Decreto fiscale, come cambia: via scudo e condono penale

Redazione 22/10/18
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Lega e 5 stelle, durante il Consiglio dei ministri di sabato 20 ottobre, sono giunti a un accordo sul Decreto fiscale, dopo la bomba esplosa nei giorni scorsi.

Conte ha affermato che il decreto fiscale “non riguarderà le attività finanziarie patrimoniali detenute all’estero”: “Non ci interessa offrire scudi per capitali all’estero”, ha sottolineato il premier. Il provvedimento “non contiene alcuna causa di non punibilità”, ha assicurato Conte.

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Decreto fiscale: via scudo e condono penale

Secondo quanto dichiarato nella conferenza stampa successiva alla riunione, la nuova formulazione del decreto interviene sull’articolo 9 eliminando ogni riferimento alle clausole di non punibilità penale, quindi condono penale per riciclaggio e auto riciclaggio e all’agevolazione dei capitali portati illegalmente all’estero. Dal testo quindi saranno cancellati lo scudo fiscale e il condono penale per il rientro dei capitali all’estero. Resta invece il rapporto deficit-pil al 2,4%.

Decreto fiscale: salva la norma sulla Dichiarazione integrativa

Salva invece la norma relativa alla dichiarazione integrativa: il procedimento permetterà di integrare fino al 30% in più dell’imponibileper un massimo di 100mila euro all’anno per 5 anni. Come chiarito dal vicepremier Luigi Di Maio, il provvedimento interviene su uno strumento già esistente, rendendolo più efficace.

Decreto fiscale: via la formula saldo e stralcio

Nella nuova formulazione è invece esclusa la formula saldo e stralcio, sebbene sul punto il leader della Lega Matteo Salvini abbia voluto specificare che in sede di conversione del decreto verrà approvata una misura volta a agevolare tutti coloro i quali per motivi oggettivi non siano riusciti a saldare l’ammontare dovuto. Solo in questo modo, ha aggiunto Salvini, sarà possibile ottemperare a quanto promesso nel contratto di governo. Incalzato dalle domande dei giornalisti il premier Conte è intervenuto per spiegare le intenzioni del governo con riferimento al rispetto del pareggio di bilancio. Tra l’Italia e l’Europa sarebbe in corso un’interlocuzione costante e costruttiva nell’ambito della quale il governo vuole ribadire le intenzioni paventate nel documento programmatico di bilancio, cercando di dimostrare alla commissione europea come le stime di crescita del Paese possano essere rettificate al rialzo. Nel rispondere ad una domanda secca, i tre vertici del governo hanno escluso il ricorso ad una misura patrimoniale per finanziare il disavanzo.

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