Ecotassa 2019: quando scatta, chi paga, modalità, auto, importi, codice tributo

Chiara Arroi 28/03/19
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Ecotassa 2019 partita. Dal il 1° marzo, si paga per la prima volta la tanto discussa tassa sulle auto inquinanti istituita dal Governo Legastellato con la Legge di bilancio 2019. All’alba del primo giorno di marzo sono quindi ufficialmente in vigore sia l’Ecotassa sia l’Ecobonus, pronti rispettivamente a colpire o sostenere il settore delle auto.

La tassa progressiva sulle immatricolazioni di auto inquinanti, in base all’emissione di anidride carbonica colpisce chiunque acquisti o immatricoli automobili con una specifica soglia di emissione Co2. Tutto in modo progressivo. Molta attenzione quindi al tipo di veicolo che si sceglierà di acquistare.

Vediamo ora nello specifico che cos’è l’ecotassa 2019, da quando entra in vigore, come si paga, e il codice tributo che si dovrà utilizzare per farlo, approvato con una risoluzione ad hoc.

Ecotassa 2019: al via dal 1° marzo, novità

Venerdì 1° marzo 2019 è stata inaugurata una grande novità nel settore auto, pronta a colpire o aiutare gli automobilisti italiani in base al tipo di automobile che decidono di acquistare. Si tratta dell’Ecotassa sulle auto più inquinanti e dell’Ecobonus sulle auto che invece inquinano di meno. Misure volte a disincentivare l’acquisto di veicoli che impattano in maniera negativa sull’ambiente e incentivare invece i nuovi autoveicoli, rinnovando così il parco auto.

Misura entrate in vigore ufficialmente, anche se ancora con tante incertezze e polemiche. Fino al 31 dicembre 2021, chi acquista, anche tramite leasing, un veicolo di categoria M1 (automezzi destinati al trasporto di persone aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente) nuovo oppure immatricola in Italia un veicolo della stessa categoria già immatricolato in un altro Stato, deve pagare un’imposta in funzione del numero di grammi di biossido di carbonio emessi eccedenti il limite massimo indicato nella normativa.

Cosa dice la Legge di bilancio 2019 sull’Ecotassa

Come specificato infatti dall’articolo 1, comma 1042, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (la Manovra 2019) “a decorrere dal 1° marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, chiunque acquista, anche in locazione finanziaria, e immatricola in Italia un veicolo di categoria M1 nuovo di fabbrica è tenuto al pagamento di un’imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro eccedenti la soglia di 160 CO2 g/km”, secondo gli importi ivi previsti”.

Consulta lo Speciale Legge di bilancio 2019

Ecotassa 2019: come funziona

L’ecotassa quindi non è altro che un’imposta dovuta nel caso di immatricolazione di veicoli che superino la soglia di 160 Co2 g/km. Superata questa soglia si applica in maniera progressiva l’ecotassa su:

  • Veicoli di categoria M1
  • Acquistati, anche mediante leasing
  • Nuovi oppure nel caso di immatricolazione in Italia di un veicolo già immatricolato in un altro Stato
  • A partire da una soglia di emissione di 161 Co2 g/km
  • In modo progressivo

Ecotassa 2019: tabelle importi

La progressività delle emissioni prese in considerazione per l’applicazione dell’imposta segue una tabella specifica, a seconda di range già stabiliti. Questa:

CO2 g/km Imposta (euro)
161-175 1.100
176-200 1.600
201-250 2.000
superiore a 250 2.500 (importo massimo)

 

Per determinare l’importo da versare si fa riferimento al dato di omologazione indicato sul libretto di circolazione.

Quando scatta l’Ecotassa

Leggendo questa tabella si capisce bene come, la prima soglia per far scattare l’ecotassa è 161 Co2 g/km di emissione fino a 175. In questi casi l’imposta da versare è di 1.100 euro. E così progressivamente, fino a raggiungere una soglia di emissioni C02 superiore a 250, che fa scattare l’importo massimo dell’ecotassa: 2.500 euro.

Da questo provvedimento sono penalizzati perlopiù i Suv e le autovetture di grossa cilindrata

Il tutto ha preso il via da venerdì 1° marzo 2019.

Leggi anche “Bollo auto 2019, riduzione del 50%: istruzioni su come fare”

In particolare, per capire se si debba pagare l’ecotassa auto, si devono prendere in considerazione due date:

  • la data di acquisto del veicolo,
  • la data in cui il veicolo è stato immatricolato.

Se il contratto di acquisto è stato concluso entro il 28 febbraio 2019 e l’immatricolazione è successiva al 1° marzo 2019, l’imposta non è dovuta. Se invece, entrambe le date sono successive al 1° marzo 2019, si deve pagare l’ecotassa. In entrambi i casi dunque si deve prendere in considerazione questa data.

Ecotassa 2019: come si paga e codice tributo

Gli automobilisti a cui verrà chiesto il versamento dell’Ecotassa lo potranno fare utilizzando il modello F24 e uno specifico codice tributo, approvato con la risoluzione n.31/E delle Entrate.

