Pensione di invalidità da inquinamento elettromagnetico: prima sentenza

Redazione 26/08/15
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Ne sentiamo parlare spesso, da esperti di fisica che spesso vengono ridicolizzati come profeti di sventura. Addirittura, ogni volta che viene tirato in ballo, è automatico pensare che esistono altre e ben più gravi rischi ambientali per la nostra salute. Ma ora che c’è la primissima sentenza sull’inquinamento elettromagnetico, il dibattito sul tema si farà sicuramente più serrato.

Un giudice di Tolosa ha riconosciuto una sindrome debilitante a una donna di 39 anni, assegnando la pensione di invalidità per esposizione a apparecchi e onde elettromagnetiche.

Ipersensibilità elettromagnetica”: è questo il responso del Tribunale francese per il caso della donna vittima delle onde invisibili. Una malattia, è bene ricordarlo, che attualmente non poggia su basi solide dal punto di vista scientifico, ma che prevede come possibili cause di danni al benessere delle persone anche le antenne tv, le reti mobili e wi-fi.

Bastano questi pochi esempi per rendersi conto della coltre sull’argomento che accompagna da sempre il dibattito sulla possibile nocività di queste onde che viaggiano costantemente sopra le nostre teste.

Ora, con il precedente giudiziario, c’è da attendersi che non mancheranno i tentativi di replicare il successo della giovane donna transalpina, a cui il Tribunale per l’invalidità di Tolosa ha riconosciuto un deficit funzionale dell’85%, assegnando un trattamento previdenziale in seguito all’effetto invalidante pari a 800 euro al mese per 3 anni, che potrà essere rinnovato.

Ovviamente, il pericolo per le compagnie di telefonia, di telecomunicazioni e per le concessionarie delle frequenze è di doversi trovare, magari tra qualche anno, a risarcimenti eccezionali per tutte le persone esposte a quantità eccessive di  campi elwettromagnetici potenzialmente pericolosi per la salute degli individui.

Al momento l’Organizzazione mondiale della Sanità riconosce sintomi aspecifici di elettrosensibilità,che possono variare da una persona a un’altra e non presentano effetti concreti di possibili patologie, sulla base delle teorie scientifiche esistenti.

 

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