Taglio pensioni d’oro 2019 a scaglioni, come funziona: ultime novità

Redazione 30/10/18
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Il pacchetto pensioni messo a punto dal Governo in vista del nuovo anno e della Legge di bilancio 2019 punta a finanziare le misure inserite con il taglio pensioni d’oro 2019. In particolare si sta pensando a un contributo di solidarietà da applicare agli assegni pensionistici superiori a 4.500 euro al mese (corrispondenti a 90 mila euro lordi l’anno).

Si prevede un taglio a scaglioni e durerà 5 anni. In pratica i pensionati che possono contare su pensioni alte dovranno rinunciare a una fetta (fino il 20%) del loro assegno per i prossimi cinque anni in modo da finanziare quelle minime. Queste le informazioni stando al disegno di legge in materia (disegno di legge 1071 D’Uva-Molinari, all’esame della Commissione Lavoro della Camera).

Oltre al contributo di solidarietà, si potrebbe anche subire una riduzione della rivalutazione della pensione, nel caso in cui l’assegno superi nove volte il trattamento minimo. Si stanno quindi al momento vagliando tutte le ipotesi.

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Taglio pensioni d’oro 2019: che cos’è

Il taglio pensioni d’oro è una misura di sforbiciata previdenziale che andrà a intaccare le pensioni più alte percepite dai cittadini italiani. Una sforbiciata attuata mediante un contributo di solidarietà: una trattenuta sull’assegno pensionistico, limitata nel tempo, che andrà a ridurre di una piccola quota l’ammontare percepito dal super-pensionato.

Taglio pensioni d’oro 2019: quali assegni saranno toccati

È tutto ancora da definire, il taglio però potrebbe durare per 5 anni, nel senso che chi verrà toccato dal contributo di solidarietà vedrà il proprio assegno ridotto per un periodo di 5 anni.

Secondo quanto previsto dalla proposta di legge, subirà il taglio pensioni, mediante contributo di solidarietà chi percepisce un assegno pensionistico mensile che supera 4.500 euro netti al mese, corrispondenti a 90 mila euro lordi l’anno. Il contributo dovrebbe essere attuato in scaglioni, che vanno dall’8 al 20 per cento.

Il contributo di solidarietà quindi attuerà in un taglio fisso in percentuali, in base alla corposità dell’assegno percepito:

  • Tra l’8 e il 10% per le pensioni dai 90 ai 130mila euro,
  • tra il 12 e il 14% per quelle fino a 200mila euro,
  • tra il 14 e il 16% fino ai 350mila euro,
  • tra il 16 e il 18% fino ai 500mila euro,
  • del 20% per le pensioni sopra i 500mila euro.

Sono escluse le pensioni di invalidità, quelle per le vittime del dovere o di azioni terroristiche e quelle riconosciute ai superstiti.

Sono ancora ipotesi, potrebbero quindi essere rimodulate, ma sul taglio in arrivo ormai nessun dubbio. La novità fa parte del pacchetto previdenza collegato alla legge di Bilancio e comincerà l’esame del Parlamento dal 5 novembre.

Taglio pensioni d’oro 2019: quali assegni non saranno toccati

Se quanto detto sopra verrà confermato, non si devono preoccupare i cittadini pensionati che percepiscono assegni mensili inferiori o pari a 4.500 euro netti al mese.

Il ricorso al prelievo non precluderebbe la possibilità di raffreddare, almeno parzialmente, l’indicizzazione all’inflazione. Il pacchetto preparato dai tecnici infatti prevede, tra le varie opzioni, un abbattimento dal 25 al 50% dell’adeguamento al costo della vita per le pensioni nove volte superiori al minimo.

Con questa duplice mossa il taglio sulle “pensioni d’oro” potrebbe garantire tra i 200 e i 300 milioni l’anno. Ma la nuova indicizzazione potrebbe avere effetti anche sui trattamenti più bassi.

Taglio pensioni doro 2019: a cosa serve

Il taglio delle pensioni dovrebbe confluire in un Fondo istituto all’Inps e Il Governo sarebbe intenzionato a utilizzare le risorse di questo fondo per le pensioni di cittadinanza, che (insieme al reddito di cittadinanza) servono per aumentare le pensioni minime facendole arrivare a 780 euro, la soglia minima di povertà relativa.

 

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