Sette cose che ho imparato lanciandomi con il parapendio 

Mentre galleggiavo in aria ammirando il panorama, pensavo che vale sempre la pena fare quello per cui si sente una chiamata ….ed ecco che cosa ho imparato

Angela Santi 12/08/17
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Tra le tante cose che ho sempre voluto fare almeno una volta nella vita, c’è era quella di provare l’ebbrezza di volare in parapendio. E così, dopo averne visti tanti volteggiare nel cielo, mi sono decisa a fissare l’appuntamento per un volo in tandem. Indossati casco e imbragatura, eccomi sulla rampa, pronta al decollo, legata con due moschettoni all’istruttore che mi è stato destinato per l’occasione, e con il quale ho condiviso per un’ora seggiolino, vela, emozioni.

Il decollo, anche se fatto in totale sicurezza, richiede un minimo di preparazione teorica e pratica per affrontarlo al meglio, essendo la fase più delicata, assieme all’atterraggio.  Prima del volo, l’istruttore verifica le condizioni del tempo e in particolare la presenza di correnti termiche ascensionali da potere sfruttare, fa effettuare qualche prova di corsa e simulare il momento in cui, senza terra sotto i piedi, ci si siede e finalmente si ammira comodamente il panorama.

Mentre aspettavo il mio turno, sono arrivati alcuni amici che, puntualmente, mi hanno chiesto se ero sicura di quello che stavo per fare (alla mia età), mi hanno ricordato tutte le persone – esperte e non – che abbiamo visto saltare e subito cadere come sacchi vuoti perché un errore di calcolo nel prendere il vento ha fatto accartocciare la vela, o quelle che abbiamo sentito imprecare in dialetto, abbracciate a un abete in attesa dell’elicottero del soccorso alpino.  Mi hanno infine ricordato che avrei potuto soffrire il mal d’aria. Che fare? Sarei stata ancora in tempo a lasciar perdere… ma no! E allora, via! In volo!

L’esperienza è stata straordinaria e coinvolgente. È stato emozionante vedere dall’alto montagne, laghi, boschi e i sentieri, immersi nel più totale silenzio, rotto solo dallo stormire degli uccelli e dal boato delle nuvole, dal suono del vento, mentre mi godevo il viaggio e una sensazione è di totale pace e relax.

E mentre galleggiavo in aria ammirando il panorama, pensavo che vale sempre la pena fare quello per cui si sente una chiamata ….ed ecco che cosa ho imparato.

  1. Al decollo, devi prendere la rincorsa e guardare avanti, mai il precipizio ai tuoi piedi, per evitare di avere le vertigini o di impaurirti ed avere la tentazione di frenare all’improvviso. Allo stesso modo, lanciarti in un nuovo progetto, richiede la capacità di sfidare limiti e paure, prendere la rincorsa e saltare! Non sai mai cosa accadrà tua mente cercherà il conforto di parametri conosciuti, vorrà rimanere nella zona di confort, se ti soffermi a considerare le possibili difficoltà, le incertezze, i pericoli, rischi di non partire mai. Tenere gli occhi fissi sul traguardo, sulla ricompensa che otterrai e sul motivo per cui hai deciso di partire, ti sosterrà lungo il tuo viaggio nei momenti di difficoltà.
  2. Non farti condizionare dalle altrui storie e dalle altrui paure. Ero così decisa a fare questa esperienza, che i rischi che altri mi ricordavano “per il mio bene”, sono passati completamente in secondo piano. La mia motivazione era tale che ho rifiutato l’idea di fasciarmi la testa prima di rompermela e tutto è andato liscio. Quante volte ti hanno messo in guardia sui pericoli che potresti incontrare nel tuo cammino? Quante volte hai lasciato che le paure degli altri, i loro dubbi, le tue proiezioni mentali ti bloccassero? Quante volte si sono trasformate in auto sabotaggi?
  3. Impari per gradi. Il primo volo è sempre esplorativo, per capire come si reagisce. Devi imparare a  familiarizzarti con la sensazione di mancanza di gravità. Allo stesso modo, tutte le situazioni nuove richiedono gradualità e tempo di adattamento. Buttarti a capofitto in una situazione della quale non si ha conoscenza o controllo non sempre produce i risultati sperati. Più sicuro e meno opprimente è tastare il terreno e fare un piccolo passo dopo l’altro (piccolo ma costante), verificando come ti senti e sapendo che puoi sempre correggere il tiro o cambiare direzione.
  4. Devi andare in cerca delle correnti termiche per salire senza fatica. Galleggiare in aria lasciarsi andare nel vento è una sensazione impagabile. Il volo degli uccelli diventa il tuo punto di riferimento per sapere dove sono le correnti ascensionali, e basta una piccola regolazione alla vela per trovarti rapidamente da un punto all’alto del cielo. In volo non puoi opporti alle correnti, è una fatica inutile che, peraltro, rischia di farti perdere quota e precipitare. Volare con la vela, senza motore, ti insegna a sfruttare al meglio le condizioni in cui ti trovi per andare dove vuoi tu, a correggere il tiro per entrare nel flusso, a trovare l’equilibrio e lasciarti andare, ti insegna a rinunciare se non sei più in condizioni di sicurezza, ad andare oltre il limite in sicurezza.
  5. Vedi il panorama da una prospettiva diversa,  hai da una visione distaccata e più ampia delle cose. Le montagne, enormi quando ci sei sopra diventano piccole, così le case, gli alberi, i boschi impenetrabili. Noti particolari mai visti prima, scorgi nuovi sentieri, hai la visione di tutto il percorso, scopri dove porta quella strada nella quale ti sei perso pochi giorni prima. Tutto ciò che sembrava insormontabile viene ridimensionato, ciò che sembra senza via di uscita ha improvvisamente una  vedere più da vicino non solo i le cose che ci sembrano grandi e dei problemi che ci sembrano insormontabili visti con il distacco assumono una dimensione completamente diversa e vengono appunto ridimensionano.
  6. Come il decollo, anche l’atterraggio è una fase delicata,  ma entrambe diventano semplici se le affronti con qualcuno che sa come si fa e che all’occorrenza sa aprire il paracadute . Affrontare l’ignoto è completamente diverso quando al tuo fianco c’è qualcuno che ti spiega e ti rassicura, una persona che sa quello che sta facendo che ha completamente il controllo della situazione e che ti può aiutare a superare i momenti di passo una persona che è stata nella tua stessa condizione prima di te che ha avuto una sua prima volta e che piano piano però ha acquisito o dimestichezza e maestria.
  7. Ogni età è quella giusta per provare, perché questo tipo di sport non ne richiede particolari abilità né preparazione atletica. E ogni età è sempre quella giusta per fare ciò che desideri, per lanciare un progetto nuovo, per rimetterti in gioco, e inseguire un sogno.

Se aspetti le condizioni ottimali e il momento perfetto per partire, il rischio è che questo momento non arrivi mai. Se guardi in basso o gli ostacoli vicino a te, rimarrai dove sei. Se ascolti gli altri, vivrai la vita degli altri. Ma se hai un sogno, un grande perché e hai uno spirito indomito, pianifica, preparati, fatti accompagnare da chi  ha fatto quell’esperienza prima di te e lanciati.

Troverai la tua corrente ascensionale e ti godrai il viaggio.

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Angela Santi

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