Pensioni: come e quando si può andare in pensione prima

Redazione 25/11/15
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Come e quando poter andare in pensione è un tema ricorrente nel dibattito politico italiano. Mentre sembrano destinate a morire le speranze di chi attendeva già entro il 2016 la strutturale modifica dei requisiti della riforma Fornero, un modo per accedere prima alla pensione c’è. Il riferimento è al cosiddetto meccanismo dell’incentivo all’esodo o prepensionamento.

Ma di che cosa si tratta?

Le aziende vi ricorrono quando sono intenzionate a diminuire l’organico, rinnovare il personale o, più in generale, a contrarre le spese. In questi casi si attivano procedure d’esodo incentivate, atte ad accompagnare i dipendenti con più anzianità di servizio alla pensione con un reddito, anche prima della data ufficiale del pensionamento.

In sostanza, si tratta di somme erogate a favore del lavoratore per agevolare la cessazione del rapporto di lavoro.

Affinché si delineino effettivi strumenti d’incentivo all’esodo non basta che si tratti di emolumenti corrisposti in concomitanza del termine del rapporto lavorativo, dovendo risultare dalla volontà delle parti (tramite accordo individuale o accordo stipulato dopo una trattativa sindacale) che queste stesse somme sono indirizzate alla specifica risoluzione del contratto di lavoro.

In base a quanto stabilito dalla circolare Inps 170/1990, le somme che sono volte a facilitare la cessazione del rapporto di lavoro, come quelle concernenti il prepensionamento, la cessazione del contratto a termine prima della scadenza, o ancora quelle erogate per via di riduzioni del personale, in linea generale sono esenti da tassazione e contribuzione.

Soggetti a contribuzione, invece, sono i premi di anzianità che sono previsti contrattualmente in aggiunta al Tfr, i premi o le gratifiche che sono erogati alla risoluzione del rapporto, ma non ad essa finalizzati, e tutte le somme non destinate alla cessazione del contratto, che sono invece erogate come risarcimento per la mancata retribuzione.

In base a quanto disposto dalla Legge Fornero affinché possa utilizzarsi una particolare tipologia d’incentivo all’esodo, meglio nota appunto come Prepensionamento Legge Fornero, nei casi di eccedenza di personale, il datore che impiega mediamente più di 15 dipendenti si deve impegnare a corrispondere ai lavoratori una prestazione uguale alla pensione che spetta, da versare all’Inps insieme ai i contributi utili a perfezionare i requisiti minimi per il pensionamento.

I dipendenti coinvolti, per beneficiarne, devono raggiungere i requisiti previsti per la pensione, di vecchiaia o anticipata, entro 4 anni dalla cessazione dal rapporto di lavoro.

Come si può ottenere, quindi, il prepensionamento con la Legge Fornero?

Anzitutto, l’azienda interessata deve presentare domanda all’Inps, congiuntamente a una fideiussione bancaria. Successivamente spetta all’Inps effettuare un’istruttoria per controllare i requisiti sia del lavoratore che dell’impresa. Qualora l’esito sia positivo, l’accordo di esodo può dirsi perfezionato.

A partire da questa fase sull’azienda pesa l’obbligo di versare mensilmente all’Inps la provvista per la prestazione e per i contributi figurativi. E’ direttamente effettuato dall’Inps invece il pagamento dell’incentivo all’esodo, seguendo le modalità previste per le pensioni, provvedendo l’Istituto ad accreditare anche i contributi figurativi.

Nel caso in cui l’azienda dovesse mancare di versare la relativa provvista, non viene effettuata alcuna erogazione delle prestazioni da parte dell’Inps che invece notifica un avviso di pagamento. L’escussione della fideiussione da parte dell’Istituto scatta dopo 180 giorni dal non avvenuto pagamento.

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