Concorso Scuola 2016: ecco come cambiano le classi di concorso. Tutto su prove in lingua straniera

Redazione 17/02/16
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Finalmente, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha apposto la sua firma sul testo di riforma delle classi di concorso.

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Il testo, infatti, era rimasto l’ultimo atto utile a sbloccare la pubblicazione dei tre attesissimi bandi del concorso a cattedre, rivolto a 63.712 docenti della scuola pubblica.

Ad aver diffuso la notizia il portale online, OrizzonteScuola,  secondo cui tra gli atti firmati dal Presidente della Repubblica nella settimana intercorsa tra l’8 e il 14 febbraio scorsi, figura anche il Regolamento sulle nuove classi di concorso (il D.P.R. 14/02/2016, in attesa di pubblicazione).

RIFORMA CLASSI DI CONCORSO: COSA PREVEDE?

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L’atto, denominato “Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”, ora dovrà venire registrato presso la Corte dei Conti e successivamente, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, molto presumibilmente entro martedì 23 febbraio.

1) Classi ridotte: come?

La decisione di abbassare le oltre 150 classi di concorso della scuola secondaria di quasi un terzo, e soprattutto di piazzarle all’interno di otto grandi “contenitori” di materie di insegnamento didattico, definiti ambiti disciplinari, è stata fortemente criticata dall’Anief – l’Associazione Sindacale Professionale.

Secondo il Sindacato, infatti, la decisione, se da un lato consente all’amministrazione di sistemare con grande facilità il personale da assumere (o eventualmente da trasferire, mediante la mobilità annuale), dall’altro, tuttavia, rischia di penalizzare, e non poco, il livello qualitativo dell’insegnamento e della didattica.

2) Accorpamento delle classi: quali conseguenze?

Soltanto alcuni giorni fa, fonti da Palazzo Chigi, in commento all’imminente approvazione della revisione delle classi concorsuali, hanno spiegato come l’accorpamento consenta “di aumentare il numero di posti per classe di concorso e il tasso di sostituibilità degli insegnanti”.

In realtà, non sono così sporadici gli esempi concreti che evidenziano come questa procedura porti ad accorpamenti forzati, accorpamenti da cui molto probabilmente deriveranno conseguenze non positive sulla didattica.

Il riferimento è, ad esempio, alla nuova classe di tecnologie e tecniche della comunicazione, che incorporerà ben 6 delle classi di concorso attualmente vigenti. Si possono comunque citare anche i laureati in Scienze Politiche, i quali potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche (con almeno 96 crediti universitari nel settore scientifico disciplinare), o ancora i laureati in Ingegneria che per la prima volta potranno accedere alle cattedre di matematica e scienze alle medie.

Con la nuova revisione delle classi di concorso, in pratica, lamenta Marcello Pacifico, presidente Anief: “Ci viene proposto un modello organizzativo delle discipline da insegnare che svaluta il personale docente, perché in molti casi d’ora in poi verranno messi in cattedra degli insegnanti pur se sprovvisti delle competenze, conoscenze e capacità specifiche. In una parola, si chiederà loro di ridurre la portata della specializzazione, obbligandoli a confrontarsi su programmi non attinenti al loro vissuto formativo accademico”.

Prosegue il presidente Anief: “L’approvazione di queste classi di concorso non fa poi che allontanare, anziché avvicinare, la procedura concorsuale dal merito. Perché molti dei candidati dovranno confrontarsi con programmi iper-allargati, costringendoli a confrontarsi su argomenti e contenuti da sempre associati, giustamente, ad una competenza ad hoc. Secondo noi, questi accorpamenti potevano avere un senso per il futuro. Ma non di certo per questa tornata concorsuale, visto che tutti i laureati che vi parteciperanno si sono formati su piani di studio ed argomenti tarati sui programmi precedenti. Che senso ha approvarli a poche settimane dal bando e renderli attivi con immediatezza?”.

CONCORSO SCUOLA 2016: CHI SONO GLI ESCUSI?

L’Anief ha sollevato dubbi anche sul presunto iter di svolgimento del concorso scuola, alcuni dei quali evidenziati dallo stesso Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Le criticità maggiori riguardano, anzitutto, l’esclusione dal concorso dei giovani laureati, dei docenti precari non abilitati con 36 mesi di servizio, dei docenti di ruolo, oltre che degli specializzandi nel sostegno e abilitandi nelle discipline.

CONCORSO SCUOLA 2016: COME SI SVOLGERANNO LE PROVE?

– Prova scritta: quale conoscenza della lingua straniera?

Il sindacato, inoltre ha sottolineato incongruenze anche nello svolgimento delle prove. Visionando, ad esempio, la bozza dell’allegato A del bando selettivo, si nota che la prova scritta in lingua inglese, francese, spagnolo e tedesco verrà proposta ai candidati che dovranno eseguirla senza poter utilizzare il dizionario: si tratterebbe, quindi, evidenzia l’Anief, del primo concorso pubblico per docenti in Italia che proibisce l’uso del dizionario.

Si ricorda, inoltre, il diverso metro di competenza da valutare sulla base del tipo di lingua: se, infatti, per inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese viene richiesto il livello C1 del QCER (ossia il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue), per la lingua araba, invece, il livello indicato si ferma al B1; per cinese e giapponese il metro di valutazione nemmeno compare, potendo forse in questo caso anche bastare il livello A1.

– Prova orale: quale conoscenza della lingua straniera?

Un’ulteriore disparità evidenziata attiene, invece, allo svolgimento della prova orale. Se, infatti, “per le classi di concorso di lingua straniera la prova orale si svolge interamente nella lingua stessa”, la stessa regola si applicherà esclusivamente per le lingue inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese.

Sempre dalla bozza dell’allegato A del bando, si apprende infatti che la prova orale di arabo alle superiori (si parla dunque dell’ambito disciplinare n. 5, a24) “si svolge in parte in lingua araba”. Deroghe alla norma originaria sono previste anche per la lingua cinese, per la quale è stata ammessa una sorta di “eccezione della parte dedicata alla simulazione dell’attività didattica in classe, che sarà svolta in italiano”, e per quella giapponese, rispettivamente per quello che attiene la “parte dedicata alla simulazione dell’attività didattica in classe che potrà essere in parte svolta nella lingua di uso in classe”.

CONCORSO SCUOLA 2016: QUALI NOVITA’ PER LE DOMANDE IN LINGUA STRANIERA?

Una delle novità che il bando di concorso a cattedra dovrebbe prevedere, mediante i cosiddetti “requisiti culturali e professionali in ordine al settore o ai settori disciplinari previsti da ciascuna classe di concorso”, così come stabiliti dall’allegato A, consiste nella “conoscenza di una lingua straniera comunitaria al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue straniere”.

Questo sarà accertato, sia somministrando ai docenti candidati 2 degli 8 quesiti della prova scritta in lingua straniera, sia, sempre per i candidati di discipline linguistiche, attraverso la predisposizione di prove interamente in lingua straniera.

Prove: altri contenuti da sapere?

Altre nozioni, sia contenutistiche che didattiche, da sapere per superare le prove del concorso riguardano poi la “conoscenza della legislazione e della normativa scolastica” e degli ambiti disciplinari.

PER IL SUPERAMENTO DI TUTTE LE PROVE DEL CONCORSO SCUOLA SI CONSIGLIANO I SEGUENTI MANUALI PRATICI PER TUTTE LE CLASSI DI CONCORSO CONTENENTI:

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. TEST,

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