Giudizio Muos, Sicilia: domani l’atto finale. La decisione del GCA

Redazione 24/02/16
Scarica PDF Stampa
Atto finale per la vicenda Muos davanti al CGA. Si terrà domani mattina, infatti, l’udienza conclusiva del Giudizio MUOS davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa ed i giudici dovranno pronunciarsi sull’appello presentato dal Ministero della Difesa avverso la sentenza di primo grado, che aveva ritenuto illegittime le autorizzazioni rilasciate per la costruzione dell’impianto.

Nel farlo dovranno tenere in considerazione i nuovi elementi istruttori, che sono stati depositati in ottemperanza alla sentenza parziale del 3 Settembre scorso; sentenza che, nella sua parte motiva, ha delegato un Collegio di Verificazione a redigere una nuova Relazione di Verificazione, per rispondere a tre quesiti fondamentali: quale sia l’effettiva consistenza e gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto MUOS, quando funzionante; se le emissioni siano conformi o no alla normativa in materia di tutela ambientale dell’area SIC e di prevenzione antisismica; infine, se le emissioni possano mettere in pericolo la sicurezza del traffico aereo civile.

In vista dell’udienza, sono state depositate sia la Relazione del Collegio, sia le memorie delle parti in causa, supportate dalle relazioni dei consulenti tecnici di parte.

Abbiamo ritenuto, pertanto, opportuno incontrare l’avvocato Carmelo Giurdanella, co-difensore del Comune di Ragusa, ed il medico Cirino Strano, Consulente Tecnico di Parte dell’Associazione Movimento No MUOS Sicilia, per discutere con loro dei profili problematici della questione MUOS.

Avvocato Giurdanella, Dottor Strano, quali sono, dai vostri diversi punti di vista, le questioni più controverse che coinvolgono il giudizio MUOS?

Giurdanella: Quale difensore di uno dei soggetti intervenuti nel giudizio, mi sono scontrato con almeno tre profili problematici venutisi a delineare: la dubbia composizione del Collegio di Verificazione, la violazione del diritto di contraddittorio e il controverso modus operandi del Collegio di Verificazione.

Strano: Dal canto mio, mi sono occupato della questione MUOS considerando i profili più specificamente tecnici di essa e approfondendo gli effetti delle emissioni elettromagnetiche sulla salute umana e sulla tutela ambientale dell’area SIC. Nel mio lavoro, non ho potuto fare a meno di riscontrare contraddizioni e insufficienze dell’operare del Collegio di Verificazione.

Avvocato Giurdanella, vuole chiarirci il problema della composizione del Collegio di verificazione?

Giurdanella: Il collegio di verificazione è stato nominato dal CGA con la sentenza parziale depositata lo scorso settembre. La nomina prevedeva l’affidamento dell’incarico di verificazione a tre Ministri (Salute, Ambiente e Tutela del territorio e del mare, Infrastrutture e dei trasporti) e due rappresentanti della comunità scientifica. Tale nomina è risultata fortemente inadatta in un giudizio in cui una delle parti in causa è il Ministero della Difesa: l’imparzialità, infatti, del soggetto verificatore, pretesa dal codice del processo amministrativo, rischia di essere stata compromessa, dal momento che i Ministri nominati dal CGA sono, per loro definizione, espressione dell’unico indirizzo politico che promana dall’Organo esecutivo statuale, del quale è parte lo stesso Ministero della Difesa.

Inoltre, il Collegio è risultato fortemente sbilanciato  a vantaggio della componente politica rispetto alla componente scientifica, essendo il rapporto tra Ministri ed esperti tecnici di 3 a 2, su un totale di 5 componenti, e quindi in un contesto in cui il voto per maggioranza è garantito già da 3 voti. Infine, ritengo che non abbia arginato il rischio di una compromissione politica del Collegio neanche la possibilità, riconosciuta ai Ministri di delegare un esperto a compiere le operazioni di verificazione, rimanendo, tale nomina, nella più ampia discrezionalità del Ministro stesso.

Dottor Strano, qual è la sua opinione in relazione alla composizione del Collegio?

Dott. Strano: Condivido quanto affermato dall’avvocato Giurdanella, e aggiungo che, non solo il potere di delega è stato esercitato dai Ministri, ma la delega è stata conferita, tra l’altro, ad esperti ingegneri elettronici, cosa che, a parer mio, mal si concilia con i quesiti posti dal CGA. Era stato richiesto, infatti, un accertamento delle conseguenze delle emissioni elettromagnetiche sulla salute umana, ma non mi pare, questo, campo di competenza di un ingegnere.

Quale medico, posso già anticipare quanto ho riportato nella mia relazione di parte, in merito a questo argomento: l’incidenza delle emissioni elettromagnetiche sul corpo umano determina, oltre alla conseguenza più comune, la leucemia, alterazioni del sistema nervoso centrale, che possono dare luogo a malattie quali morbo di Parkinson, Alzheimer, autismo nei bambini, o evolvere in tumori, per esempio alla tiroide. Di tutto ciò non c’è traccia nella Relazione del Collegio.

Avvocato Giurdanella, ci chiarisca per favore il problema del difetto di contraddittorio.

Giurdanella: Il nostro codice del processo amministrativo garantisce alle parti in causa il diritto di presentare, in vista dell’udienza di discussione documenti, memorie e repliche in termini fissati, rispettivamente, in quaranta, trenta e venti giorni liberi prima dell’udienza. Nel giudizio in questione, invece, tali termini non sono stati rispettati. A seguito della proroga concessa per la verificazione, infatti, si è venuto a creare un intervallo di tempo tra il deposito della Relazione di verificazione e l’udienza di discussione eccessivamente limitato. Ciò ha comportato una difficoltà notevole nella preparazione dei documenti difensivi e delle relazioni di parte, dal momento che i tecnici sono stati costretti ad accelerare notevolmente i lavori.