Questo provvedimento ha istituito il Codice tributo per il versamento tramite modello F24 dell’imposta sulle auto.

Per consentire il versamento della tassa tramite il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” (F24 ELIDE), viene istituito il seguente codice tributo:

  • 3500” denominato “ECOTASSA – imposta per l’acquisto e l’immatricolazione in Italia di veicoli di categoria M1 con emissioni eccedenti la soglia di 160 CO2 g/km – articolo 1, comma 1042, della legge n. 145 del 2018”.

Chiunque sia chiamato al pagamento, tenga presente il codice 3500.

Il modello F24 si compila in questo modo:

  • Il codice tributo 3500 è esposto in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati” riportando
  • nella sezione “CONTRIBUENTE”, nei campi “codice fiscale” e “dati anagrafici”, il codice fiscale e i dati anagrafici del soggetto che effettua il versamento;
  • nella sezione “ERARIO ED ALTRO”:
  1. nel campo “tipo”, la lettera “A”;
  2. nel campo “codice”, il codice tributo “3500”;
  3. nel campo “elementi identificativi”, il numero di telaio del veicolo per il quale è effettuato il pagamento dell’imposta;
  4. nel campo “anno di riferimento”, l’anno di immatricolazione del veicolo in Italia, espresso nel formato “AAAA”.

Ecotassa 2019: le auto che la pagano

Tra i modelli di auto più colpiti dall’introduzione dell’Ecotassa 2019, ci sono ovviamente i Suv e le auto di grossa cilindrata. Ecco alcuni modelli:

  • Alfa Romeo (Giulietta benzina, Giulia 2.0 turbo 200cv B-Tech)
  • Audi (S1, S3,S4, A8, S5)
  • BMW (M140i 3p., serie 3 Gran Turismo, sere 5 (540i e M550d), serie 7 (750d e 740Ld Eccelsa e Luxury), X3 (2.0 benzina e xDriveM40d)
  • Fiat (Tipo 1.4 T-Jet 5p. Lounge, 500L 1.4 Cross)
  • Honda (CR-V 1.5 T 193 CV)
  • Jaguar
  • Jeep
  • Kia (Stinger diesel AWD, Sportage benzina automatica)
  • Land Rover
  • Lotus
  • Mercedes (classe B (220 e 250 4Matic), CLA (220 e 250))
  • Mitsubishi (Outlander (benzina e GPL 4WD))
  • Opel (Mokka X, Cascada 1.6 Turbo)
  • Porsche

Questi sono solo alcuni dei modelli su cui sarà applicata l’imposta. All’interno della stessa casa ce ne sono via via altri. È quindi bene informarsi presso tutti i concessionari nel momento in cui si sceglie di acquistare un’auto.

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Il volume presenta e commenta le numerose novità fiscali derivanti sia dal D.L. semplificazione fiscale (D.L. 23 ottobre 2018, n. 119, convertito nella Legge 17 dicembre 2018, n. 136), che dalla Legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145), di cui si segnalano:• pace fiscale (definizioni agevolate, rottamazione delle cartelle, etc.)• introduzione nuova mini-Ires• riapertura termini per la rivalutazione dei beni di impresa, riallineamento e estromissione agevolata dei beni• novità Iva e fatturazione elettronica• modifica regime forfettario e introduzione della flat tax• cedolare secca per immobili commerciali• imposizione agevolata per attrarre pensionati nel “Mezzogiorno”.NICOLA FORTEDottore Commercialista e Revisore dei Conti in Roma. È consulente fiscale di Persone fisiche, Associazioni, Imprese, Società, Enti no profit, Operatori del settore sportivo, Enti religiosi, Fondazioni, Ordini professionali, Associazioni di categoria. Partecipa a commissioni e comitati, scientifici o direttivi, del Consiglio Nazionale del Notariato, dell’ODCEC di Latina, della Fondazione Accademia Romana di Ragioneria Giorgio Di Giuliomaria, del CNDCEC. È relatore a convegni e a videoconferenze su tematiche fiscali. Svolge attività di docenza nei corsi di formazione organizzati dalla SNA “Scuola Nazionale dell’Amministrazione”, da “Il Sole 24 Ore”, dalla “Scuola di Notariato Anselmo Anselmi” di Roma, da Federazioni e Associazioni sportive, da Ordini professionali e Associazioni di categoria.È autore di 20 monografie in materia di diritto tributario e oltre 500 articoli su quotidiani e riviste specializzate. Partecipa a trasmissioni radiofoniche e televisive con interviste e servizi di risposte a quesiti del pubblico.VALERIA RUSSOFunzionario tributario Agenzia Entrate, in servizio presso la Direzione Centrale Grandi Contribuenti. Dottore di ricerca in Diritto tributario delle società. Dottore commercialista e revisore legale, ha pubblicato libri di approfondimento in materia tributaria, nonché numerosi articoli per le riviste di settore e la stampa specializzata. Svolge, altresì, attività di relatore/docente in corsi e convegni organizzati da associazioni professionali e dall’Amministrazione finanziaria.

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Chiara Arroi

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