Gli stop-and-go della PA Digitale

Aldo Lupi 27/10/16
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Poche settimane fa il Governo ha prorogato l’obbligo di dematerializzazione dei documenti della PA, spostando la scadenza di qualche mese (una scadenza imprecisata, poiché il Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha al massimo 4 mesi di tempo per riscrivere le regole tecniche per la formazione dei documenti informatici, a cui le PA dovranno adeguarsi). Non è il primo stop-and-go relativo ad alcuni importanti cambiamenti nella PA digitale.

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Vediamo i casi che, per un motivo o per l’altro, sono stati i più significativi e le relative conseguenze:

Il Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS)

Un obbligo che non investiva solo la PA ma anche i privati, prevedendo l’adozione di un documento in cui fossero riportati i trattamenti di dati personali effettuati dal soggetto, l’analisi dei rischi che potevano interessarli e le misure necessarie (adottate e da adottare) per mettere in sicurezza tali trattamenti.

Molto probabilmente è l’adempimento più prorogato della storia, con ben cinque rinvii (31 marzo, 30 giugno e 31 dicembre 2004; 30 giugno e 31 dicembre 2005; entrata in vigore definitiva il 31 marzo 2006). Tale adempimento verrà successivamente abolito con il DL 5/2012 (“Semplifica Italia”), dopo aver già subito dei corposi ridimensionamenti negli anni precedenti. In realtà l’abolizione ha portato con sé un equivoco di fondo, cioè la convinzione diffusa che, con il mancato aggiornamento del DPS, aziende e PA non fossero più tenute ad adottare le misure minime di sicurezza previste dal Codice della Privacy…

L’albo pretorio

L’art. 32 c. 5 della legge 69/2009 sanciva, a partire dal 1° gennaio 2010, il “trasloco” dell’albo pretorio degli enti pubblici dalle bacheche in vetro alla rete internet. Dopo un primo rinvio di un anno con il DL milleproroghe 2009, tutti si sarebbero aspettati un secondo rinvio, poiché durante tutto il 2010 si era parlato dell’emanazione di regole tecniche che disciplinassero la pubblicazione dei dati on line. Regole tecniche che di fatto non sono mai arrivate, così pure la seconda proroga, nella sorpresa generale.

In questo stop-and-go la cosa più eclatante fu proprio la mancanza di un’efficace regolamentazione nella pubblicazione dei dati on line, con conseguenze che purtroppo si ripercuotono ancora oggi sui siti delle PA. Non solo: il successivo decreto trasparenza (D. Lgs. 33/2013, da poco rivisto con il D. Lgs. 97/2016) ha contribuito a creare ulteriore disordine concettuale, creando confusione fra i concetti di trasparenza (oggetto dell’omonimo decreto) e pubblicità legale (a cui era finalizzata la pubblicazione dei dati all’albo pretorio).

I contratti elettronici

Il DL 179/2012 introduceva, a partire dal 1 gennaio 2013, l’obbligo di stipula dei contratti in modalità elettronica, pena nullità. Poche righe di norma si portarono in dote una montagna di domande, fra cui la più dibattuta fu: l’obbligo si riferisce agli atti pubblici amministrativi, alle scritture private o a cos’altro?

Dopo una ridda di pareri e interpretazioni (spesso fra loro discordanti), il DL 145/2013 fissò nuove scadenze per l’entrata in vigore della norma (30 giugno 2014 per i contratti in forma pubblica amministrativa e 1 gennaio 2015 per i contratti stipulati mediante scrittura privata), “condonando” gli atti stipulati in forma cartacea fino ai nuovi termini indicati. Un emblematico caso di riesumazione documentale.

PagoPA

Le “Linee Guida per l’effettuazione dei pagamenti elettronici a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi”, pubblicate in Gazzetta Ufficiale N. 31 del 7 febbraio 2014, stabilivano che le PA potessero ricevere pagamenti informatici tramite circuiti esterni alla piattaforma PagoPA entro e non oltre il 31 dicembre 2015.

Successivamente, l’unico sistema di ricezione dei pagamenti informatici avrebbe dovuto essere la piattaforma PagoPA. E invece, il 2 novembre (!) la proroga che (non) ti aspetti: la scadenza è posticipata di un anno, lasciando solo l’obbligo di aderire alla piattaforma entro la data prefissata. L’aspetto singolare è che tale proroga è stata ufficializzata non tramite qualche fattispecie normativa, ma semplicemente attraverso una news sul sito di AgID: una new entry nella gerarchia del diritto.

La dematerializzazione dei documenti della PA

Ecco la proroga più recente: nella seduta 125 del 10 agosto 2016, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il decreto di modifica al Codice dell’Amministrazione Digitale (di seguito CAD), sospendendo l’obbligo di dematerializzazione dei documenti delle PA fino all’adozione di nuove regole tecniche che tengano conto delle evoluzioni normative sul tema (fra cui il regolamento europeo EIDAS entrato in vigore il 1 luglio 2016). Tali regole tecniche dovranno essere emanate entro 4 mesi dall’entrata in vigore del decreto di modifica del CAD, cioè entro il 14 gennaio 2017.

Bisogna chiarire che 4 mesi non rappresentano la proroga, bensì il tempo massimo entro cui dovranno essere emanate le nuove regole tecniche. E’ però importante rilevare che le regole tecniche attuali (sospese) prevedevano 18 mesi di tempo per la loro attuazione, per cui più che una proroga si tratta di una sospensione in via di definizione…

Conclusioni

Ognuna della casistiche considerate ha una storia a sé, le cause che hanno portato alle proroghe sono infatti molto diverse tra loro. La motivazione ufficiale dell’ultima sospensione citata è quella di adeguare le regole tecniche sulla formazione dei documenti informatici ai dettami del regolamento europeo che si occupa di identificazione elettronica, tuttavia viene da pensare che ci sia dietro qualcosa in più. Senza questa sospensione, infatti, tutti i documenti originali delle PA non formati digitalmente avrebbero avuto un vizio di forma, con il rischio di annullabilità degli stessi.

Vista la persistente diffusione della carta in tutti gli uffici pubblici, tale circostanza avrebbe avuto una portata deflagrante. Questi (circa) 4 mesi di sospensione dovrebbero servire a garantire la transizione al digitale, ma è importante ricordare che le regole tecniche appena sospese avevano concesso alle PA ben 18 mesi per adeguarsi, con i risultati che tutti possono vedere. La partita è aperta, il tempo disponibile ancora molto poco. Sarà interessante vedere se questa corsa alla dematerializzazione si concederà ancora qualche sosta ai box.

Aldo Lupi

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