Clima: la Conferenza di Parigi salverà il mondo?

Redazione 01/12/15
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Ha preso il via ieri la Conferenza Internazionale sul Clima della Nazioni Unite (Cop21) che, fino all’11 dicembre, riunirà i leader mondiali per siglare un accordo storico in grado di salvare il pianeta.

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Per i 150 capi di Governo, riuniti in una Parigi a dir poco blindata, si tratta dell’ultimo treno da prendere per riuscire a portare a casa un accordo che limiti il riscaldamento climatico al fine di scongiurare quella sta diventando una catastrofe ambientale sempre più irreversibile. L’accordo che la comunità internazionale è chiamata a stabilire mira infatti ad arginare il riscaldamento globale a 2 gradi rispetto ai livelli dell’epoca pre-industriale.

Tutta la comunità scientifica concorda che oltre tale soglia il pianeta terra andrebbe incontro a un caos climatico dalle conseguenze apocalittiche. In vista della conferenza ben 183 Paesi su 195 rappresentati hanno presentato una serie di impegni concreti atti a limitare le emissioni di gas a effetto serra i quali, tuttavia, porterebbero comunque a un riscaldamento vicino ai 3 gradi, risultando pertanto non abbastanza sufficienti. Ecco perché con il summit partito ieri si vuole arrivare a definire per i prossimi decenni dei meccanismi che rivedano al rialzo l’accordo.

“L’11 dicembre”, il giorno di chiusura della Cop21, “il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta”, sono state le parole con cui il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, ha inaugurato i lavori. A fianco del cambiamento climatico il presidente francese Francois Hollande ha poi accostato l’altro grande tema al centro del dibattito politico internazionale, alla luce soprattutto dei recenti avvenimenti di cronaca che hanno toccato proprio la Francia, ossia il tema della lotta al terrorismo. “Sono due grandi sfide che dobbiamo affrontare” affinché si possa lasciare “ai nostri figli di più che un mondo libero dal terrore, un pianeta preservato dalle catastrofi, un pianeta sostenibile” ha dichiarato Hollande facendo riferimento ad un accordo definito “essenziale”.

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Il presidente francese ha spiegato che attraverso la Conferenza Onu sul clima si deve “costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere”.  Il surriscaldamento climatico, ha proseguito il titolare dell’Eliseo, “crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l’accesso all’acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita”. “Abbiamo l’opportunità – ha ribadito Hollande – di creare uno sviluppo con le energie rinnovabili, il trasporto pulito e la biodiversità”.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo intervento ha definito la conferenza sul clima come “un’occasione politica unica che potrebbe non tornare” avvertendo i capi di Stato presenti come”Il futuro del mondo” sia riposto nelle loro mani. “Voi avete il potere di assicurare il benessere di questa e della prossima generazione”, ha dichiarato Ban Ki-moon sottolineando come l’individuazione di un accordo che riesca a limitare entro i due gradi l’aumento delle temperature del pianeta causato dalle emissioni inquinanti venga a dipendere dalla ricerca di un “compromesso, il consenso e, se è necessario, anche la flessibilità”.

Tra i leader mondiali riuniti, uno dei primi ad aver parlato è stato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che si è dichiarato il rappresentante non soltanto”della prima economia mondiale” ma anche “del secondo Paese inquinatore” al mondo come a voler ribadire che gli Stati Uniti, non riconoscono solo il ruolo avuto nell’aver creato il problema ma che si assumono “anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito. Possiamo cambiare il futuro qui e adesso”, ha concluso Obama.

Una presa di posizione netta ed un impegno ad un accordo concreto sono stati presi anche dal leader tedesco, Angela Merkel, la quale di fronte alla vasta platea della Cop21 ha dichiarato:  “La Germania entro il 2020 raddoppierà i finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili”.

In ritardo invece il presidente russo, Vladimir Putin, che nel suo discorso ha sottolineato il fatto che l’andamento dell’economia russa rappresenti la prova che “si può prestare attenzione alla crescita economica senza per questo trascurare l’ambiente. Il nostro Paese – ha precisato Putin – è stato fra i primi al mondo a ridurre i consumi energetici dell’economia negli ultimi anni e a ridurre in modo considerevole le emissioni di gas a effetto serra, tanto da frenare di un anno il riscaldamento climatico, ma al tempo stesso ha raddoppiato il suo Pil”.

Per l’Italia il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo la stretta di mano con il segretario dell’Onu ha postato la foto dell’incontro su Facebook commentando: “L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra. Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy. Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L’Italia non si tira indietro”.

L’Italia e altri 10 Paesi tra cui Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno infatti annunciato un contributo complessivo di 248 milioni di dollari (234 milioni di euro) per l’adattamento degli Stati più vulnerabili ai cambiamenti climatici. L’Italia, in particolare, verserà 2 milioni di dollari entro la fine dell’anno assicurando la continuità dell’impegno nei prossimi anni, già a partire dal 2016.

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