Siamo tutti creativi, ma in quattro (più uno) modi diversi

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L’innovazione nei team richiede l’utilizzo del pensiero creativo, la competenza tecnica da sola non è sufficiente. Per innovare infatti occorre una miscela di intuito, immaginazione, analisi ed azione. Sappiamo che un team è in grado di ottenere molto di più di ciò che può ottenere un singolo individuo. Ma formare un team efficace non è cosa semplice. Spesso ci si focalizza sulle singole capacità e sulle competenze tecniche che ovviamente sono indispensabili.

Tuttavia per affrontare le sfide che l’ambiente oggi ci pone questo non basta più. Diverse ricerche psicologiche dimostrano che la diversità delle persone all’interno dei team aumenta notevolmente le sue prestazioni. Ma sappiamo anche che tale diversità può creare fraintendimenti nella comunicazione, contrasti nelle decisioni, rallentamenti nel percorso. Mentre una persona è già pronta ad andare avanti con una soluzione, un’altra sta reclamando ulteriori informazioni, mentre qualcuno spinge per ottenere in fretta il risultato qualcun altro frena perché vuole essere certo che il processo sia completato come si deve.

Si consiglia il seguente volume a prezzo speciale:

Dal problema al programma

Gianpiero Cabodi è professore associato di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino.Paolo Enrico Camurati è professore ordinario di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino.Paolo Pasini è iscritto al XXVIII ciclo del Dottorato di Ricerca in Ingegneria Informatica e dei Sistemi presso il Politecnico di Torino.Denis Patti è iscritto al XXIX ciclo del Dottorato di Ricerca in Ingegneria Informatica e dei Sistemi presso il Politecnico di Torino.Danilo Vendraminetto è iscritto al XXVII ciclo del Dottorato di Ricerca in Ingegneria Informatica e dei Sistemi presso il Politecnico di Torino.  Questo libro si propone di rispondere a una delle sfide più impegnative poste dai primi corsi di Programmazione nelle lauree di area scientifica e tecnologica: la necessità di acquisire non solo un nuovo strumento (il linguaggio, con la sua sintassi e le sue specificità), ma una nuova mentalità, una metodologia strutturata orientata alla risoluzione di problemi. L’enfasi del testo è posta proprio sul “problem-solving”: dopo la presentazione di uno schema generale per la classificazione dei problemi computazionali, il lettore è guidato passo passo nella risoluzione delle diverse tipologie di problemi, dalla costruzione di un modello formale alla definizione di un algoritmo alla scrittura del programma. Si presuppone la conoscenza sintattica dei principali costrutti del linguaggio C (che vengono comunque richiamati in un capitolo apposito). L’esposizione si basa in gran parte sugli esempi, svolti in notevole dettaglio, e su un gran numero di esercizi, molti dei quali corredati da soluzione.

G. Cabodi, P. E. Camurati, P. Pasini D. Patti, D. Vendraminetto | 2016 Maggioli Editore

19.00 €  18.05 €

Perché accade questo? Perché le persone possiedono diversi stili, hanno diverse preferenze nell’affrontare le sfide e nell’esprimere la propria creatività. Per conoscere in che modo ci approcciamo ai problemi, alle sfide un utile strumento può essere il FourSight, un test che ha aiutato molti team di lavoro a trasformare situazioni di stress in aree di opportunità. La diversità tra le persone, se ben gestita, assicura un maggior equilibrio tra i punti di vista, sviluppa più energia nelle attività del team, sfrutta appieno tutte le risorse per andare a risultato insieme.

E’ nato agli inizi degli anni 90 realizzato da Gerard J. Puccio Ph.D, professore del Centro Internazionale per gli Studi sulla Creatività (International Center for Studies in Creativity, Buffalo, New York) che iniziò a studiare la correlazione tra comportamento individuale e problem solving creativo. Nei 10 anni successivi ha lavorato con una squadra di ricercatori per testare rigorosamente e convalidare le sue teorie. Oggi questo semplice ma potente strumento permette di valutare le preferenze rispetto alle differenti fasi del processo creativo, rivela i tipi di pensiero verso cui una persona, una squadra di lavoro o un’organizzazione si sentono naturalmente attratti.

I 4 tipi di pensiero creativo

Quattro sono i tipi di pensiero creativo che possono ovviamente combinarsi tra loro.
Il primo è quello dei Chiarificatori, concentrati, metodici, ordinati, risoluti, organizzati. I Chiarificatori hanno sete di informazioni, devono conoscere tutti i fatti, le statistiche, la storia ed i dettagli della situazione. Questo bisogno di conoscere è essenziale anche se a volte li porta a sommergere le altre persone con infinite domande.

Ci sono poi gli Ideatori, decisamente più giocosi, fantasiosi, socievoli, flessibili, indipendenti. Per renderli felici basta dargli spazio, continui stimoli, possibilità, cambiamento. Possiedono innata una visione d’insieme e l’immaginazione per generare un grande numero di idee, spesso originali e fuori dagli schemi. Questo tuttavia li porta a volte ad infastidire gli altri attirando troppo l’attenzione su di sé, diventando impazienti se gli altri non capiscono le loro idee, spesso folli e stravaganti.

Gli Sviluppatori costituiscono il terzo tipo di pensiero creativo e di solito appaiono riflessivi, cauti, pragmatici, strutturati, pianificatori. Hanno bisogno di tempo, tanto tempo per considerare tutte le opzioni possibili, per valutare e sviluppare le idee degli altri. Agli Sviluppatori piace migliorare e perfezionare. Questa tendenza alla perfezione può trasformare un’idea appena abbozzata in un’idea brillante poiché riescono a trovarne i difetti, ma può anche ostacolare la realizzazione di un progetto quando si fissano su un determinato aspetto.

Infine gli Implementatori. Questi sono molto decisi, determinati, orientati all’azione. Hanno bisogno di risposte tempestive alle loro idee. Tuttavia rischiano di essere a volte troppo insistenti, spingono in maniera esasperata perché quel che conta per loro è il risultato a qualunque costo. In realtà esiste anche un quinto tipo, gli integratori. Queste persone non si riconoscono in nessuno dei precedenti profili pur possedendone le caratteristiche. Sono quindi molto integrabili nei diversi gruppi, adattandosi bene con le altre persone e potenziando il gruppo di lavoro.

Aziende e costruzione dei team: come avviene?

Poter conoscere il proprio profilo di pensiero creativo e quello dell’intero team è quindi un’opportunità importante per lavorare insieme e da anni nelle aziende la costruzione dei team avviene utilizzando questo strumento. E tu che tipo di profilo hai? Con chi hai maggiore facilità a collaborare? Con chi hai maggiore difficoltà? Con chi hai più facilità nel condividere le idee? Quali strategie utilizzi per superare queste difficoltà? Con il Foursight puoi ottenere tutte queste risposte.

Gianni Clocchiatti

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