si rammenta che l’azienda è tenuta ad erogare mensilmente il bonus 80 euro, fino a che il dipendente non comunica la propria rinuncia.

Rinuncia al bonus

Rinuncia al bonus chi ritiene che nel 2020 il suo reddito sarà superiore ad euro 26.600. Al pari della richiesta, la rinuncia al bonus dev’essere comunicata in forma scritta all’azienda, specificando che la scelta ha decorrenza 1° gennaio 2020. Il dipendente potrà comunque fare marcia indietro in qualsiasi momento purché sempre per iscritto.

Di norma, rinunciano al bonus coloro che nel 2020 percepiranno redditi aggiuntivi a quelli da lavoro dipendente (ad esempio in virtù di prestazioni di lavoro autonomo occasionale) che vengono comunque considerati nel calcolo del reddito complessivo.

Richiesta bonus a conguaglio

Chiedendo il bonus a conguaglio, questo non viene anticipato mensilmente nel 2020 ma, se il reddito rientra nei parametri citati sopra, erogato in toto nel cedolino di dicembre. E’ la decisione di chi ha dubbi sull’ammontare del reddito nel 2020 ma non vuole precludersi a priori il diritto al bonus.

Chi già in passato ha richiesto il bonus a conguaglio e, vuole mantenere la scelta anche per il prossimo anno, non deve fare nulla.

Al contrario, chi nel 2019 ha percepito o meno il bonus deve inoltrare apposita comunicazione scritta all’azienda per ottenerlo eventualmente in sede di conguaglio.

Bonus e Detrazioni 2020: quali sono e quando vengono erogate

Le detrazioni hanno lo scopo di abbattere le imposte in capo ai dipendenti, in ragione di alcune spese che lo stesso deve sostenere. Esistono due tipologie di detrazioni:

  • detrazioni per lavoro dipendente, riconosciute in considerazione dei costi sostenuti per recarsi al lavoro;
  • detrazioni per figli o familiari a carico, riconosciute in base ai costi sostenuti per il mantenimento della famiglia.

Una volta richieste, le detrazioni vengono erogate mensilmente dall’azienda salvo un conguaglio a fine anno in base al reddito effettivo del 2020.

Prendendo sempre come utile punto di partenza il reddito complessivo del 2019 il dipendente dovrà decidere se:

  • chiedere l’applicazione delle detrazioni (entrambe o solo una) a decorrere dal 1° gennaio 2020;
  • rinunciare alle detrazioni (o ad una sola di esse) sempre dal 1° gennaio 2020.

Come avviene per il bonus, anche nelle detrazioni l’azienda deve attenersi a quella che è la scelta del dipendente fino a che lo stesso non comunica una decisione diversa.

Detrazioni per lavoro dipendente

Di norma si rinuncia alle detrazioni da lavoro dipendente se si è titolari di più rapporti di lavoro. In questo caso, la strada più semplice e meno gravosa per i due datori di lavoro, è quella di chiedere le detrazioni ad un solo di essi, salvo poi stabilire le tasse effettivamente dovute con la dichiarazione dei redditi.

Rinuncia ad esempio alle detrazioni, chi nel 2020 pensa di cercare una seconda occupazione part-time.

La richiesta o lo stop alle detrazioni dev’essere comunicato all’azienda presentando l’apposito modulo D23.

Detrazioni per figli o familiari a carico

Nel caso delle detrazioni per familiari a carico, le variabili possono essere:

  • l’aggiunta di nuovi figli o familiari a carico nel corso del 2020;
  • la rinuncia alle detrazioni per tutti i figli/familiari a carico o solo per alcuni di essi.

Nelle valutazioni sui familiari a carico, i dipendenti dovranno fare i conti anche con i seguenti parametri:

  • per essere considerati a carico i figli con almeno 25 anni di età o i familiari devono possedere redditi non superiori a 2.840,51 euro annui;
  • i figli fino a 24 anni sono considerati a carico se possiedono redditi fino a 4 mila euro all’anno.

Eventuali aggiunte o esclusioni di familiari devono essere sempre comunicate all’azienda con modello D23.

Paolo Ballanti

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