Scuola, bonus 500 euro ai docenti: quali acquisti sono legittimi?

Redazione 20/10/15
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Sono circa 700mila gli insegnanti italiani, di ogni ordine e grado, che in questi giorni hanno ricevuto i 500 euro sul rispettivo conto corrente previsti dalla Riforma della Buona Scuola di Renzi, utili all’aggiornamento e alla formazione. Dall’anno prossimo i 500 euro saranno sulla Carta del docente, in arrivo nel 2016 (Clicca qui per consultare il DPCM sulle modalità di assegnazione e utilizzo della Carta Elettronica del docente).

I destinatari sono gli insegnanti di ruolo ma anche i neo-assunti, ad esclusione dei supplenti annuali; a tal proposito l’Anief ha già espresso il proprio parere, minacciando ricorso perché anche loro siano dotati dei 500 euro in favore dell’auto-aggiornamento. I docenti potranno spendere questi soldi in testi sia digitali che cartacei, per acquistare pubblicazioni e riviste o ancora software e prodotti hardware.

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Aggiunge il Miur che i docenti interessati potranno anche utilizzare tale risorsa per «corsi di aggiornamento o qualificazione delle competenze professionali svolti da enti accreditati presso il Miur, corsi di laurea, laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico inerenti il profilo professionale, ovvero per corsi di laurea post lauream o master universitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

Molti altri docenti hanno invece pensato di utilizzare tale bonus per l’acquisto di pc e tablet o anche smartphone: strumentazioni che ognuno dovrebbe già avere, ma che magari in alcuni casi non erano stati ancora acquistati personalmente. Molti, infatti, si limitavano ad utilizzare le strumentazioni di cui era dotata la scuola. Nell’attesa, però, del decreto ministeriale che chiarisca come rendicontare tutte queste spese, i docenti sono tenuti a conservare scontrini e fatture di ciò che si è acquistato o delle attività di cui si è usufruito.

Il problema, tuttavia, si presenta quando sotto la soglia dei 25 euro non c’è l’obbligo di fattura nominativa, non essendo nemmeno garantito che ciò basti a dimostrare la legittimità dell’acquisto. Per cui di fatto, molti docenti per evitare di dover pagare di tasca propria gli acquisti non rendicontati, fintantoché non si sarà fatta chiarezza, preferiscono non spendere il gruzzoletto messo loro a disposizione.

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