Dottor Strano, in quanto tecnico di parte, ha riscontrato problemi nel dovere operare in termini stringenti?

Strano: Certamente sì. Inoltre, a proposito del contraddittorio, voglio far presente che sebbene la sentenza del CGA avesse prescritto che nella relazione finale di verificazione si dovesse far menzione delle osservazioni dei tecnici di parte, tali osservazioni non risultano essere state considerate. Né è stata rispettata la prescrizione del CGA di comunicare una versione “provvisoria” della Relazione, prima del deposito, ai tecnici di parte, almeno per quanto mi riguarda.

Avvocato Giurdanella, Dottor Strano, potete chiarirci i profili tecnici, problematici, della Relazione?

Giurdanella: Per quanto mi riguarda, mi sono soffermato su un’incongruenza procedurale dell’operare del Collegio. Questo, infatti, aveva previsto, per i giorni 13 e 14 Gennaio delle misurazioni in concreto del campo elettromagnetico irradiato, dal momento che il CGA aveva richiesto espressamente di accertare gli effetti delle onde emesse dal MUOS quando funzionante. Le operazioni, invece, sono state successivamente bypassate, in quanto preventivamente bloccate dal Prefetto di Caltanissetta. A seguito di ciò, il Collegio ha deciso di porre a fondamento della propria Relazione i dati teorici di misurazione trasmessi dagli USA. Questo, sicuramente, non ha soddisfatto la richiesta del CGA, ed è palese, al contempo, che sia stata messa a rischio l’imparzialità della Relazione.

Dott. Strano: Come l’Avvocato, ho rilevato anche io questo problema nella mia relazione di parte. Voglio far osservare, inoltre, come la decisione del Prefetto di Caltanissetta, assecondata, tra l’altro, dallo stesso Collegio di verificazione non faccia che confermare i timori che tutti noi soggetti intervenienti condividiamo. Se infatti, già in sede di verificazione, si è preferito evitare di attivare l’impianto per il timore che ciò provocasse danni alla salute dei Niscemesi e all’ambiente circostante, a fortiori si deve ritenere che attivare definitivamente l’impianto sarebbe deleterio per gli esseri viventi intorno all’impianto.  Il principio comunitario di precauzione impone di reagire immediatamente di fronte ai pericoli potenziali nei confronti della salute umana, delle specie animali e della salvaguardia dell’ambiente.

Inoltre, le misurazioni, ripetiamo, teoriche, operate dagli Usa, si riferiscono all’impianto in potenza di funzionamento 200 W (pari ad una lampadina!) e, quindi, non al massimo di funzionamento. Le verificazioni tecniche, invece, a norma di legge, vanno condotte con l’impianto attivato alla massima potenza. Gli USA insistono nel dire che l’impianto non arriverà a una potenza maggiore di 200 Watt, ma questo non mi pare credibile: i progetti di realizzazione del MUOS, infatti, prevedevano una potenza di ben 1600 Watt, e, d’altra parte, una potenza di soli 200 Watt non sarebbe sufficiente né a coprire la distanza necessaria del fascio d’onda, né a contrastare le eventuali condizioni meteorologiche avverse che possono ostacolare il percorso delle onde, né a soddisfare la quantità di dati che riesce a trasmettere l’impianto MUOS.

Dottor Strano, cosa può dirci in merito all’impatto ambientale dell’Impianto MUOS?

Strano: Ci sono almeno due profili problematici. Il primo riguarda l’impatto dell’impianto sull’area SIC. La “Sughereta di Niscemi”, infatti, è una riserva naturale Sito di Interesse Comunitario. In particolare, l’impianto ricade in ZONA A, che è la zona assolutamente inedificabile. Anche questo aspetto è stato del tutto omesso dal Collegio di verificazione. Così come la circostanza che all’interno della riserva vivano delle specie faunistiche protette (il gruccione, per esempio).

Il secondo profilo problematico è dato dalla mancanza di certificato di antisismicità dell’impianto. È stato opposto, in passato, che le parabole sarebbero strutture militari e, come tali, esenti da necessarietà di certificato antisismico. In realtà, però, le parabole poggiano su torrette alte almeno 10 m, che sono, a tutti gli effetti, edifici necessitanti il certificato di antisismicità.

Tanto più che le conseguenze di un sisma sarebbero devastanti per la popolazione circostante, in quanto esso influirebbe sulla stabilità delle parabole e delle antenne, deviando e ampliando il fascio di emissione delle onde, che andrebbe ad impattare, quindi, con ogni probabilità sul territorio di comuni quali Chiaramonte Gulfi su cui è direzionata una delle tre parabole.

La verità, a mio avviso, è che questo impianto ha un potenziale di pericolosità immenso. Niscemi deve fare i conti con l’inquinamento elettromagnetico generato dalle 46 antenne già esistenti dal 1991, cui si aggiungerà, nella peggiore delle ipotesi, quello generato dalle emissioni delle parabole. Queste hanno un raggio d’azione che si estende fino a 143 Km, con effetti gravi sulla salute umana immediati e inequivocabili a una distanza di soli 20 km: tale è la distanza che separa Chiaramonte Gulfi GIdall’impianto satellitare USA.

Ringraziando l’Avvocato Giurdanella e il Dottor Strano per la loro preziosa collaborazione, non ci resta che attendere l’esito della prossima udienza, che porrà fine al Giudizio.

Intervista a cura di Rossella Angirillo

 

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento