Tasi e super Tasi: il dietrofront del Governo, chi dovrà pagare?

Redazione 22/10/15
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A chi credeva di essersi definitivamente liberato dello spauracchio della Tasi tocca fare un passo indietro. Anche per il prossimo anno, infatti, sarà in vigore l’addizionale dello 0,8 per mille (cosiddetta super Tasi) applicabile dai Comuni alle seconde case, portando in questo modo il tetto massimo di prelievo complessivo sugli immobili (vale a dire Tasi più Imu) dal 10,6 all’11,4 per mille.

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Come promesso dallo stesso Premier Matteo Renzi, i Comuni, che l’anno scorso grazie a questa manovra avevano riscosso all’incirca 350 milioni di euro complessivi, con il varo della nuova legge di Stabilità (CLICCA QUI PER IL TESTO) e la previsione dell’abrogazione delle imposte sulla prima casa non avrebbero perso nemmeno un centesimo. In effetti sarà proprio così, mentre i contribuenti probabilmente saranno costretti a fare i conti con un gettito persino più salato rispetto a quello prodotto l’anno scorso dall’addizionale Tasi.

Solo i Comuni che avevano stabilito e sovvenzionato detrazioni a favore dei proprietari di prime case, infatti, fino all’anno scorso, potevano applicare l’addizionale Tasi. Questo requisito, tuttavia, crolla dal 2016 a seguito della prevista eliminazione della Tasi sulle abitazioni principali, lasciando così la possibilità di applicare l’addizionale senza vincoli particolari. L’unico vincolo rimasto è quello della soglia massima pari al all’11,4 per mille che non va mai superata.

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La bozza del testo della legge di Stabilità 2016, rivista e corretta (CLICCA QUI PER LA BOZZA CORRETTA), annuncia che anche l’Imu continuerà ad essere pagata sulle prime case di lusso. Nessuna esenzione, quindi, per gli immobili di categoria catastale A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli), costretti ancora a versare l’imposta municipale. Il Governo ha così rivisto l’idea iniziale di abolire le tasse sulle prime case, “senza eccezioni di sorta in ragione del loro classamento catastale o di altri parametri”, per far fronte alle polemiche sulle eventuali disparità che la manovra avrebbe causato avvantag­giando notevolmente i proprietari di abitazioni di lusso.

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Quest’ultimi continueranno a pagare anche la Tasi, eliminata per le abitazioni principali appartenenti alle altre categorie catastali. La Tasi, invece, non verrà più pagata dagli inquilini a condizione però che l’immobile sia stato adibito ad abitazione principale, un sistema non poco contestato in quanto costringe ancora, in vari Comuni, gli affittuari a versare parte del tributo dovuto dai proprietari degli immobili.

I proprietari che affittano un’immobile saranno tenuti a pagare la quota di Tasi prefissata dal rispettivo Comune, essendo compresa tra il 70 e il 90%. Confermate, infine, sia l’esenzione dall’Imu per tutti i terreni agricoli (montani, semi-montani o pianeggianti) utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali e società, sia l’esenzione dei macchinari imbullonati dalla base di calcolo delle imposte immobiliari.

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