Aumento dell’IVA dal 2019, sarà contenuto nel Def?

Redazione 28/03/18
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Dal 2019 è previsto l’aumento dell’IVA, la misura dovrà essere contenuta nel DEF che dovrà essere approvato e inviato a Bruxelles entro il prossimo 10 aprile, senza probabilmente un nuovo Governo. Cosa accadrà?

Ricordiamo che dal prossimo anno è previsto un aumento dell’Iva dal 10% all’11,5% (per arrivare al 13% nel 2020) e dal 22% al 24,2% (al 24,9% dall’1 gennaio 2020 e al 25% dall’1 gennaio 2021), comportando un rincaro annuo di 317 euro a famiglia: la misura era stata introdotta per raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit.

Come anticipato sopra, la scadenza per l’approvazione e l’invio del Documento di Economia e Finanza sarà tra 2 settimane, coincidendo con il periodo di formazione del nuovo esecutivo quindi le ipotesi sul DEF sono 2:

  • si aspetta la formazione del nuovo Governo, saltando la scadenza e inviando poi un documento con la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’aumento IVA;
  • sarà l’attuale Governo Gentiloni ad approvare e inviare il DEF in forma sintetica aggiornando il quadro previsto alla legislazione vigente, ma resta il problema delle clausole di salvaguardia che, se non bloccate, faranno salire l’IVA.

Con molta probabilità sarà l’Esecutivo uscente a occuparsene presentando un DEF senza inserire misure programmatiche, contenente il quadro aggiornato alla legislazione in vigore (e con gli aumenti IVA), ma anche con l’indicazione sulla sterilizzazione della clausole di salvaguardia e le coperture che dovranno essere trovate dal nuovo Governo.

Nel frattempo il Ministero dell’Economia e delle Finanze smentisce che sia pronta una bozza del Documento di Economia e Finanza (DEF), precisando che “l’unica bozza circolata tra i ministeri, e a cui fa riferimento un’agenzia di stampa, è un documento parziale ad uso interno delle amministrazioni che, come richiesto dalla normativa italiana ed europea, fa il punto sull’attuazione delle riforme già varate e su come esse si rapportino alle raccomandazioni del Consiglio Europeo. In tale documentazione non si accenna a
possibili ed eventuali indicazioni per gli anni futuri”.

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