Manovra, Di Maio: “fiducia in Tria, attingiamo dal deficit per finanziarla”

Chiara Arroi 19/09/18
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Di Maio vuole tutto e subito, o quasi: certo è che si dice restio a realizzare le promesse nel corso di due o tre anni, e vuole accelerare il più possibile le cose in quello che si sta trasformando nel cantiere aperto della Manovra 2019.

Usando un po’ il bastone e un po’ la carota (come per dire ‘sto con chi mi ha votato, ma sto anche con chi mi deve concedere il budget per realizzare le misure che ho promesso’) il vicepremier penta stellato assicura piena fiducia in Tria, esortandolo comunque e tirare fuori le risorse economiche per finanziare i suoi cavalli di battaglia: reddito e pensione di cittadinanza in primis.

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E lo fa sostenendo che per farlo si potrebbe attingere al deficit.

“Ho piena fiducia nel ministro dell’Economia Giovanni Tria per quello che sta facendo e ho piena fiducia nel gioco di squadra che stiamo facendo come governo”, ha detto parlando con i giornalisti durante la missione in Cina. “Queste sono le 3 priorità: flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero. Le metteremo nella legge di Bilancio: sì”, ha detto il ministro, che ha aggiunto: “Si attinge ad un po’ di deficit per poi far rientrare il debito l’anno dopo o tra due anni, tenendo i conti in ordine e senza alcuna manovra distruttiva dell’economia’.

Le stesse misure, anche se con gradualità sono state confermate anche dal Premier Conte, che ha inoltre aggiunto come anche la pace fiscale verrà realizzata.

Secondo Di Maio, infatti, “un governo serio, che ha fatto delle promesse, non può aspettare due o tre anni per mantenerle”.

“Sono dei mesi particolari, io ho lasciato una settimana molto particolare in Italia – ha proseguito -: nulla è semplice ma sicuramente alla legge di Bilancio ci saranno dei collegati molto importanti che riguardano la sburocratizzazione, la semplificazione del codice degli appalti, il fondo del venture capital per le start up innovative misto pubblico-privato”.

Non si può comunque negare una certa tensione e apprensione di Lega e 5 stelle: ognuna con il suo bottino da rivendicare e ognuna a doversi interfacciare con chi i conti deve farli tornare: proprio Giovanni Tria.

 

Chiara Arroi

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