Concorso Scuola e Riforma Classi di Concorso: a rischio le assunzioni in ruolo?

Redazione 10/12/15
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I sindacati premono per salvaguardare i diritti acquisti da chi è in possesso di titoli di studio e di abilitazioni precedenti al nuovo provvedimento; per questo motivo tornano all’attacco chiedendo di essere nuovamente ricevuti dal Miur.

A seguito dell’informativa recapitata lo scorso 4 settembre, tuttavia ad oggi non è stata indetta alcuna nuova convocazione.

Al nuovo bando di concorso a cattedra che, nella previsione della legge 107/2015 (legge della “Buona Scuola”) avrebbe già dovuto essere pubblicato entro il 1° dicembre scorso, il Governo ha legato la relativa riforma delle classi di concorso.

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Ora, continuando ad essere rimandata l’emanazione del bando che mette a disposizione 63.700 posti per docenti abilitati, ciò che si rischia è che, da un lato, il provvedimento venga fatto in maniera troppo frettolosa, in considerazione anche della pausa per le festività natalizie e, dall’altro, che il ritardo per il bando sia tale da mettere in pericolo l’attivazione delle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2016/2017.

Diverse sono state, infatti, le voci contrarie al modo in cui si stanno portando avanti i lavori, tra cui la stessa deputata PD, Maria Grazia Rocchi, relatrice del provvedimento in Commissione alla Camera, che ha dichiarato: “È un lavoro molto complesso, ci sarebbe piaciuto affrontarlo con più calma, per impostare le nuove classi su una metodologia pedagogica moderna”.

Il tempo, però, è scaduto: “Ci rendiamo conto  – ha aggiunto la relatrice – che c’è una contingenza, quella del concorso, che ha condizionato tempi e modi di lavoro. Dovevamo innanzitutto tutelare le abilitazioni esistenti e i diritti acquisiti, non era facile. In ogni caso ci sono ancora diverse migliorie da fare: il Governo – conclude Rocchi – ha promesso di recepire tutte le condizioni indicate”.

In proposito, sono state diverse le richieste di revisione e aggiustamento segnalate dalla VII Commissione Cultura di Camera e Senato, così come peraltro erano già state rilevate dal Consiglio di Stato. Bisognerà quindi attendere ancora per vedere se le segnalazioni verranno o meno recepite.

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