Decreto fiscale: con l’ok del Senato diventa legge. Il testo e le novità della riforma

Redazione 24/11/16
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Nella seduta di oggi 24 novembre, l’Assemblea con 162 voti favorevoli, 86 contrari e un astenuto, ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il disegno di legge di “conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili” (Atto Senato n. 2595 – XVII Legislatura), sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.

Scarica qui il testo del decreto 

In questo modo il decreto diventa legge, essendo stato approvato un testo identico a quello che ha ottenuto il via della Camera: qui si riporta il testo approvato definitivamente dal Senato in data 24 novembre 2016 (Atto Senato n. 2595 – XVII Legislatura), non ancora pubblicato.

Le più importanti riforme del decreto fiscale

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DECRETO FISCALE 2017

Il 24 novembre 2016 è stato definitivamente convertito, con modificazioni, il Decreto-Legge n. 193 del 22/10/2016 recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili” (cd. Decreto fiscale 2017). Il provvedimento introduce importanti novità sulla riscossione delle entrate locali (soppressione di Equitalia, rottamazione del ruoli, ecc.) e in materia di comunicazioni IVA. L’e-book fornisce una prima lettura delle norme di maggior interesse per gli Enti Pubblici.

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Le tre più importanti riforme del decreto fiscale (D.L. n. 193/2016), che è stato approvato il 16 novembre dalla Camera, sono:

  • Rottamazione delle cartelle di pagamento anche per il 2016,
  • voluntary disclosure bis,
  • nuove comunicazioni Iva.

Capiamo cosa cambierà nel 2017.

Estensione della rottamazione delle cartelle di pagamento

Una delle misure più attese dal nuovo decreto fiscale è la rottamazione delle cartelle di Equitalia che prevede il pagamento della somma intera senza mora e interessi dovute sulle somme.

La misura si riferisce non solo alle cartelle esattoriali notificate tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, ma anche a quelle assegnate nel 2016.

Rottamazione delle cartelle e pagamento a rate

La riforma fiscale prevede che il pagamento della rottamazione può essere effettuato a rate, nello specifico:

  • il pagamento deve avvenire in 5 rate (e non più solo quattro), a luglio, settembre e novembre del 2017 e ad aprile e settembre del 2018;
  • i versamenti delle rate del 2017 dovranno coprire il 70% della somma dovuta;
  • si deve aderire alla misura entro marzo 2017.

Equitalia chiude i battenti

Per l’1 luglio 2017 è prevista la chiusura di Equitalia che porterà alla chiusura delle società del Gruppo e alla loro cancellazione dal Registro delle imprese senza procedura di liquidazione.

L’attività di riscossione dei tributi sarà svolta dalla nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (soprannominata “Equientrate”), controllata dall’Agenzia delle Entrate e subordinata alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Voluntary disclosure: le novità del 2017

Il decreto fiscale ha prorogato al 30 settembre 2016 la voluntary disclosure alle violazioni commmesse. Il termine ultimo per aderire è il 31 luglio 2017.

Si ricorda che la voluntary disclosure è lo strumento utile per evitare l’evasione fiscale, infatti permette ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale autodenunciandosi allo Stato.

Chi utilizzerà la misura, pagherà le tasse, ma riceverà uno sconto sulle sanzioni e sulla mora, e un condono sui reati connessi (esclusi quelli gravi).

Comunicazione Iva: novità

Il nuovo decreto fiscale porterà delle novità riguardanti le comunicazioni Iva. I liberi professionisti dovranno presentare ogni tre mesi le fatture emesse, le ricevute e le liquidazioni Iva.

Una mancata comunicazione fiscale sarà punita con sanzioni meno severe rispetto al passato, infatti il contribuente verserà 1 euro per ogni fattua, fino a un massimo di 500 euro a trimestre, se effettuerà la trasmissione entro i primi 15 giorni dalla scadenza. Superati questi termini, la sanzione salirà a 2 euro per fattura finoa un massimo di 1.000.

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