Pensione casalinghe: si può accedere senza contributi? Le regole

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Le persone che si dedicano alla cura della casa, accudiscono i propri figli o si occupano di faccende familiari hanno diritto, al pari dei lavoratori subordinati o autonomi, di ricevere una pensione, ossia la cd. “pensione casalinghe”. Ma come? Chi versa i contributi INPS? Ebbene, poiché in tali casi per la Pubblica Amministrazione non viene a crearsi un vero e proprio rapporto di lavoro in quanto non è presente un datore di lavoro, nel senso che non vengono accrediti i relativi contributi in favore della casalinga, è stato istituito nel 1997 un apposito Fondo, denominato “Fondo pensione casalinghe”. In particolare, si tratta di un fondo alimentato dalla casalinga stessa in cui confluiscono tutti i contributi autonomamente versati: ciò permetterà al beneficiario di ricevere un trattamento pensionistico minimo.

Ma come funziona il “Fondo pensione casalinghe”? Si può accedere senza contributi? È richiesta un’età minima o massima anagrafico per l’accesso? E ancora, occorre maturare un minimo di anni contributivi? Ecco tutte le regole da tenere a mente.

Pensione casalinghe: chi la riceve?

In primo luogo, è bene capire chi sono i soggetti che possono accedere al Fondo, se esistono dei limiti d’età o di altro tipo. Partiamo immediatamente col dire che non c’è distinzione di sesso: il Fondo è accessibile sia da uomini sia da donne, che abbiano un’età compresa tra i 16 ed i 67 anni d’età.

Naturalmente deve trattarsi di soggetti incaricati a svolgere determinate funzioni legate alla famiglia, e che non siano retribuiti o soggetti a vincoli di subordinazione. Altro fattore fondamentale è che non risultino titolari di pensione diretta e che non svolgano attività lavorativa (dipendente o autonoma) per cui vige l’obbligo di iscrizione ad un altro ente o ad un’altra cassa previdenziale.

È, invece, permesso un lavoro di tipo parziale se, in funzione all’orario e allo stipendio percepito, si verifica una riduzione delle settimane utili per il diritto a pensione.

Pensione casalinghe: come iscriversi?

Vediamo ora nel dettaglio come iscriversi al Fondo pensione casalinghe. Per prima cosa, non instaurandosi un rapporto di lavoro, non è necessario informare la Pubblica Amministrazione e inviare la comunicazione obbligatoria.

A tal fine, infatti, è sufficiente inviare apposita domanda all’INPS. La comunicazione può essere fatta in diversi modi: recandosi direttamente presso la Sede INPS territorialmente competente, o servirsi degli enti di Patronato.

Quanto all’aspetto operativo, l’istanza può essere inviata:

  • online sul sito INPS;
  • tramite posta con raccomandata a/r;
  • via contact center (803164 gratuito da rete fissa o 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico).

>Pensione casalinghe: calcolo, contributi, cumulo assegno sociale<

Pensione casalinghe: quanto costano i contributi?

Ma quanto costano i contributi? La risposta è dipende. L’importo della pensione è il risultato degli importi contributivi versati durante gli anni. Quindi, va da sé che NON è possibile percepire alcuna pensione se non si versa un minimo di contributi. In altre parole, vale la regola “più versi più ricevi”, poiché trattasi di una pensione totalmente “fai-da-te”.

Tuttavia, bisogna tenere bene a mente alcuni elementi base, come ad esempio l’importo contributivo minimo per vedersi riconosciuto almeno un mese di contribuzione, attualmente pari a 25,82 euro. Di conseguenza, per calcolare i mesi contributivi accreditati, bisogna dividere l’importo versato per 25,82. Ad esempio, una casalinga che ha versato nel Fondo 200 euro, si vedrà accreditati circa 8 mesi di contributi.

Se si vuole quindi sapere quanto serve per vedersi riconoscere un anno intero di contributi, basta moltiplicare 25,82 euro per 12, vale a dire 309,84 euro.

Pensione casalinghe: come versare i contributi?

Dopo aver presentato la domanda, se è tutto regolare, l’INPS invia all’iscritto insieme alla lettera di accoglimento dell’istanza i primi bollettini postale. In ogni caso, sul sito INPS si può scaricare il modulo in formato pdf compilabile e stampabile.

Attenzione: il sistema di calcolo utilizzato per la determinazione e calcolo della pensione è il meccanismo “contributivo”. Quindi, ci sarà un montante contributivo che sarà frutto degli importi versati anno per anno dall’interessato, il quale verrà poi moltiplicato per il tasso di rivalutazione.

Da notare, inoltre, che i contributi versati sono deducibili, completamente, dal reddito imponibile IRPEF, sia per il dichiarante, che per i familiari a carico fiscale.

Pensione casalinghe: i requisiti anagrafici

Una volta compreso chi sono i soggetti che possono aderire al Fondo, nonché gli importi contributivi da pagare, si individuano i requisiti minimi anagrafici. Essi dipendono dal trattamento previdenziale che si consegue:

  • per la pensione di vecchiaia, servono solamente 57 anni di età, purché siano stati versati almeno 5 anni di contributi;
  • per la pensione di inabilità, invece, ossia qualora venga dimostrata un’assoluta e permanente impossibilità a prestare qualsiasi attività lavorativa, non è prevista un’età anagrafica minima. L’importante è che siano stati versati almeno 5 anni di contributi

Altra condizione da rispettare per ricevere la pensione è l’importo minimo finale della pensione, la quale deve essere pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20%. Quindi, considerato che l’assegno sociale è pari a 458 euro, l’importo finale della pensione casalinghe non può essere inferiore a 549,60 euro.

Per i pensionati d’età superiore a 65 anni, però, vige una deroga. Nel senso che la pensione è erogata a prescindere dall’importo finale della stessa. Si ricorda, inoltre, che il trattamento previdenziale non è reversibile.

Daniele Bonaddio

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